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USA: incostanza e incoerenza del presidente Trump su Ucraina

20-10-2025 16:23 - Opinioni
GD - Roma, 20 ott. 25 - “Un passo avanti e due passi indietro”: non è un nuovo ballo di gruppo, ma la realtà a cui il presidente Donald Trump ci ha abituato in questi otto mesi di sua presidenza degli USA. Questi cambiamenti repentini di rotta di 180°, che abbiamo visto nuovamente venerdì 17 ottobre alla Casa Bianca, non rappresentano niente di nuovo; giusto un ulteriore ritorno al passato, alla fine del mese di febbraio scorso quando per la prima volta Trump ha umiliato Zelensky alla Casa Bianca.
A quel disastroso incontro seguirono ampie aperture e riconoscimenti al Paese aggredito di poter contare sul supporto degli Stati Uniti per resistere all’offensiva scatenata dalla Russia.
Venerdì scorso, quando il presidente Trump ha nuovamente incontrato il presidente Zelensky, le relazioni tra i due sono tornate al punto di partenza di febbraio.
Fonti interne della Casa Bianca, ma non confermate dallo stesso presidente Trump, affermano che è stato consigliato a Zelensky di accettare di cedere il Donbass alla Russia, come ha richiesto Vladimir Putin. Territori che gli Ucraini difendono con le unghie e i denti da quasi quattro anni e che i russi, malgrado i continui attacchi e le ingentissime perdite subite, non sono mai riusciti a conquistare.
Il dato di fatto è che il presidente Trump ha affermato che gli USA non cederanno i micidiali missili Tomahawk all’Ucraina, come richiesto da Zelensky, giustificando questa decisione come necessaria per prevenire un’ulteriore escalation del conflitto fra i due Paesi e per non depauperare le scorte di missili possedute dagli Stati Uniti.
Questa potrebbe essere un’eccellente opportunità, per l’Unione Europea e per la Gran Bretagna; un’occasione da cogliere al balzo per assumere finalmente la leadership assoluta nel supportare l’Ucraina nel suo tentativo di resistere all’invasione della Russia. Con il supporto reale dell’Unione Europea e della Gran Bretagna l’Ucraina può infatti continuare ad infliggere danni importanti alla Russia e può respingere indietro le truppe di invasione russa fino ai confini del 1991.
L’Unione Europea e la Gran Bretagna saranno in grado di assumere questo ruolo guida? Sono pronte a supportare l’Ucraina nella sua azione di resistenza all’invasore russo? Questo è tutto da vedere. Certamente finora, a parte alcune posizioni chiarissime da parte dei leader di taluni Paesi come la Polonia (Donald Tusk) e l’Estonia (Kaja Kallas, anche nel ruolo di Commissario Europeo), gli altri Paesi sono sempre stati ambigui, se non titubanti e sono passati da posizioni di dichiarato supporto a posizioni più “attendiste” e defilate rispetto alle dichiarazioni roboanti di supporto incondizionato all’Ucraina dei mesi passati.
Come ha fatto giustamente notare il presidente della Lituania, Gitanas Nauseda, è l’Unione Europea che, a fronte di importazioni di combustibili fossili russi per 21,9 miliardi di euro e di aiuti finanziari netti erogati da Bruxelles all’Ucraina, pari a 18,7 miliardi di euro sta di fatto sostenendo così finanziariamente la guerra della Russia!
Ad esempio, i dati disponibili e le analisi dei media indicano che, nel 2024, la Francia del presidente Emmanuel Macron ha aumentato significativamente le importazioni di un tipo specifico di idrocarburo russo: il Gas Naturale Liquefatto (GNL). E questo malgrado le “sanzioni” dell’Unione Europea contro la Russia.
Questo conferma che le posizioni estreme spesso assunte dalla presidenza americana contro i Paesi europei sono basate anche su fatti oggettivi che dovrebbero essere considerati dall’UE con maggiore coerenza.
Comunque, queste considerazioni giustissime sulla vacuità del comportamento dei Paesi europei non attenuano la sensazione che Trump si stia dimostrando ancora in modo troppo benevolo nei confronti di Putin e le sue ostinate “ragioni”.
L’attore Arnold Schwarzenegger, già governatore della California e anche lui repubblicano, ha espresso critiche durissime nei confronti di Donald Trump per questa sua “remissività” verso la Russia. Ed ha affermato senza giri di parole che Trump rappresenta un’onta per tutto il Popolo americano, ed ha ricordato come si comportò Ronald Reagan quando si trovò di fronte al Muro di Berlino: disse senza giri di parole: “Signor Gorbaciov, abbatta questo muro!”.
Di giorno in giorno intanto la situazione in Ucraina si fa sempre più problematica e pericolosa. È ovvio che i russi sono alle strette ed alzano la posta a scapito dell’Ucraina, e in una prospettiva di più ampio respiro a scapito degli USA, che dopo tutto è quello che da decenni vuole la Russia (sovietica e post-sovietica). Chi vincerà la partita?
La Russia conta sul crescente dissenso interno americano e sulla manifesta debolezza Europea, mentre gli USA non è chiaro se stiano puntando al logoramento e al collasso economico di Mosca, per mano degli ucraini.
Stiamo assistendo ad un macro scontro tra poteri secolari contrapposti. In mezzo ci siamo noi europei, lacerati dai diversi egoismi e paure interne a ciascun Paese membro. E l’Europa che non prende coscienza della sua forza intrinseca e si piega come un fuscello nella direzione opposta al vento…. Uno spettacolo poco edificante per l’Europa, per le giovani generazioni europee e per il futuro degli equilibri mondiali sempre più polarizzati gli uni contro gli altri.
In politica estera, l’Unione Europea appare sempre più smarrita nella sua presunzione di superiorità intellettuale e morale per l’evidente incapacità di agire in modo unitario ed efficace sullo scenario globale, in Palestina come in Ucraina, con reazioni confuse, oppure per la lentezza delle azioni poste in essere.
In questi contesti, la presunta superiorità morale e l’eccessiva attenzione ai processi interni rappresentano un ostacolo alla pragmatica e necessaria realpolitik e sono la ragione per la quale l’Unione Europea, di fatto, è costantemente esclusa dai tavoli ove vengono prese le decisioni per il futuro dell’ordine globale.
Nota: La stragrande maggioranza degli elettori americani è favorevole alle sanzioni contro la Russia; il 77% dei cittadini statunitensi è favorevole all’imposizione di ulteriori misure di pressione economica su Mosca per costringerla a porre fine alla guerra in Ucraina. Il sondaggio Harvard/Harris X, al quale hanno partecipato 2.413 elettori statunitensi registrati, ha mostrato un sostegno bipartisan assoluto a ulteriori sanzioni anti-russe. Inoltre, gli elettori di Trump – i repubblicani – sostengono queste misure ancora più dei democratici – rispettivamente l’86% e il 71%.

Ciro Maddaloni
Esperto di eGovernment internazionale

Fonte: Ciro Maddaloni