Ucraina-Polonia: al confine la sindrome rancorosa del beneficato
18-08-2025 18:45 - Opinioni
GD - Valico confinario Hrebenne, 18 ago. 25 - Si dice che chi riceve un aiuto da qualcuno, nel tempo finisce per odiare chi lo ha aiutato. Questo deve essere successo ai polacchi che, all'inizio della guerra, hanno accolto molti rifugiati ucraini e che invece adesso, a voler essere benevoli, stanno rendendo loro la vita molto difficile.
Gli ucraini meritano il nostro aiuto perché hanno bloccato Putin che era intenzionato ad accomodarsi ai confini dell'Unione Europea. Perché, se è vero che per i tedeschi o gli italiani sarebbe cambiato poco se la Russia fosse riuscita ad invadere l'Ucraina come era nei loro piani, questo non è vero per molti altri paesi dell'Unione. Se gli ucraini non fossero riusciti a bloccare e contenere le manie espansionistiche dei russi, a partire dal mese di febbraio del 2022, la Polonia, la Slovacchia, l'Ungheria, la moldova e la Romania avrebbero oggi ai loro confini la Russia, e non l'Ucraina.
Malgrado questa ovvia considerazione, da molti mesi le guardie della frontiera polacca stanno effettuando controlli “cavillosi” su tutti coloro che dall'Ucraina, per qualsiasi ragione, transitano verso l'Unione Europea. Non si tratta dei controlli routinari previsti dalle procedure per l'ingresso di cittadini da Pesi “terzi” nell'Area Schengen; si tratta piuttosto di vera e propria vessazione, di cavillosità umiliante nei confronti degli ucraini, come a far pagare loro una “colpa” che non hanno assolutamente. Imporre ad esempio di dover buttare delle mele che una ragazza ha con sé, va ben oltre un semplice controllo di frontiera. È vera e propria vessazione. Oppure rimandare indietro un'autovettura perché non ha l'estintore in dotazione all'auto è una ulteriore cavillosità che mostra ostilità e non un'esigenza di sicurezza, ma una umiliazione da imporre a chi si presenta al punto di transito, provenendo da una zona di guerra.
Fonte: Ciro Maddaloni
Gli ucraini meritano il nostro aiuto perché hanno bloccato Putin che era intenzionato ad accomodarsi ai confini dell'Unione Europea. Perché, se è vero che per i tedeschi o gli italiani sarebbe cambiato poco se la Russia fosse riuscita ad invadere l'Ucraina come era nei loro piani, questo non è vero per molti altri paesi dell'Unione. Se gli ucraini non fossero riusciti a bloccare e contenere le manie espansionistiche dei russi, a partire dal mese di febbraio del 2022, la Polonia, la Slovacchia, l'Ungheria, la moldova e la Romania avrebbero oggi ai loro confini la Russia, e non l'Ucraina.
Malgrado questa ovvia considerazione, da molti mesi le guardie della frontiera polacca stanno effettuando controlli “cavillosi” su tutti coloro che dall'Ucraina, per qualsiasi ragione, transitano verso l'Unione Europea. Non si tratta dei controlli routinari previsti dalle procedure per l'ingresso di cittadini da Pesi “terzi” nell'Area Schengen; si tratta piuttosto di vera e propria vessazione, di cavillosità umiliante nei confronti degli ucraini, come a far pagare loro una “colpa” che non hanno assolutamente. Imporre ad esempio di dover buttare delle mele che una ragazza ha con sé, va ben oltre un semplice controllo di frontiera. È vera e propria vessazione. Oppure rimandare indietro un'autovettura perché non ha l'estintore in dotazione all'auto è una ulteriore cavillosità che mostra ostilità e non un'esigenza di sicurezza, ma una umiliazione da imporre a chi si presenta al punto di transito, provenendo da una zona di guerra.
Questo approccio ai controlli non si limita ai documenti di identità delle persone e ai documenti dell'auto che tutti coloro che si presentano ai valichi di frontiera devono avere, ma va ben oltre per rendere il loro passaggio molto più difficoltoso e tortuoso di quanto sia necessario e quanto sia richiesto a garantire gli standard di sicurezza previsti dall'Unione Europea.
E per questa ragione si formano sul versante ucraino file chilometriche di automobili e di autobus che si dirigono verso l'Unione Europea. Si tratta di persone semplici, di gente che lavora in Polonia, in Germania o in Italia, che sono andati in Ucraina a fare visita ai parenti e che stanno semplicemente ritornando ai loro impegni.
Sarebbe opportuno che l'Unione Europea, per rispetto ad un popolo che valorosamente ha difeso la civiltà contro la barbarie della guerra scatenata dai russi, a costo di vite e sofferenze inimmaginabili, imponesse subito ai Paesi membri dei controlli semplificati per gli accessi da e per l'Ucraina a tutti i Paesi dell'Unione Europea che hanno un confine con l'Ucraina.
Almeno questo lo dobbiamo agli ucraini, per aver combattuto valorosamente una guerra per difendere la libertà e la democrazia di tutta l'Europa. Cose che troppo spesso diamo per scontate, dimenticando i sacrifici e il sangue versato per ottenerle.
Per questa ragione è necessario che il Parlamento Europeo e la Commissione Europea intervengano tempestivamente per risolvere questo sgradevole modo di operare della Polonia.
E per questa ragione si formano sul versante ucraino file chilometriche di automobili e di autobus che si dirigono verso l'Unione Europea. Si tratta di persone semplici, di gente che lavora in Polonia, in Germania o in Italia, che sono andati in Ucraina a fare visita ai parenti e che stanno semplicemente ritornando ai loro impegni.
Sarebbe opportuno che l'Unione Europea, per rispetto ad un popolo che valorosamente ha difeso la civiltà contro la barbarie della guerra scatenata dai russi, a costo di vite e sofferenze inimmaginabili, imponesse subito ai Paesi membri dei controlli semplificati per gli accessi da e per l'Ucraina a tutti i Paesi dell'Unione Europea che hanno un confine con l'Ucraina.
Almeno questo lo dobbiamo agli ucraini, per aver combattuto valorosamente una guerra per difendere la libertà e la democrazia di tutta l'Europa. Cose che troppo spesso diamo per scontate, dimenticando i sacrifici e il sangue versato per ottenerle.
Per questa ragione è necessario che il Parlamento Europeo e la Commissione Europea intervengano tempestivamente per risolvere questo sgradevole modo di operare della Polonia.
Ciro Maddaloni
Esperto di eGovernment internazionale
Fonte: Ciro Maddaloni