News
percorso: Home > News > Opinioni

Rilancio Progetto energetico CASA-1000 e rinnovato ruolo Afghanistan

20-08-2025 09:46 - Opinioni
GD - Roma, 20 ago. 25 - Il clima di cooperazione economica e di dialogo che sta caratterizzando l’Asia Centrale nel corso degli ultimi anni ha consentito lo sviluppo di un ulteriore tassello, ovvero la ripresa dei lavori per la realizzazione del Progetto CASA-1000, acronimo di Central Asia South Asia, una linea di trasmissione ad alta tensione per il trasporto di energia elettrica “pulita” prodotta in Kirghizistan e Tagikistan attraverso l’Afghanistan ed il Pakistan.
Sebbene il progetto sia stato concepito nel primo decennio del secolo - durante la presenza statunitense nella regione a seguito degli eventi dell’11 settembre 2001 - la combinazione tra mancanza di investimenti, veti reciproci tra le Repubbliche centroasiatiche (che impedivano lo sviluppo del potenziale idroelettrico in Tagikistan e Kirghizistan), il ritorno dei Taliban al potere in Afghanistan ad agosto 2021 hanno di fatto rallentato l’implementazione del progetto. Infatti, gli investitori internazionali erano riluttanti a supportare economicamente l’iniziativa per il rischio stabilità e i dubbi sull’affidabilità politica dei Taliban.
In termini generali il progetto venne approvato dalla Banca Mondiale nel 2014, prevedendo un costo complessivo di oltre 1,2 miliardi di dollari. Tuttavia, la volontà di collaborazione dei nuovi governanti di Kabul e la politica estera delle Repubbliche centroasiatiche improntata sul dialogo e sforzi per includere l’Afghanistan nei progetti di connettività e cooperazione regionale hanno reso possibile l’avvio dei lavori per la realizzazione delle infrastrutture in territorio afghano, per le quali si prevede un investimento di 260 milioni di dollari, 160 dei quali forniti dalla Banca Mondiale e già utilizzati per l'acquisto del materiale.
Secondo le stime la porzione afghana verrà completata nel 2026-2027, e dovrebbe fornire royalties per diritti di transito di circa 50 milioni di dollari, fondamentali per il bilancio nazionale dell’Emirato afghano, a supporto degli sforzi per garantire sviluppo economico, stabilità ed integrazione regionale.
Secondo i piani, il Pakistan dovrebbe importare 1 GW di energia elettrica, mentre l’Afghanistan 300 MW, oltre ad usufruire dei diritti di transito degli elettrodotti nel territorio nazionale.
Oltre alla Banca Mondiale, partecipano al progetto una coalizione di partner internazionali come la Banca Islamica di Sviluppo, la Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo, attirate dalla prospettiva di rafforzare la connettività e promuovere la crescita economica della regione.
La rilevanza strategica di questo progetto è fondata sulla possibilità per Bishkek e Dushanbe di esportare il surplus di elettricità del periodo estivo (picco di produzione) verso i mercati afghani e pachistani, che fanno registrare consumi energetici elevati.
In questo modo si delinea la possibilità per queste nazioni prive di idrocarburi (ed in quanto tali dipendenti dalle importazioni di gas e petrolio dalla Russia o dai vicini centroasiatici) di rafforzare la propria condizione di sicurezza energetica attraverso il soddisfacimento della domanda interna e legittimandosi parallelamente come paesi esportatori, rafforzando la cooperazione energetica regionale attraverso un sistema progressivamente integrato.
Per perseguire gli obiettivi di produzione di energia idroelettrica, Tagikistan e Kirghizistan sono impegnate nello sviluppo di due grandi centrali, rispettivamente Roghun (costruzione di una diga sul fiume Vakhsh) e Kambarata (costruzione di una diga sul fiume Naryn): la compagnia italiana Webuild è impegnata nei lavori di realizzazione della diga, considerata la più alta del mondo, che permetterà di raddoppiare la produzione energetica del Paese.
Fabio Indeo
Analista geopolitica
ISIA ISTITUTO ITALIANO PER L’ASIA


Fonte: ISIA