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ONU: multilateralismo e solidarietà internazionale le richieste Sud mondo

26-09-2022 19:35 - Opinioni
GD – New York, 26 set. 22 - La 77ª Assemblea Generale dell’ONU ha avuto come tema principale l’invasione della Russia ai danni dell’Ucraina. Tra i discorsi più attesi c’è stato, ovviamente, quello del Ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, che ha ribadito per l’ennesima volta la mancanza di alternative per il suo paese rispetto ad una operazione militare speciale e l’accusa rivolta all’intero occidente di voler distruggere la Russia. Molto dura la risposta degli Usa che, attraverso il presidente Joe Biden, ha lanciato un messaggio all’Ucraina.
Altra questione che ha tenuto banco e catturato l’attenzione dell’opinione pubblica internazionale è stata la proposta (non innovativa) del Primo Ministro di Israele, Yair Lapid, per un accordo con i palestinesi che prevede due Stati per due popoli, con la condizione principale posta dal leader israeliano: che il futuro Stato della Palestina non costituisca un pericolo per l’esistenza del Paese da lui guidato. Il discorso ha fatto scalpore tra gli esperti della Regione poiché da diversi anni i delegati israeliani non facevano menzione della questione dal palco dell’ONU.
I diritti delle donne in Iran sono entrati violentemente nell’agenda dell’Assemblea a seguito dell’uccisione di Masha Amini, rea di non aver indossato correttamente il velo, da parte della Polizia Morale iraniana. Atto che ha scatenato feroci proteste nel Paese che non accennano a placarsi, causando poi decine di morti, e messo in difficoltà il presidente Raisi che ha promesso un’inchiesta per appurare cosa sia realmente accaduto alla giovane uccisa.
L’Assemblea sarebbe stata anche la sede ideale per fare dei progressi in merito all’accordo del 2015 sul nucleare iraniano, ma apparentemente nulla di concreto si è mosso su quel fronte.
È rimasta sullo sfondo l’istanza dei Paesi del Sud del mondo per un maggiore multilateralismo e una reale solidarietà tra gli Stati. Ad alzare il velo per primo è stato il presidente del Malawi, Lazarus Chakwera, che ha sostenuto che “l’economia globale è attualmente una casa che va a fuoco e, mentre i paesi più grandi e più ricchi cercano di evacuare per primi, vengono lasciati indietro gli Stati con maggiori difficoltà”. Il presidente ha poi aggiunto che “se le Nazioni Unite fossero davvero una famiglia la pratica del ‘non lasciare indietro nessuno’ dovrebbe essere applicata, e non solo augurata”.
Il vicepresidente della Tanzania, Philip Isdor Mpango, è stato ancora più duro affermando che “l’unilateralismo guidato dall’avidità sta portando il mondo intero, dai più ricchi ai più poveri, verso una catastrofe inevitabile”.
Taneti Maamau Beretitenti, presidente del Kiritati, ha ricordato ai delegati presenti nella 77ª Assemblea Generale dell’ONU che i fondatori dell’Organizzazione internazionale avevano come volontà principale quella di prevenire future disastrose guerre, ma anche l’obiettivo di migliorare lo stile di vita in ogni angolo del globo. Il presidente ha poi aggiunto che il rischio di “un regionalismo eccessivo è quello di guardare esclusivamente ad alcuni interessi nazionali, piuttosto che al bene comune superiore. Le disparità non vengono eliminate da grandi discorsi o da risoluzioni dell’ONU, ma da una maggiore solidarietà internazionale”.
Il presidente delle Filippine, Ferdinand Marcos Jr, ha utilizzato la pandemia da Covid-19 come esempio per spiegare la differenza che sussiste tra i Paesi ricchi e quelli poveri, affermando che “le nazioni benestanti hanno subito acquistato e ricevuto il vaccino, mentre gli altri Stati hanno dovuto aspettare che fossero completi i primi cicli di vaccinazione per ricevere le prime dosi”.
Timor Est ha invece posto l’attenzione sul doppio standard utilizzato dall’Occidente per la guerra in Ucraina, per cui sono stati inviati centinaia di miliardi di dollari di aiuti (militari e umanitari), mentre per gli altri conflitti nel globo non è stato mobilitato alcun tipo di supporto alla popolazione.
Il Sud del mondo ha provato, insomma, a far sentire la propria voce in questa importante occasione internazionale richiedendo, in maniera corale, una maggiore cooperazione tra i Paesi per uscire dalla crisi economica globale che rischia di colpire molto duramente questi Stati e generare ulteriori disordini regionali.

Andrea Cantelmo
Politologo e analista geopolitico

Fonte: Andrea Cantelmo
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