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Vaticano: Papa riceve ambasciatore ucraino Santa Sede pensando a Kyv

06-08-2022 14:50 - Vaticano
GD - Città del Vaticano, 6 ago. 22 - Papa Francesco ha ricevuto oggi in Vaticano Andrii Yurash, ambasciatore dell’Ucraina presso la Santa Sede.
Papa Francesco, dopo aver ricevuto il ministro degli Esteri del patriarca russo, potrebbe incontrare Kirill a settembre in Kazakhstan in occasione di un vertice di leader religiosi.
“Il Papa è molto convinto che se lui potesse fare una visita in Ucraina potrebbe avere anche risultati positivi ”, queste le parole dello scorso 8 luglio del segretario vaticano per i Rapporti con gli Stati, mons. Paul Richard Gallagher al Tg1. Aggiungendo la disponibilità del pontefice di visitare anche Mosca. È quindi facile immaginare che l’incontro di oggi sia stato fissato per parlare del desiderio del Pontefice di vedere l'Ucraina, tanto più che l’ambasciatore di Ucraina, Andrii Yurash, nei mesi scorsi è stato molto attivo, nelle udienze e sui social, nel perorare la causa del suo Paese.
Alla domanda se il viaggio potrebbe essere imminente, anche in agosto, nella stessa intervista, Gallagher aveva risposto: “Possibilmente, non lo escluderei, però molto dipende dai risultati del viaggio in Canada, vediamo come il Papa resisterà a questo viaggio che è anche molto impegnativo”.
Dopo l'annuncio del suo viaggio in Kazakhstan previsto dal 13 al 15 settembre, in occasione del quale è stato detto in passato avrebbe potuto incontrarsi con il Patriarca della Chiesa ortodossa di Mosca Kirill, Francesco ha reso più evidente la sua attività nei confronti dei paesi protagonisti della guerra in Ucraina. Se oggi ha visto l'ambasciatore Yurash, il Pontefice ieri ha riconosciuto il martirio di padre Petro Paolo Oros, sacerdote appartenente all'Eparchia greco-cattolica di Mukaevo, in Ucraina, ucciso il 28 agosto 1953 dalle autorità comuniste a Siltse, nell'oblast di Zakarpattia, nell'allora Unione Sovietica.
Un segnale chiarissimo, che sarà ancora più forte con la beatificazione del religioso, dell'attenzione verso una Chiesa più che di frontiera, in prima linea. La stessa chiesa che, lo scorso Venerdì Santo, aveva avuto da ridire sulla decisione papale di far reggere la Croce a due ragazze, l'una russa e l'altra ucraina. Ma da allora il lavoro diplomatico e non, si è fatto più intenso, e i frutti pare si possano scorgere.
Non è un caso che, sempre ieri, il Papa abbia compiuto un gesto formalmente ancora più forte, ricevendo in udienza il metropolita Antonij di Volokolamsk, presidente del Dipartimento per le relazioni esterne del Patriarcato di Mosca. Hilarion aveva pagato sulla propria pelle le tensioni scatenate dal conflitto: in Svizzera gli fu tolta a marzo una cattedra universitaria perché ritenuto troppo vicino al Cremlino, e poi fu privato dell'incarico al Patriarcato da un Kirill che lo riteneva, al contrario, troppo morbido sulla questione ucraina.
Su tutto poi pesa ancora l'incontro via Skype, poco riuscito, tra Bergoglio e lo stesso Kirill, cui il Pontefice rinfacciò la necessità di non essere "chierichetti di stato". Parole non molto gradite. Si preferisce ricordare che successivamente, il 25 aprile, Francesco aveva inviato al Patriarca Kirill una lettera di auguri in occasione della Pasqua delle Chiese cattoliche e ortodosse che seguono il calendario giuliano. "Possa lo Spirito Santo - scriveva il Papa in un passaggio della lettera - trasformare i nostri cuori e renderci veri operatori di pace, specialmente per l'Ucraina dilaniata dalla guerra", mentre "sentiamo tutto il peso della sofferenza della nostra famiglia umana, schiacciata dalla violenza, dalla guerra e da tante ingiustizie". I due dovrebbero incontrarsi in Kazakhstan in occasione di un vertice di leader religiosi a metà settembre al quale entrambi hanno garantito di voler partecipare. La via per Kiev potrebbe quindi passare per il Kazakhstan. In fondo, anche quella è una repubblica ex sovietica.


Fonte: Redazione
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