Organizzazione mondiale scrittrici e giornaliste: “donne devono essere parte attiva nei processi di pace”
14-11-2025 23:21 - Parlamento
GD - Roma, 14 nov. 25 - Le Donne devono essere parte attiva nei processi di pace e nella prevenzione delle guerre. “Bisogna trasformare i principi in azioni concrete. Includere le donne nei tavoli decisionali, nelle missioni internazionali, nella diplomazia di pace. Solo così potremo dire di avere imparato qualcosa dal grido delle donne di Gaza”. É l'appello lanciato nella sala stampa della Camera dei Deputati, da Alba Kepi, presidente della sezione italiana dell'Organizzazione Mondiale delle giornalisti e scrittrici (Ammpe) durante un convegno sulla condizione delle donne di Gaza.
All'Italia, l'Ammpe chiede di agire per un ruolo “più diretto ed operativo” delle donne nei processi di pace e prevenzione delle guerre “perché, la pace non può essere costruita sopra il silenzio delle donne”. Attualmente soltanto nel 7% delle mediazioni internazionali sono presenti rappresentanze femminili, e questo in contrasto con la Risoluzione 1365 dell'ONU, di 25 anni fa, che prevede il “ruolo essenziale” delle donne nei negoziati di pace. Anche l'Unione Europea sostiene la necessità di una nuova road map verso un diplomazia più femminile. Ma la politica internazionale sembra ignorare qualsiasi passo in quella direzione.
Secondo Patricia Mayorga, vicepresidente dell'Ammpe, mai come in questo momento sarebbe impensabile proporre a Gaza una pace preparata senza che alla sua predisposizione abbiano partecipato le donne palestinesi, e questo “perché sono loro che vivono una condizione umanitaria insostenibile, che subiscono le violenze più atroci e non possono non aver voce nel disegnare il proprio futuro”.
Alba Kepi ha denunciato il “silenzio mediatico sulle donne a Gaza”.
Fonte: Carlo Rebecchi
All'Italia, l'Ammpe chiede di agire per un ruolo “più diretto ed operativo” delle donne nei processi di pace e prevenzione delle guerre “perché, la pace non può essere costruita sopra il silenzio delle donne”. Attualmente soltanto nel 7% delle mediazioni internazionali sono presenti rappresentanze femminili, e questo in contrasto con la Risoluzione 1365 dell'ONU, di 25 anni fa, che prevede il “ruolo essenziale” delle donne nei negoziati di pace. Anche l'Unione Europea sostiene la necessità di una nuova road map verso un diplomazia più femminile. Ma la politica internazionale sembra ignorare qualsiasi passo in quella direzione.
Secondo Patricia Mayorga, vicepresidente dell'Ammpe, mai come in questo momento sarebbe impensabile proporre a Gaza una pace preparata senza che alla sua predisposizione abbiano partecipato le donne palestinesi, e questo “perché sono loro che vivono una condizione umanitaria insostenibile, che subiscono le violenze più atroci e non possono non aver voce nel disegnare il proprio futuro”.
Alba Kepi ha denunciato il “silenzio mediatico sulle donne a Gaza”.
Paola Donnini ha incentrato il proprio intervento su " Lle madri di Gaza che convivono con la morte”.
Raffaella Pergamo ha parlato dell'"ecocidio di Gaza”, e Paola Milli della denuncia dell'Onu relativa alle violenze ed agli stupri delle palestinesi nelle carceri israeliane”,
Marzia Giglioli delle “Connessioni per una pace possibile" e del ruolo delle donne.
I lavori del convegno si sono aperti con i saluti di Anna Ascani, vicepresidente della Camera dei deputati (in videomessaggio) e con l'intervento introduttivo dell'on. Andrea De Maria. A moderare il dibattito, la giornalista Laura Galesi.
I lavori del convegno si sono aperti con i saluti di Anna Ascani, vicepresidente della Camera dei deputati (in videomessaggio) e con l'intervento introduttivo dell'on. Andrea De Maria. A moderare il dibattito, la giornalista Laura Galesi.
Carlo Rebecchi
Fonte: Carlo Rebecchi














