Trump pensa alla sala da ballo per praticare ... il Circassian Circle
27-10-2025 20:00 - Opinioni
GD – Roma, 27 ott. 25 - Si è parlato molto della nuova sala da ballo che sta per essere costruita alla Casa Bianca, dopo che sarà completato l'abbattimento di un'ala esistente. Evidentemente il presidente Donald Trump vuole incentivare i suoi ospiti a dedicarsi ai balli di coppia o di gruppo, come ad esempio il Circassian Circle (Circolo Circassiano), che prevede un cambio di partner dopo ogni ciclo di figure.
Questo ballo sembra essere perfettamente in linea con quello che sta facendo in questi mesi il presidente americano con i suoi partner internazionali, da quando si è insediato alla Casa Bianca nel mese di gennaio scorso.
Tutti i commentatori di geopolitica hanno sempre detto che Trump ha tentato di compiacere Putin con l'obiettivo, neanche tanto velato, di allontanare la Federazione Russa dalla Cina.
Un obiettivo molto difficile da raggiungere nello stato attuale delle relazioni internazionali tra la Cina e la Russia. Comunque, è un tentativo che poteva avere un suo perché e poteva valere la pena di fare.
Sabato scorso la notizia trapelata da Washington diceva che Trump vedrà a brevissimo il presidente cinese Xi Jinping per affrontare i vari capitoli pendenti sulle relazioni commerciali tra i due Paesi, ma anche per discutere su come fermare l'aggressione di Putin all'Ucraina e cosa fare dopo la caduta del regime. Alcuni collaboratori di Trump riferiscono dei timori del presidente sulla gestione del “dopo Putin”, che richiede la collaborazione anche della Cina. In risposta all'avvicinamento di Trump a Xi, il presidente Putin ha mostrato nelle ultime ore i successi conseguiti con il lancio di un nuovo avanzato missile intercontinentale a propulsione nucleare e in grado di colpire qualsiasi punto del pianeta.
A questa nuova sortita di Putin, la risposta piccata di Trump non si è fatta attendere. In una dichiarazione alla CNN, rilasciata a bordo dell'Air Force One durante il suo viaggio verso l'Asia, ha consigliato al leader russo di concentrarsi sulla fine della guerra in Ucraina, piuttosto che sulla conduzione di test missilistici.
Quindi, mentre prima Trump sperava di usare la Russia per “arginare” la Cina, adesso ha capito che ha bisogno della Cina per controllare e gestire l'imminente crollo della Russia. I consiglieri del presidente Trump sono perfettamente consapevoli che si dovrà occupare e gestire l'immenso territorio della Russia dove sono dislocati 1500 siti nucleari e questo non lo possono fare gli americani e gli europei da soli, ma hanno bisogno anche del supporto della Cina.
Il nuovo stato dei rapporti internazionali è mutato rapidamente e radicalmente dopo il fallimento del tentativo di dialogo tra Trump e Putin che si sarebbe dovuto tenere a Budapest. Il presidente Trump, in conseguenza del mancato incontro con Putin, il 22 ottobre scorso ha deciso di imporre nuove rigidissime sanzioni contro i giganti petroliferi russi Lukoil e Rosneft e sanzioni secondarie contro le banche straniere che facilitano le transazioni per la vendita di petrolio russo, in particolare verso Paesi come Cina, India e Turchia.
Le reazioni di Cina e India sono state rapide e hanno mostrato una prudenza nuova rispetto al passato, confermando subito la sospensione dei suoi acquisti via mare di petrolio russo. Un duro colpo per Mosca a cui rimane la sola opzione di ritorsione bombardando a casaccio le città ucraine.
Intanto il malcontento cresce a Mosca dove ormai oltre a scarseggiare la benzina, le autorità devono chiudere con maggiore frequenza gli aeroporti a causa degli attacchi sempre più intensi dei droni ucraini. Le raffinerie russe e i siti industriali di interesse militare vengono colpiti quotidianamente dagli ucraini anche in aree geografiche che si riteneva fosse inarrivabili, quindi sicure e poco protette dalla contraerea russa.
Dobbiamo, quindi, registrare una situazione in evoluzione veloce dove, per la follia di Putin e del suo entourage, a pagare sono sempre i civili ucraini e i militari ucraini e russi. Vedremo se Trump riuscirà a convincere Xi a tagliare le forniture di componenti e materiali alla Russia, che senza queste forniture dovrà immediatamente rinunciare alle sue azioni aggressive contro l'Ucraina.
Ciro Maddaloni
Esperto di eGovernment internazionale
Fonte: Ciro Maddaloni
Questo ballo sembra essere perfettamente in linea con quello che sta facendo in questi mesi il presidente americano con i suoi partner internazionali, da quando si è insediato alla Casa Bianca nel mese di gennaio scorso.
Tutti i commentatori di geopolitica hanno sempre detto che Trump ha tentato di compiacere Putin con l'obiettivo, neanche tanto velato, di allontanare la Federazione Russa dalla Cina.
Un obiettivo molto difficile da raggiungere nello stato attuale delle relazioni internazionali tra la Cina e la Russia. Comunque, è un tentativo che poteva avere un suo perché e poteva valere la pena di fare.
Sabato scorso la notizia trapelata da Washington diceva che Trump vedrà a brevissimo il presidente cinese Xi Jinping per affrontare i vari capitoli pendenti sulle relazioni commerciali tra i due Paesi, ma anche per discutere su come fermare l'aggressione di Putin all'Ucraina e cosa fare dopo la caduta del regime. Alcuni collaboratori di Trump riferiscono dei timori del presidente sulla gestione del “dopo Putin”, che richiede la collaborazione anche della Cina. In risposta all'avvicinamento di Trump a Xi, il presidente Putin ha mostrato nelle ultime ore i successi conseguiti con il lancio di un nuovo avanzato missile intercontinentale a propulsione nucleare e in grado di colpire qualsiasi punto del pianeta.
A questa nuova sortita di Putin, la risposta piccata di Trump non si è fatta attendere. In una dichiarazione alla CNN, rilasciata a bordo dell'Air Force One durante il suo viaggio verso l'Asia, ha consigliato al leader russo di concentrarsi sulla fine della guerra in Ucraina, piuttosto che sulla conduzione di test missilistici.
Quindi, mentre prima Trump sperava di usare la Russia per “arginare” la Cina, adesso ha capito che ha bisogno della Cina per controllare e gestire l'imminente crollo della Russia. I consiglieri del presidente Trump sono perfettamente consapevoli che si dovrà occupare e gestire l'immenso territorio della Russia dove sono dislocati 1500 siti nucleari e questo non lo possono fare gli americani e gli europei da soli, ma hanno bisogno anche del supporto della Cina.
Il nuovo stato dei rapporti internazionali è mutato rapidamente e radicalmente dopo il fallimento del tentativo di dialogo tra Trump e Putin che si sarebbe dovuto tenere a Budapest. Il presidente Trump, in conseguenza del mancato incontro con Putin, il 22 ottobre scorso ha deciso di imporre nuove rigidissime sanzioni contro i giganti petroliferi russi Lukoil e Rosneft e sanzioni secondarie contro le banche straniere che facilitano le transazioni per la vendita di petrolio russo, in particolare verso Paesi come Cina, India e Turchia.
Le reazioni di Cina e India sono state rapide e hanno mostrato una prudenza nuova rispetto al passato, confermando subito la sospensione dei suoi acquisti via mare di petrolio russo. Un duro colpo per Mosca a cui rimane la sola opzione di ritorsione bombardando a casaccio le città ucraine.
Intanto il malcontento cresce a Mosca dove ormai oltre a scarseggiare la benzina, le autorità devono chiudere con maggiore frequenza gli aeroporti a causa degli attacchi sempre più intensi dei droni ucraini. Le raffinerie russe e i siti industriali di interesse militare vengono colpiti quotidianamente dagli ucraini anche in aree geografiche che si riteneva fosse inarrivabili, quindi sicure e poco protette dalla contraerea russa.
Dobbiamo, quindi, registrare una situazione in evoluzione veloce dove, per la follia di Putin e del suo entourage, a pagare sono sempre i civili ucraini e i militari ucraini e russi. Vedremo se Trump riuscirà a convincere Xi a tagliare le forniture di componenti e materiali alla Russia, che senza queste forniture dovrà immediatamente rinunciare alle sue azioni aggressive contro l'Ucraina.
Ciro Maddaloni
Esperto di eGovernment internazionale
Fonte: Ciro Maddaloni














