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VI Festival Migrazioni a Torino, "Equilibri, disequilibri, cadute"

09-09-2024 12:37 - Agenda
GD - Torino, 9 set. 24 - Dal 18 al 22 settembre a Torino si svolgerà il VI Festival delle Migrazioni. Dalla lezione dello storico Alessandro Barbero sulla nascita dei confini all’intervento del giornalista Enzo Nucci, già corrispondente RAI dal Kenya, sul futuro geopolitico dell'Africa; dal workshop sulla lingua madre condotto dall’artista marocchina Wissal Houbabi alla prima assoluta del concerto "Bonds across music lines", con il musicista Thoni Sorano alla guida di una band d’eccezione, composta da membri provenienti da tutto il mondo: al via da mercoledì 18 settembre la sesta edizione del Festival delle Migrazioni, cinque giorni di incontri, spettacoli, concerti, laboratori e appuntamenti conviviali, tutti a ingresso gratuito. Un festival diffuso a Torino tra San Pietro in Vincoli, Scuola Holden, Polo del '900, Ufficio Pastorale Migranti, Teatro Valdocco, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Giardino Pellegrino e Borgo Dora.
Il Festival delle Migrazioni è ideato e organizzato da Gabriella Bordin, Beppe Rosso e Simone Schinocca, direttori artistici rispettivamente delle compagnie teatrali Almateatro, A.M.A. Factory e Tedacà. È sostenuto da Fondazione Compagnia di San Paolo, Fondazione CRT, Ministero della Cultura, Direzione Generale Spettacolo Città di Torino, patrocinato da Città di Torino e Circoscrizione 7, Legacoop Piemonte e Iren.
Equilibri, disequilibri, cadute è il tema scelto per questo sesto anno di festival, la chiave di lettura attraverso cui si svilupperanno gli eventi di questa edizione, che torna a indagare alcuni dei temi fondamentali che caratterizzano il fenomeno migratorio quali politiche transnazionali, crisi climatica, tematiche di genere, il rapporto tra lavoro e sfruttamento, i diritti.
L’opening del festival il 18 settembre alle ore 18,30 è l’occasione per inaugurare all’ex Cimitero di San Pietro in Vincoli la mostra Sguardi plurali sull’Italia plurale, prima tappa di un tour che la vedrà esposta in tutta Italia. Si tratta della restituzione dell’omonimo concorso, giunto alla seconda edizione, rivolto a giovani fotografi con background migratorio. L’esposizione racconta l’Italia attraverso una raccolta di immagini in grado di esplorare la ricchezza e le sfaccettature di una società sempre più stratificata e interconnessa. L'iniziativa è promossa da FIERI, CSC Carbonia della Società Umanitaria – La Fabbrica del Cinema, il Dipartimento di Storia Cultura e Civiltà dell’Università di Bologna e CAamera – Centro Italiano per la Fotografia, con la collaborazione di ARCI nazionale. A seguire, in programma GAZA ORA messages from a dear friend, una sessione di letture tratte da resoconti e aggiornamenti da Gaza, dal 9 ottobre 2023 a oggi, a cura di Iante Roach e della compagnia teatrale Az Theatre.
Il progetto è nato in Gran Bretagna dalla lettura dei resoconti dell’attore e regista Hossam al-Madhoun di Theatre for Everybody a Gaza, ormai sfollato a Rafah, e approda per la prima volta a Torino.
Cinema. Giovedì dalle 17,30 in avanti, al Polo del ‘900, sono tre le proiezioni in programma. Attraverso il lavoro dei primi anni duemila realizzato dal regista Armando Ceste e il dialogo con Abdullahi Ahmed della Commissione consiliare per il Contrasto a razzismo e istigazione all’odio e alla violenza, si mette a confronto il fenomeno migratorio oggi rispetto ai decenni passati. In Romeo & Giulietta. Il gioco del film, racconta e documenta la preparazione dello spettacolo teatrale Il gioco di Romeo e Giulietta – una storia nel mercato di Porta Palazzo diretto da Beppe Rosso realizzato a Torino; a seguire il mediometraggio Abdellah e i suoi fratelli, un chiaro riferimento alla celebre opera di Luchino Visconti del 1960, che ha raccontato l’immigrazione interna dal sud Italia a Milano. Qui si narra la storia vera di Abdellah Doumi, che ancora oggi descrive il presente di una città e una società dove si sostiene, facendo leva su sentimenti razzisti, l'uguaglianza immigrato/criminale.
A concludere, il cortometraggio Movimento in cui si parla di come il canale di Sicilia sia diventato il più grande cimitero sottomarino del Mediterraneo. L’evento si svolge in collaborazione con il Museo Nazionale del Cinema. Un confronto tra le migrazioni del passato e quella contemporanea è quello che avviene anche nell’incontro Storia di donne e migrazioni a Torino, un evento in collaborazione con Lingua Madre.
Incontri. Enzo Nucci, inviato Rai per sedici anni aa Nairobi e autore del libro "Africa contesa", sabato 21 settembre parlerà degli equilibri e disequilibri di un territorio, quello africano, cruciale per gli assetti e le prospettive internazionali.
Quali siano le difficoltà che incontra chi riesce ad arrivare in Italia sono raccontate da tre prospettive differenti: nell’incontro Minori non accompagnati, con la giornalista Angela Gennaro, autrice di autrice di Perdersi in Europa senza famiglia, Eleonora Vilardi, avvocata, Alessandra di Aichelburg, tutrice volontaria di minori stranieri non accompagnati, Giulia Venco, mediatrice culturale e Mohamed Abdelbaky, peer mediator; CPR: verso quali direzioni?, su cui a un anno di distanza il festival torna a fare il punto con Alice Ravinale, consigliera regionale Piemonte, Chiara Proietti d’Ambra, giornalista di La 7, Luca Paladini, consigliere regionale Lombardia, Maurizio Veglio, avvocato, e Monica Gallo, garante dei detenuti di Torino; l’incontro incentrato sui richiedenti asilo LGBTI+, realizzato in collaborazione con l’associazione Quore.
Con lo storico Peppino Ortoleva, l’antropologo Piero Gorza e la professoressa María del Rosio Barajas Escamilla, in collegamento video dal Messico, con Dialogo tra i continenti si comprenderanno le origini e il ruolo dei confini negli stati moderni, attraverso un approccio comparatistico, per capire se e in quale modo le frontiere del mondo si somiglino.
Il tema della salute riproduttiva (e non solo) delle donne è al centro dell’incontro moderato da Fabio Geda, che ha recentemente compiuto un viaggio in Angola insieme a “Medici con l'Africa CUAMM”, che da più di settant’anni si spende per la promozione e la tutela della salute delle popolazioni africane. Al Medio Oriente è dedicato l’incontro Per una pace possibile attraversando il conflitto, con il politologo Paolo Naso, Giorgio Gomel, economista e membro dell’Istituto Affari Internazionali, l’Imam di Firenze Izzedin Elzir e Gianni D’Elia del Centro Studi Sereno Regis.
Teatro. Uno dei linguaggi prediletti dal festival è da sempre quello del teatro. In programma sei rappresentazioni, tra cui A casa loro, monologo in atto unico di e con Giulio Cavalli, attraverso il quale viene mostrato il lato umano delle migrazioni, con un focus sul Mediterraneo e le rotte africane e balcaniche; la performance sperimentale di Sara Beinat, Quel giorno che ci si vede ancora, che sarà visibile solo a una spettatrice o uno spettatore alla volta, e Shuma, una favola ambientata in fondo al mare, rivolto alle scuole primarie e secondarie che prende spunto da un fatto di cronaca: il ritrovamento di un ragazzino del Mali con una pagella cucita nella giacca dopo il naufragio del 18 aprile 2015.
Laboratori. Wissal Houbabi, classe '94 e nata a Khouribga è poeta, artista e scrittrice marocchina. Sarà ospite della sesta edizione del Festival delle Migrazioni con il suo workshop Impercettibili, in cui indaga il senso di lingua madre e cerca di stanare la lingua padre, portando ogni partecipante alla messa in discussione delle proprie certezze attraverso la messa in discussione della lingua e l’esplorazione delle sue molteplici e infinite possibilità. Con il workshop di serigrafia Scioglilingua. Una palestra di parole nuove, condotto da Anas Mghar, realizzato in collaborazione con Fondazione Sandretto Re Rebaudengo e rivolto a bambini e adolescenti, arte contemporanea e interculturalità si incontrano. L’itinerario a Porta Palazzo proposto da Migrantour, porta i partecipanti alla scoperta dei cibi e sapori del mondo entrando in contatto con le molteplici storie di migrazione che da sempre hanno contribuito allo sviluppo sociale, culturale ed economico della città di Torino: un viaggio in Asia, Africa e America Latina, attraverso le voci di chi proviene da questi luoghi. Il laboratorio di danza terapia di Ambra Bergamasco si rivolge agli operatori nell’ambito dell’accoglienza.
Focus sul Senegal. Dopo aver approfondito nella scorsa edizione lo stato del Mali con una serie di incontri, quest’anno è la volta del Senegal. Il paese verrà esplorato sotto più punti di vista, a partire dall’incontro creato in collaborazione con l’Associazione Senegalesi a Torino, e che vedrà in dialogo Mbaye Diongue, membro della rete di Slow Food, con Adama Diack per approfondire la questione politica del paese e le sue conseguenze nel campo dell’agricoltura e della pesca. Con la rappresentazione di Thioro. Un Cappuccetto Rosso senegalese, spettacolo nato in Senegal, si mette in corto circuito la fiaba europea con la tradizione africana. Gli spettatori di ogni età saranno portati alla scoperta non del bosco ma della Savana, e all’incontro non con il lupo ma con Buky la Iéna. Thioro vede in scena e in dialogo Adama Gueye, Fallou Diop, attori e musicisti, e Andrea Carella, compositore e trombettista. In bilico su un doppio universo è il reading musicale di Vincenzo Maria Oreggia, dedicato ai suoi racconti di viaggio. Attraverso il concerto del musicista Ibson Daone l’afro pop world music arriva da Dakar a Torino: lo show, al quale seguirà il dj set di Anas Mghar, si svolgerà a conclusione della Cena delle Cittadinanze, in occasione della quale le proposte gastronomiche senegalesi non mancheranno.
Cena delle Cittadinanze. L’appuntamento quest’anno è fissato per sabato 21 settembre: un momento molto amato dal pubblico, che a ogni edizione coinvolge cittadini, istituzioni, operatori e associazioni nel ritrovarsi insieme in un clima di convivialità. Una lunga tavolata nel cortile di San Pietro in Vincoli è l’occasione per condividere insieme il cibo portato da casa e i piatti proposti dalle cucine dal mondo presenti al festival, vivendo l’emozione di una cena tutti insieme.
L’evento di chiusura. Il gran finale del festival, domenica 22 settembre, è affidato ad Alessandro Barbero e al musicista Thoni Sorano, che insieme dialogheranno sulla gestione e sulle conseguenze dei confini nella Storia e - conseguentemente - nella musica. A partire dai fatti che interessarono il territorio dell’ex Impero Ottomano, si discuterà della genesi dei nazionalismi e delle purtroppo ancora attuali, eredità dei conflitti, degli scambi di popolazioni, che il '900 ci ha lasciato. A seguire la prima assoluta di BONDS across music lines, un concerto di world music con musicisti di fama internazionale: una combinazione tra santur e pianoforte - quasi totalmente inedita - e un repertorio eclettico che varierà da brani jazz, siciliani e italiani, fino ai solidi repertori persiani e turchi, con la pianista indiana Charu Suri, il turco Sinan Cem Eroglu al flauto kaval, il maestro iraniano di santur Alireza Mortazavi.
Il Festival delle Migrazioni utilizza teatro, arte, cinema e letteratura come strumenti privilegiati di coinvolgimento, approfondimento e riflessione, un punto di riferimento nazionale che dà voce a nuovi sguardi e narrazioni sul fenomeno migratorio. Da sempre i grandi avvenimenti storici e sociali, come quello della migrazione, generano nuovi immaginari e nuovi fenomeni narrativi. Artiste e artisti, intellettuali, scrittrici e scrittori, compagnie teatrali nazionali e internazionali in questi anni hanno elaborato processi e storie che stanno cambiando il mondo in rapporto alla migrazione, aiutando a capire la complessità del fenomeno, con le sue contraddizioni e problematiche, ma anche bellezza e ricchezza.
www.festivaldellemigrazioni.it
Instagram - @festivaldellemigrazioni | Facebook - Festival delle Migrazioni


Fonte: Redazione
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