Russia: con Trump ora la confusione impera ancor di più
25-02-2025 11:29 - Opinioni
GD - Ginevra, 25 feb. 25 - A Ginevra si è appena svolto il 17° Summit annuale delle Nazioni Unite per i diritti umani e la democrazia. Mai come in queste ultime due settimane è stato così difficile capire cosa sta succedendo nel mondo.
Il neo presidente USA, Donald Trump, ci ha abituato a prese di posizione estreme, a volte incomprensibili, come quella di accusare Zelensky di rimanere abusivamente alla guida del Paese perché non ha convocato le elezioni per essere riconfermato. Finché queste affermazioni le fa Putin, che non ha alcuna idea di cosa siano le elezioni democratiche, ci può stare, come ha ricordato il direttore della Fondazione Russia Libera, Evgenia Kara-Murza (moglie di Vladimir Kara-Murza) intervistata al Summit da Björn Stritzel, corrispondente capo di "Bild".
Ma se lo dice il presidente degli Stati Uniti d’America, nasce più di un dubbio. Vladimir Kara-Murza che difende gli attivisti contro la guerra, i dissidenti e i prigionieri politici, è un leader dell'opposizione russa, autore, regista e storico, sopravvissuto nel 2015 e nel 2017 a due tentativi di avvelenamento. È entrato in coma e ha rischiato di morire dopo entrambi gli attentati, per la sua opposizione a Putin. È stato arrestato nel 2022 e ha scontato un periodo di durissima detenzione nelle prigioni siberiane. E a Ginevra Vladimir Kara-Murza ha ricordato che "oggi la Russia detiene 1497 prigionieri politici, più di quelli che erano detenuti ai tempi dell'ex Unione Sovietica".
Ha anche affermato che "la propaganda di Putin vuole far credere al mondo intero che tutti i russi sostengono il suo regime, che tutti i russi appoggiano la sua guerra. Ma i fatti parlano più delle parole". Evgenia Kara-Murza nel suo intervento ha ricordato come la propaganda del dittatore russo punti sempre a prospettare minacce di “entità esterne” che metterebbero a rischio la sicurezza della Russia, che per questo è costretta a difendersi.
Questa narrativa molto efficace nei primi mesi di guerra ora diventa sempre meno credibile anche agli occhi dei cittadini comuni. La situazione al fronte delle forze di invasione russa sono disastrose. Ma chiunque evidenzia questa realtà viene imprigionato e silenziato immediatamente perché compromette la narrazione ufficiale di un esercito imbattibile che si sta prodigando per “denazificare” l’Ucraina e neutralizzare la minaccia di un'invasione della Russia.
Sono ormai passati tre anni dal tentativo di invasione completa dell’Ucraina da parte della Russia e 11 anni dall’inizio della guerra con l’annessione della Crimea da parte dei russi. Ci sono quasi due milioni di vittime, ucraine e russe, e oltre 8 milioni di profughi ucraini sparsi per tutta l’Europa.
Per queste ragioni è veramente difficile capire per tutti gli osservatori internazionali e per il Popolo ucraino cosa intenda ottenere il presidente americano riconoscendo di fatto le “ragioni” del dittatore russo e accettando le sue richieste senza tenere conto di quello che è effettivamente successo, delle violenze e della distruzione subite dall’Ucraina.
Trump esprime un’opinione condivisa da tutti coloro che continuano a dire che “non bisognava arrivare alla guerra, che bisognava trovare immediatamente un accordo”. Questo non è successo e dopo tre anni di intensi conflitti, con distruzione e vittime da entrambe le parti, riproporre questa narrativa è semplicemente inutile.
Accettare acriticamente le “motivazioni” della Russia, affermare che il presidente ucraino è responsabile della morte dei suoi concittadini, reclamare la restituzione degli aiuti ricevuti dagli Stati Uniti, come ha fatto Trump, introduce uno scenario molto diverso da quello che tutti noi abbiamo potuto vedere in questi ultimi anni. È vero che la propaganda e la disinformazione russa sono permeate ovunque e molte persone prendono per buone le affermazioni del dittatore russo. Ma che questa narrazione possa essere ripresa acriticamente dall'inquilino della Casa Bianca di Washington DC sinceramente non è facile da capire.
Ma se lo dice il presidente degli Stati Uniti d’America, nasce più di un dubbio. Vladimir Kara-Murza che difende gli attivisti contro la guerra, i dissidenti e i prigionieri politici, è un leader dell'opposizione russa, autore, regista e storico, sopravvissuto nel 2015 e nel 2017 a due tentativi di avvelenamento. È entrato in coma e ha rischiato di morire dopo entrambi gli attentati, per la sua opposizione a Putin. È stato arrestato nel 2022 e ha scontato un periodo di durissima detenzione nelle prigioni siberiane. E a Ginevra Vladimir Kara-Murza ha ricordato che "oggi la Russia detiene 1497 prigionieri politici, più di quelli che erano detenuti ai tempi dell'ex Unione Sovietica".
Ha anche affermato che "la propaganda di Putin vuole far credere al mondo intero che tutti i russi sostengono il suo regime, che tutti i russi appoggiano la sua guerra. Ma i fatti parlano più delle parole". Evgenia Kara-Murza nel suo intervento ha ricordato come la propaganda del dittatore russo punti sempre a prospettare minacce di “entità esterne” che metterebbero a rischio la sicurezza della Russia, che per questo è costretta a difendersi.
Questa narrativa molto efficace nei primi mesi di guerra ora diventa sempre meno credibile anche agli occhi dei cittadini comuni. La situazione al fronte delle forze di invasione russa sono disastrose. Ma chiunque evidenzia questa realtà viene imprigionato e silenziato immediatamente perché compromette la narrazione ufficiale di un esercito imbattibile che si sta prodigando per “denazificare” l’Ucraina e neutralizzare la minaccia di un'invasione della Russia.
Sono ormai passati tre anni dal tentativo di invasione completa dell’Ucraina da parte della Russia e 11 anni dall’inizio della guerra con l’annessione della Crimea da parte dei russi. Ci sono quasi due milioni di vittime, ucraine e russe, e oltre 8 milioni di profughi ucraini sparsi per tutta l’Europa.
Per queste ragioni è veramente difficile capire per tutti gli osservatori internazionali e per il Popolo ucraino cosa intenda ottenere il presidente americano riconoscendo di fatto le “ragioni” del dittatore russo e accettando le sue richieste senza tenere conto di quello che è effettivamente successo, delle violenze e della distruzione subite dall’Ucraina.
Trump esprime un’opinione condivisa da tutti coloro che continuano a dire che “non bisognava arrivare alla guerra, che bisognava trovare immediatamente un accordo”. Questo non è successo e dopo tre anni di intensi conflitti, con distruzione e vittime da entrambe le parti, riproporre questa narrativa è semplicemente inutile.
Accettare acriticamente le “motivazioni” della Russia, affermare che il presidente ucraino è responsabile della morte dei suoi concittadini, reclamare la restituzione degli aiuti ricevuti dagli Stati Uniti, come ha fatto Trump, introduce uno scenario molto diverso da quello che tutti noi abbiamo potuto vedere in questi ultimi anni. È vero che la propaganda e la disinformazione russa sono permeate ovunque e molte persone prendono per buone le affermazioni del dittatore russo. Ma che questa narrazione possa essere ripresa acriticamente dall'inquilino della Casa Bianca di Washington DC sinceramente non è facile da capire.
Alcuni opinionisti vedono nella decisione di Trump di “aiutare il dittatore russo a uscire dall’isolamento internazionale”, la strategia per togliere la Russia dalla influenza cinese. Queste persone si illudono, perché come gli europei hanno diversificato immediatamente le loro fonti di approvvigionamento energetico, i russi hanno diversificato i loro partner commerciali e tecnologici rimpiazzando i paesi occidentali con i cinesi e con i Paesi BRICS. Ormai la Cina ha permeato tutte le aree produttive della Russia e non si farà certamente scalzare dalle aree in cui si sono già affermati. Anche per questo è molto difficile giustificare e accettare le decisioni intraprese dall’Amministrazione americana in merito alla guerra in Ucraina. I consiglieri del presidente Trump dovrebbero valutare più attentamente lo stato delle cose e supportare il presidente nelle scelte difficili che dovranno essere intraprese.
Certamente non possono pensare che gli ucraini “dimentichino” quello che hanno subito in questi anni e che lascino che Putin ottenga tutto quello che ha sempre voluto e che loro non hanno accettato nel 2022. Dopo 3 anni di distruzione e di morte questo non è più possibile.
Certamente non possono pensare che gli ucraini “dimentichino” quello che hanno subito in questi anni e che lascino che Putin ottenga tutto quello che ha sempre voluto e che loro non hanno accettato nel 2022. Dopo 3 anni di distruzione e di morte questo non è più possibile.
Ciro Maddaloni
Esperto di eGovernment internazionale
Fonte: Ciro Maddaloni