News
percorso: Home > News > Opinioni

Ucraina selettiva negli obiettivi strategici, niente civili

15-10-2025 09:28 - Opinioni
GD - Roma, 15 ott. 25 - Perché i missili ucraini non colpiscono le città russe? Questa è una domanda che molti si pongono da quando gli ucraini hanno dato prova di poter colpire obiettivi all'interno della Federazione russa anche a grandi distanze dai loro confini, utilizzando con grande perizia i droni costruiti, quasi artigianalmente, in casa dagli ingegneri ucraini.
Gli ucraini che non dispongono di dotazioni illimitate, hanno dovuto scegliere con cura gli obiettivi strategici da colpire. Per questa ragione non hanno mai indirizzato la loro offensiva contro abitazioni civili, centri commerciali o ospedali, come invece continua a fare la russia contro l'Ucraina. Hanno sempre mirato solo ed esclusivamente ad obiettivi “significativi” dal punto di vista militare e strategico per l'economia russa, come ad esempio, tutti quegli obiettivi che incidono sulla “logistica degli approvvigionamenti" per le truppe al fronte, o che hanno un impatto immediato sull'economia della Russia con cui si finanzia la guerra.
In queste ultime settimane si è prospettata la possibilità che l'amministrazione Trump possa fornire i missili Tomahawk all'Ucraina, per consentire alle forze armate di colpire obiettivi militari e obiettivi strategici come le raffinerie di petrolio a grandissima distanza (fino a 2500 km) all'interno della Federazione russa.
Questa decisione dell'amministrazione Trump ha rinvigorito le speranze degli ucraini di poter meglio difendere la loro patria con “azioni preventive” in grado di limitare le capacità offensive della Russia. Questo atteggiamento più risoluto del presidente Trump verso la Russia di Putin, ha contribuito ad aumentare la fiducia tra gli alleati europei della NATO.
Ben Hodges, già comandante delle forze statunitensi in Europa, ha affermato senza mezze parole che un eventuale conflitto diretto tra la Russia e la NATO non sarà affatto simile all'inizio della guerra tra Russia e Ucraina. Hodges afferma che "se nel 2025 la Russia attaccasse la Polonia nello stesso modo in cui ha attaccato l'Ucraina, verrebbe distrutta dalle forze aeree e terrestri della NATO. Le strutture militari nella regione di Kaliningrad e nella Crimea occupata sarebbero distrutte in poche ore”.
Mark Rutte, Segretario generale della NATO, ha aggiunto che “la NATO è 25 volte più grande dell'economia della Russia. L'esercito che la NATO può dislocare sul campo è infinitamente superiore a quello russo; ovvero a ciò che ne è rimasto dopo 44 mesi di guerra con l'Ucraina".
Ha inoltre chiarito che "l'esercito russo è impegnato in Ucraina e su altri scenari in Africa. La task force dei russi nel Mediterraneo un tempo era costituita da un mix di navi di superficie, sottomarini e navi di supporto. Ora, non è rimasto quasi più nulla della presenza navale russa nel Mediterraneo. Attualmente si trova nel mediterraneo un unico sottomarino russo, la cui operatività è fortemente compromessa a causa di diversi guasti tecnici, che necessiterebbero importanti riparazioni per rimettere il sommergibile in piena efficienza”.
Ha quindi aggiunto una nota di colore: “Che cambiamento rispetto al romanzo di Tom Clancy del 1984 - La caccia all'Ottobre Rosso. Oggi sembra piuttosto la caccia al meccanico più vicino".
Tornando ai missili a lungo raggio necessari per colpire obiettivi strategici a grande distanza, l'Ucraina ha fatto di necessità virtù ed ha sviluppato un proprio missile da crociera, il Flamingo, che è un facsimile dei Tomahawk USA, ma molto più “economico”.
Mark Cancian, l'ex funzionario del Pentagono, ha affermato che gli Stati Uniti dispongono attualmente di 4.150 missili da crociera Tomahawk, quindi quasi sicuramente potranno fornire agli ucraini un numero consistente di missili, come richiesto dal presidente Zelensky. Questo secondo gli esperti della materia è già in itinere sia per fare pressione su Putin che continua a non voler sentire parlare né di tregue, né di accordi di pace, sia perché in realtà Trump ha bisogno di fornire i Tomahawk all'Ucraina non solo per aiutare l'Ucraina, ma anche per aiutare l'industria degli armamenti degli Stati Uniti. Perché se l'Ucraina disporrà di un numero sufficiente di missili Flamingo, costruiti in proprio e iniziasse a usarli con successo per colpire duramente e in profondità la Russia, il mercato europeo dei missili da crociera potrebbe andare perso per gli Stati Uniti, per essere sostituito dai missili da crociera ucraini che sono molto più economici.
Inoltre, gli ucraini potrebbero rivendicare la vittoria sulla Russia, senza doverla “condividere” con gli Stati Uniti per la fornitura di materiali strategici.
Questa non sarebbe una buona cosa per Trump, che vuole avere un “ruolo” attivo anche per la fine della guerra tra Russia e Ucraina.
Quest'ultima ragione è la più importante, perché per Trump tutto è personale e tutto ruota attorno a come lo fa apparire.
Putin farebbe bene a preparasi per una rapida escalation dei bombardamenti ucraini che seguirà immediatamente la consegna dei Tomahawk all'Ucraina.
Trump che è euforico dopo il successo ottenuto con la firma degli accordi di pace in Medio Oriente, adesso ha bisogno di chiudere con urgenza il capitolo Ucraina. Questo si potrà fare solo accelerando la sconfitta della Russia, visto che quando è stato offerto a Putin di raggiungere un accordo, Putin ne ha approfittato solo per far perdere tempo a Trump, che non ha gradito affatto. Trump, appena insediato alla Casa Bianca sperava di far presto a chiudere la guerra in Ucraina per poter ambire al Premio Nobel per la pace. Sappiamo che non è andata così.
Ecco perché i Tomahawk arriveranno al più presto in Ucraina.
Ciro Maddaloni
Esperto di eGovernment internazionale



Fonte: Ciro Maddaloni