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UE: Difesa come spesa o come investimento ?

13-06-2024 10:43 - Opinioni
On. Lorenzo Cesa On. Lorenzo Cesa
GD - Roma, 13 giu. 24 - Quale futuro per la difesa europea? La domanda è stata posta con forza durante il convegno organizzato dal Centro Studi Machiavelli che si è tenuto a Roma l’11 giugno, alla Link Campus University. Nel convegno si è parlato della forza terrestre, dei nuovi scenari bellici e delle sfide che l'innovazione tecnologica pone al sistema di difesa italiano ed europeo. Hanno partecipato l'on. Lorenzo Cesa, presidente della Delegazione Parlamentare italiana presso la NATO, il gen. Salvatore Camporeale, sottocapo di Stato Maggiore dell’Esercito, illustri accademici esperti di geopolitica e sistemi di difesa, ed esponenti di primo piano delle industrie nazionali ed europee che si occupano di equipaggiamenti e tecnologie militari.
I relatori hanno fornito una panoramica sulle esigenze del settore della difesa europea, come ad esempio: il rinnovo del parco mezzi corazzati e lo sviluppo dei droni per le manovre terrestri e per la difesa antiaerea. Questi sistemi sono fondamentali per fronteggiare i nuovi apparati d’arma e le nuove sfide che sono emerse con tutta la loro forza negli ultimi anni.
Gli investimenti nel settore della difesa, in particolare in Europa, avevano subito tagli significativi negli ultimi decenni. Il conflitto scoppiato in Ucraina ha riportato all’attenzione dei decisori politici e dei cittadini l’importanza della “deterrenza”, che si può garantire solo disponendo di sistemi di difesa efficaci, per scoraggiare un potenziale avversario dall'intraprendere un'azione aggressiva nei confronti dei paesi dell’Unione Europea.
La mancanza di un sistema di difesa comune europeo, la frammentazione delle varie piattaforme di difesa adottate dai singoli paesi dell’Unione, non consentono né di garantire una reale collaborazione tra i diversi sistemi utilizzati dai vari paesi europei, ne di conseguire quelle economie di scala essenziali per massimizzare gli investimenti effettuati nel settore della difesa.
Le nuove tecnologie utilizzate nei sistemi d’arma sono sempre più complesse e hanno bisogno di aggiornamenti continui per garantire la protezione dalle minacce che si possono presentare.
La ricerca industriale e universitaria gioca un ruolo fondamentale per garantire l’innovazione tecnologica necessaria a contrastare le nuove minacce, non solo sui teatri di guerra tradizionali, come quello russo-ucraino, ma anche per contrastare quelle azioni insidiose, come ad esempio gli attacchi dei guerriglieri Houthi degli ultimi mesi. Nel mese di aprile e maggio 2024 gli attacchi perpetrati dagli Houthi hanno dimostrato di essere in grado di colpire le navi mercantili e militari nel Mar Rosso, malgrado l’imponente schieramento di unità navali da parte dei Paesi occidentali. Una seria minaccia al traffico delle merci dirette verso l’Europa.
Queste tensioni internazionali possono essere definite come “atti di guerra asimmetrica” che mirano a destabilizzare la pacifica convivenza e la sicurezza mondiale. Per fronteggiare questo tipo di minacce, sono necessari nuovi sistemi di difesa che siano in grado di neutralizzare, ad esempio, massicci attacchi perpetrati utilizzando grandi quantità di droni. I droni sono difficili da intercettare sia per le ridotte dimensioni, sia per il gran numero che viene lanciato contemporaneamente. Visto il costo esiguo di ciascun drone, è appurato che possono “saturare” facilmente i sistemi di difesa attualmente disponibili.
Emerge la raccomandazione, da parte di tutti i relatori, di potenziare i sistemi di difesa, sia aumentando gli investimenti, sia adottando (finalmente) un sistema di difesa comune per tutta l’Unione Europea. Le sfide che l’Unione Europea dovrà affrontare nel prossimo futuro saranno sempre più rappresentate da forme di guerra asimmetrica.
Queste possono essere più insidiose delle guerre tradizionali, per l’impatto negativo sulla sicurezza e quindi sul benessere conquistato in Europa con impegno e sacrifici decennali.
Ciro Maddaloni
Esperto di eGovernment internazionale


Fonte: Ciro Maddaloni
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