Paesi ASEAN a COP29: sfide climatiche e potenziale energetico regionale
30-11-2024 11:49 - Opinioni
GD - Roma, 30 nov. 24 - I dieci Stati del sudest asiatico facenti parte dell’organizzazione regionale ASEAN - Brunei, Cambogia, Filippine, Indonesia, Laos, Malesia, Myanmar, Singapore, Thailandia, Vietnam - hanno partecipato alla COP29 tenutasi a Baku, in quanto direttamente interessate dagli effetti del cambiamento climatico, che si configura come una minaccia significativa per la regione. L’Asia Sudorientale risulta infatti altamente vulnerabile all’impatto dei cambiamenti climatici, che danneggiano la biodiversità regionale.
Fonte: ISIA
L’innalzamento delle acque del mare costituisce una minaccia esistenziale per le popolazioni e le comunità stanziate in prossimità della costa, con il rischio di vedere ridotta la terra destinata all’agricoltura a causa della salinizzazione del territorio - condizione che rende impossibile la coltivazione - spingendo le popolazioni ad abbandonare le aree costiere: 87 milioni di persone abitano in aree a rischio inondazioni, sotto i due metri dal livello del mare, considerando che i soli dati disponibili riguardano soltanto Indonesia, Myanmar, Malesia, Thailandia e Vietnam. Queste cinque nazioni fanno parte del gruppo di 20 nazioni al mondo sulle quali grava il maggior impatto del cambiamento climatico. Inoltre, il deterioramento della barriera corallina, l’eccessivo sfruttamento della pesca determinano perdite della biodiversità, imponendo cosi delle politiche mirate a promuovere uno sviluppo sostenibile e un rafforzamento della resilienza ambientale delle comunità costiere.
Nel corso della conferenza annuale delle parti sul cambiamento climatico le nazioni ASEAN hanno espresso un approccio regionale - contenuto in un documento programmatico elaborato nel corso del summit ASEAN tenutosi in Laos due mesi prima della COP29 - che “tiene conto delle responsabilità comuni ma differenziate” delle nazioni del blocco.
Le nazioni del sudest asiatico confermano il loro impegno collettivo nel contrastare gli effetti del cambiamento climatico e nel raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi - solo Myanmar e Filippine non hanno adottato strategie ufficiali volte al raggiungimento della neutralità climatica e all’azzeramento delle emissioni inquinanti entro il 2050-2060 pur sottolineando la rilevanza del rafforzamento dello strumento della finanza climatica: l’ASEAN stima infatti un costo di adattamento delle politiche climatiche pari a 422 miliardi di dollari entro il 2030.
La Strategia ASEAN per la neutralità carbonica rappresenta la piattaforma programmatica attraverso la quale rafforzare e concretizzare gli sforzi collettivi, realizzando le quattro priorità chiave per promuovere il processo di transizione energetica: sviluppare l’industria verde, valorizzando l’enorme e diversificato potenziale esistente di fonti di energia rinnovabile (idroelettrico in Laos, geotermico in Indonesia e nelle Filippine, solare in Vietnam e Malesia), non soltanto per la domanda interna ma anche per le esportazioni in ambito regionale, attraverso il progetto ASEAN Power Grid, una rete integrata di distribuzione regionale di elettricità “pulita” prodotta da rinnovabili; interoperabilità tra le nazioni ASEAN, attraverso la realizzazione di interconnessioni per la distribuzione di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili; mantenere standard di credibilità globale, per attirare investimenti e capitali internazionali necessari per lo sviluppo (considerato che secondo le stime riportate dal documento, sarebbero necessari 3700 miliardi/6700 miliardi di dollari di investimenti verdi entro il 2050); sviluppo delle “green capabilities”, ovvero formare personale per gestire la transizione energetica.
Nei prossimi mesi, un ruolo chiave nel coordinare gli sforzi regionali verso la transizione verde verrà sicuramente giocato dalla Malesia, nazione che assumerà la presidenza ASEAN nel 2025, grazie anche alla Politica Nazionale per il Cambiamento Climatico 2.0: attraverso questo documento Kuala Lumpur intende promuovere uno sviluppo sostenibile, attraverso un potenziamento dello strumento della finanza climatica e delle partnership internazionali, con l’obiettivo di azzerare le emissioni inquinanti entro il 2050.
Fabio Indeo
Analista di geopolitica
ISIA Istituto Italiano per l'Asia
Fonte: ISIA