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Se anche l’Ungheria entra nella campagna elettorale italiana ...

19-09-2022 09:57 - Opinioni
GD – Roma, 19 set. 22 - La Commissione Europea di Bruxelles ha raccomandato al Consiglio dell'Unione Europea di approvare un taglio di 7,5 miliardi di euro di finanziamenti comunitari destinati all'Ungheria per problemi relativi al rispetto dello Stato di diritto in Ungheria. Su questa richiesta di taglio dei finanziamenti si è scatenata la diatriba fra i partiti politici, disputa che è pesantemente entrata nella campagna elettorale.
Un esponente politico di primo piano, che guida una delle coalizioni in competizione al voto, ha prospettato la possibile della retrocessione del nostro Paese nella “Serie B” dell'Unione Europea, citando l'Ungheria e la Polonia tra i paesi di “Serie B”. Incalzato dalle critiche, anche degli ambasciatori di quei Paesi, ha precisato che sia la Polonia che l'Ungheria non fanno parte dell'Euro, adombrando quindi il pericolo per il nostro Paese di uscire dall'Euro.
Occorre precisare che tra i 27 Paesi che fanno parte dell'Unione Europea solo 19 hanno adottato l'Euro. Tra quelli che non lo hanno adottano, oltre alla Polonia e Ungheria, troviamo anche la Svezia e la Danimarca; Paesi che non sono certamente di “Serie B” in Europa.
Ma andando nello specifico, quali sono le accuse mosse dai funzionari della Commissione Europea all'Ungheria? Premesso che l'Ungheria è una democrazia parlamentare, che il suo Parlamento è stato eletto con regolari elezioni ed il presidente del Consiglio gode della maggioranza parlamentare. Non risultano episodi di repressione violenta, né moti popolari o sollevazioni di piazza del popolo ungherese oppresso contro il Governo; come per esempio a volte sentiamo dalle notizie su scontri tra polizia e manifestanti in Francia.
Ma allora cosa contestano i funzionari ben pagati della Commissione Europea al Governo? La Commissione dà seguito al risultato di un pronunciamento della Corte di Giustizia Europea che, poche settimane prima, ha ritenuto che Polonia e Ungheria abbiano violato i valori fondamentali dell'UE; “violazione grave e persistente da parte di un Paese membro dei principi sui quali poggia l'Unione”. Tra questi principi fondamentali si citano: libertà, democrazia, rispetto dei diritti dell'uomo, delle libertà fondamentali e dello Stato di diritto.
Questo pronunciamento della Corte consente alla Commissione di imporre sanzioni finanziarie agli Stati membri "per proteggere il bilancio".
Ma come si manifestano queste violazioni delle libertà?
Vengono riferite inadempienze sul fronte dell'indipendenza dei media, esattamente come avviene in tutti i Paesi europei; l'autonomia della magistratura, certamente un punto molto dolente anche, ma non solo, nel nostro Paese; la tutela dai crimini d'odio delle minoranze, esattamente come avviene in tutti i Paesi europei; della gestione dei migranti, proprio come accade in tutti i Paesi europei; delle garanzie nei diritti dei lavoratori e della previdenza sociale. Forse su questo ultimo punto meglio stendere un velo pietoso perché nel nostro Paese questa non è una nota dolente ma la durissima realtà lavorativa di milioni di persone.
Media e giustizia sono oggi al centro della polemica del Parlamento Europeo, per il quale in Ungheria è emerso “un sistema costituzionale in cui si svolgono le elezioni ma manca il rispetto di norme e standard democratici”.
A questo punto immagino che tutti i lettori italiani stiano tremando! In Italia negli ultimi 28 anni abbiamo visto di tutto e di più da questo punto di vista: partiti che vincono le elezioni confinati all'opposizione e partiti che, invece, le perdono poi salire al Governo del Paese. Schiere di rappresentanti del popolo eletti con un partito politico e successivamente passati al partito opposto in spregio alla volontà di chi li ha votati. Governi formati a tavolino senza passare per le consultazioni popolari.
Come mai i solerti funzionari della Commissione Europea non si sono accorti di queste palesi violazioni democratiche nel nostro Paese? Forse perché si sono cronicizzate a tal punto da sembrare normali?
E che succederà se adesso dalle elezioni del 25 settembre uscisse una maggioranza che poi magari riuscisse anche a governare senza accordi di palazzo o cambi di casacca in corsa?
Chi vivrà, vedrà.

Ciro Maddaloni
Esperto di eGovernment internazionale

Fonte: Ciro Maddaloni
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