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Quali saranno risultati concreti dei colloqui tra Cina e Russia?

20-03-2023 16:51 - Opinioni
GD – Roma, 20 mar. 23 - Le agenzie di stampa internazionali ci stanno informando che oggi il presidente cinese Xi Jinping è a Mosca per una tre-giorni di incontri con il presidente russo Vladimir Putin e con i funzionari russi.
È evidente a tutti, anche ai cinesi, che Putin ha cominciato una guerra, una aggressione ad uno Stato confinante, un attacco che doveva risolversi in pochi giorni o in poche settimane. Ma poi, invece, è andata in modo totalmente diverso da quello che non solo i russi ma la maggioranza della comunità internazionale pensavano. Le cose non sono andate secondo i piani di Putin e questa devastante guerra ha ormai superato un anno di logorante durata con effetti devastanti sia per l’Ucraina che per la Russia.
Le sanzioni inflitte dalla comunità internazionale alla Russia stanno mettendo il Paese in difficoltà, perché progressivamente si stanno esaurendo anche le scorte di tutti quei materiali che la Russia importa dall’estero. Anche l’import dai mercati paralleli sembra non essere all'altezza di sopperire alle restrizioni imposte dalle sanzioni internazionali.
La pronuncia della Corte Penale Internazionale che ha emesso un mandato d'arresto per crimini di guerra contro Putin è un ulteriore problema per lo zar di Mosca e per la Russia. Per altro, questo è solo il primo mandato di arresto internazionale. Sicuramente altri ne seguiranno sia per Putin che per i membri del suo Governo.
L’incontro con il presidente cinese Xi dovrebbe rappresentare per Putin una sorta di “rientro” sulla scena internazionale, visto che da un anno è escluso da tutti i vertici internazionali.
Uno degli obiettivi ufficiali del vertice di Mosca è la firma di accordi per "approfondire il partenariato globale" tra i due Paesi.
Come hanno commentato alcuni opinionisti britannici, è in momenti come questi che si vede l’aiuto di un amico. Il presidente Xi una volta ha definito Putin come il suo "migliore amico". I due hanno molto in comune: sono entrambi leader autoritari ed entrambi abbracciano l'idea di un "mondo multipolare" privo del dominio statunitense. La visita di Stato del presidente cinese è un segnale positivo per la Russia, ma non è implicito che questo rappresenti un sostegno alla Russia e al suo presidente, perché la Cina non ha alcun interesse a dare questa immagine davanti alla comunità internazionale.
Dmitry Muratov, ex premio Nobel per la pace, ha affermato che "Putin sta tentando di costruire il suo blocco di relazioni internazionali perché non si fida più dell'Occidente”, ma questo blocco di Paesi amici della Russia probabilmente potrà contare su un numero di Paesi inferiore alle dita di una mano. Sappiamo tutti che l’animo umano preferisce stare con i vincitori, mentre i perdenti vengono sempre abbandonati al loro destino. Del resto il discredito dello zar Vladimir è accentuato ulteriormente dal recente mandato d’arresto internazionale, che macchia la già poco limpida buona reputazione del capo del Cremlino. Anche se ad oggi l’Interpol non ha ancora ricevuto il dispositivo di mandato.
Insomma, in questa assurda guerra voluta da Putin, è lui il vero perdente qualunque possa essere l’evoluzione di questo conflitto. Chiaramente Putin sta cercando alleati e di rendere la Russia parte di una fortezza comune con la Cina, così come con l'India, alcune parti dell'America Latina e dell'Africa. Putin sta provando a costruire il suo mondo anti-occidentale. Per raggiungere questo obiettivo il presidente russo deve però prima convincere la Cina ad aderire a questo progetto, altrimenti nessun altro Paese, ad eccezione della Corea del Nord, lo seguirà in questa avventura.
La guerra in Ucraina ha annullato le iniziative di politica interna russa, ha compromesso irrimediabilmente la politica estera e la politica economica del Paese. Sta inoltre lentamente scalfendo il suo consenso popolare, sostenuto da ferree disposizioni vessatorie e limitatrici della libertà di opinione.
L’ossessione di Putin sull’Ucraina ha monopolizzato tutte le iniziative e attività del Paese all’interno e a livello internazionale da un anno a questa parte e non ci sono segnali né spiragli che la situazione possa cambiare nel breve periodo.
Per contrastare le sanzioni occidentali e per sostenere l'economia la Russia ha incrementato il commercio con la Cina, principalmente nel settore energetico. Ma le costruzioni di oleodotti e gasdotti verso Pechino richiedono molto tempo per essere realizzati e saranno possibili solo se la Cina si farà carico dell’investimento. Quindi la Russia potrà vedere un ritorno economico solo nel lungo periodo, mentre le risorse di cui ha bisogno per finanziare questa assurda guerra servono oggi.
Un anno fa Putin e Xi avevano proclamato la collaborazione "senza limiti" tra i due Paesi. Forse per questo il presidente Putin si aspettava che la Cina lo avrebbe aiutato in Ucraina, fornendo alla Russia quei materiali essenziali per sostenere l’impegno militare di Mosca. Gli Stati Uniti affermano che la Cina stia pensando di fare proprio questo. Pechino ha sempre negato e continua a negare.
Come si dice in Russia: "non c'è niente di male a desiderare qualcosa", ma non significa che accadrà. Se c'è una cosa che i fatti l'anno scorso hanno dimostrato è che la "partnership senza limiti" ha dei limiti, specialmente per quanto riguarda le forniture militari e tecnologiche.
Fino ad oggi è evidente che la Cina è stata riluttante a fornire assistenza militare diretta a Mosca per paura di innescare sanzioni secondarie in Occidente contro le compagnie cinesi. Perché per quanto riguarda Pechino, gli interessi della Cina vengono prima dei bisogni della Russia.
Proprio questo punto è stato espresso molto schiettamente in un talk show della TV di Stato russa. "In vista della visita del presidente Xi a Mosca, alcuni esperti sembravano molto eccitati, persino euforici", ha osservato l'esperto militare Mikhail Khodarenok, "ma la Cina può avere un solo alleato: la Cina stessa. La Cina può avere solo una serie di interessi: quelli filo-cinesi. La politica estera cinese non conosce l’altruismo e i cinesi non fanno nulla per gli altri, ma solo se utile ai loro interessi".
L’interesse per il gas russo c’è, ma i cinesi lo otterranno senza supportare la folle guerra di Putin. Lo otterranno a condizioni super vantaggiose quando la Russia di Putin fallirà definitivamente.

Ciro Maddaloni
Esperto di eGovernment internazionale

Fonte: Ciro Maddaloni
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