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XIII Forum Economico Eurasiatico: Fallico, «nessun Paese pensi di agire da solo»

24-10-2020 18:16 - Economia
GD - Verona, 24 ottobre 2020 - È stato un invito alla cooperazione internazionale l'intervento di presentazione di Antonio Fallico, presidente di Banca Intesa Russia e dell'Associazione Conoscere Eurasia, intervenendo al XIII Forum Economico Euroasiatico di Verona. Fallico ha ringraziato tutti coloro che, a diverso titolo, hanno reso possibile “il miracolo” di ritrovarsi alla manifestazione, nonostante la crudescenza della pandemia. Poi ha denunciato «l'arrogante ignoranza dei negazionisti totali o parziali e l'irresponsabilità di coloro che non rispettano le misure imposte dalle autorità. Ma non dobbiamo essere preda del panico. Occorre reagire con lucido realismo e buonsenso il virus deve essere controllato e debellato».
Il professore ha ricordato che «il vaccino anti-Covid Sputnik V, registrato l'11 agosto al Ministero della Salute, potrebbe essere disponibile al pubblico in Russia e in altri Paesi tra fine ottobre e inizio novembre. Un secondo vaccino russo denominato EpiVacCorona, registrato il 14 ottobre, è stato messo in produzione per 60 mila dosi e un terzo vaccino è in fase di sviluppo.
Non possiamo sconfiggere la pandemia sanitaria rischiando la pandemia economica», ha continuato Fallico. «Le attività scolastiche, culturali, imprenditoriali ed economiche non possono essere inibite se non vogliamo provocare una catastrofe sociale globale».
Sulla pandemia, il presidente di Banca Intesa Russia e dell'Associazione Conoscere Eurasia, ha detto: «È legata all'interferenza umana sull'integrità dell'habitat ed è amplificata dal modo di vivere e spostarsi dell'uomo contemporaneo».
La crisi finanziaria ed economica strutturale internazionale che ne è derivata si dimostra più devastante delle due grandi crisi precedenti, del 1929 e del 2008 e riguarda tutte le economie del mondo e tutti i settori ed evolve in tempi brevissimi. «Non è più praticabile uno sviluppo economico senza ripensare radicalmente al modo in cui produciamo e consumiamo», ha chiosato Fallico.
La ricostruzione economica sarà l'occasione per realizzare trasformazioni che sembravano ieri inconcepibili e a tal proposito il professore ha invocato «l'unione e l'impegno dei Paesi che permisero di sconfiggere il nazifascismo, in grado, insieme, di dare grande vigore al business e allo sviluppo economico sociale dimensionandolo alla centralità dell'uomo. In tempi di pandemia non servono ripiegamenti ma il potenziamento delle interazioni e delle cooperazioni».
Da parte sua Stefano Patuanelli, ministro dello Sviluppo Economico, ha suggerito l'esempio dell'Europa della scorsa primavera quando il virus ha interrotto catene strategiche. Per fortuna abbiamo capito l'errore e abbiamo ribaltato il riflesso con la comparazione e lo scambio. Le cooperazioni sono fondamentali per superare la crisi. L'Italia ne è convinta. Per questo puntiamo sul sostegno all'export che significa rilanciare i flussi produttivi», ha detto il ministro. Per Patuanelli è la Russia il principale partner di interscambio con l'Italia e lo sarà «soprattutto in campi fondamentali come l'energia rinnovabile, il gas, essenziali per la generazione elettrica, e le nuove tecnologie».
Nel suo intervento l'ex presidente del Consiglio, Romani Prodi, che ora presiede la Fondazione per la Collaborazione tra i Popoli, ha raccomandato: «Dobbiamo continuare a incontrarci. Sono preoccupato. Sembra che la politica mondiale ci metta del suo per aggravare la situazione». Secondo l'ex primo ministro italiano «ci vorrebbe un nuovo dialogo politico ma non vedo prospettive, sono preoccupato anche perché in tempi molto più difficili si era sempre riusciti a distinguere politica ed economia. Oggi vedo nuove tensioni, penso ai rapporti con la Libia mentre l'Europa è passiva. Stiamo perdendo l'occasione chiamata “Via della seta” proposta dalla Cina: c'è poco».
«Avremmo bisogno di maggiore collaborazione tra Stati per affrontare il pericolo del terrorismo islamico e per trovare equilibrio tra le grandi potenze», è stato il monito di Prodi. Poi ha aggiunto che «l'Europa non sarà mai un impero. Sembra che Usa e Russia facciano a gara per dividere il continente. Non fermiamoci alle tensioni, c'è bisogno di relazioni intermedie per la pace e lo sviluppo».
«Con la pandemia ci sarà una correzione del commercio internazionale, con maggiori flussi all'interno dei tre grandi gruppi economici Usa, Europa e Cina. È l'effetto mascherina, nessuno può rinunciare alle cose fondamentali. Stiamo attenti che questo non comporti un ulteriore muro tra Europa e Russia», ha concluso Prodi.
Un grande riconoscimento alla politica economica cinese è arrivato dal palco del XIII Forum Economico Euroasiatico di Verona da Igor Sechin, presidente e amministratore delegato della compagnia petrolifera Rosneft. Il manager russo parlando poi del futuro dell'industria petrolifera, ha detto che «l'economia mondiale sta vivendo una turbolenza eccezionale senza precedenti. Il ripristino degli ordini di petrolio potrebbe arrivare nel 2021». «La Cina avrà un ruolo fondamentale: questo Paese, per la gestione delle situazioni strategiche, merita un voto molto alto perché si sta riprendendo velocemente rispetto a tutti gli altri. Quest'anno avrà una crescita del 2% che raggiungerà l'8% nel 2021. Nelle ultime settimane Pechino ha aumentato le riserve di petrolio proprio nel momento del calo della domanda globale». Per Sechin «sarebbe giusto fare tesoro dell'esperienza cinese nella lotta alla pandemia piuttosto che criticarla, sarebbe molto più razionale unificare gli sforzi per combattere le sfide che abbiamo di fronte sia nel settore energetico che sanitario».
Sul versante delle fonti rinnovabili, Sechin ha affermato che «i contrasti attuali sull'emissione di gas serra sono risolvibili attraverso una maggiore accessibilità delle fonti stesse e la limitazione delle fonti tradizionali. Vanno considerati altri problemi: per esempio, negli ultimi anni, le sanzioni da parte degli Stati Uniti e dell'Unione Europea, che limitano il mercato, hanno raggiunto livelli elevati».
«La pandemia ha dimostrato l'instabilità e la fragilità dell'economia mondiale», ha aggiunto Sechin, «favorendo lo sviluppo delle economie locali e il conseguente isolamento che, coniugato alle barriere commerciali nel settore energetico, ha conseguenze catastrofiche sia per i produttori che per i consumatori. L'interazione è la soluzione per la sicurezza economica e non potrà che crescere». Per l'alto dirigente russo «indipendentemente dalla modifica dei modelli comportamentali il mondo avrà bisogno di più energia ma da sola l'energia rinnovabile non potrà coprire la domanda».
Al XIII Forum Economico Eurasiatico è intervenuto anche Marco Tronchetti Provera, vicepresidente esecutivo e amministratore delegato di Pirelli & C S.p.A., co-presidente del Comitato Imprenditoriale Italo-Russo per la cooperazione economica. «Stati e attori economici sono chiamati, nell'attuale contesto di crisi globale, ad immaginare e dar forma al mondo post-coronavirus», ha detto il manager secondo il quale «la vera sfida è quella dell'occupazione, distinguendo tra gli interventi di breve termine per gestire l'emergenza e il tema strutturale che deve essere affrontato partendo dalla definizione dei progetti di investimento. È chiaro che ci saranno posti di lavoro persi, ma ci sono anche le risorse per creare percorsi di riqualificazione e nuovi posti di lavoro. Ci vuole uno sforzo collettivo, anche da parte di chi governa, per incanalare le risorse volte a creare posti di lavoro».
Da parte sua Barbara Beltrame, vice presidente per l'Internazionalizzazione di Confindustria, ha invitato ad una profonda analisi, per una ripartenza dagli asset strategici nazionali. «A differenza della crisi del 2008, l'emergenza sanitaria ha colpito primariamente l'economia reale, incidendo direttamente sul rapporto tra domanda e offerta e rendendo evidenti le carenze strutturali dei singoli Paesi. Per tornare rapidamente alla crescita economica e ad un commercio internazionale prospero è quindi necessario identificare gli asset strategici nazionali e, nel caso del modello italiano, supportare la promozione estera del Made in Italy e avviare una politica di investimenti a sostegno dell'Industria 4.0».
Proprio sul tema della trasformazione delle imprese in chiave 4.0, Beltrame ha aggiunto che «deve essere stimolata da investimenti pubblici per realizzare reti e infrastrutture intelligenti e da agevolazioni e incentivi a favore di programmi di Ricerca & Sviluppo & Innovazione nazionali e internazionali. La digitalizzazione e l'innovazione tecnologica del sistema produttivo, in linea con la politica verde, rappresentano i più importanti driver di crescita delle imprese per i prossimi decenni. Per questo, rilanciare Industria 4.0 è fondamentale per sostenere produttività, occupazione, formazione, in un'ottica di sostenibilità ambientale, sociale ed economica».
Nel suo intervento Emma Marcegaglia, presidente e amministratore delegato di Marcegaglia Holding, ha rilevato che «se agiamo tutti assieme con una visione a lungo termine e con grande senso di responsabilità questa terribile crisi che stiamo vivendo può anche portarci su una strada diversa e più sostenibile, più attenta al sociale e che ci permetta di arrivare a livelli di crescita per un benessere a livello globale».
L'imprenditrice ha osservato che «nessun Paese può uscire da solo da questa situazione: dobbiamo lavorare assieme facendolo in una logica che ci permetta un'apertura ai mercati. Se ne parlerà al G20 che l'Italia ospiterà. Evidentemente non avremo più la globalizzazione che abbiamo conosciuto in passato che è stata molto utile ma che ha anche avuto molti eccessi; è altresì importante che ogni Paese non torni alla logica del protezionismo, di chiusura, di antiglobalizzazione che corra con una visione diversa».


Fonte: Redazione
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