22 Maggio 2025
[Testata sito web Giornale Diplomatico]
News
percorso: Home > News > Opinioni

ONU: famiglie sotto pressione, variabile strategica nuovo disordine globale

15-05-2025 12:09 - Opinioni
GD - New York, 15 mag. 25 – Nella cornice del Palazzo di Vetro, la Giornata Internazionale delle Famiglie assume quest’anno un significato che va oltre la celebrazione simbolica. L’intervento introduttivo di Renata Kaczmarska, focal point del Programma ONU sulle politiche familiari, ha riacceso l’attenzione su un nodo cruciale dell’architettura sociale globale: la famiglia come infrastruttura primaria della coesione, ma anche come indicatore sensibile delle tensioni sistemiche in atto.
Nel quadro internazionale attuale — segnato da una transizione multipolare instabile, da pressioni demografiche asimmetriche e da persistenti disuguaglianze strutturali — la condizione delle famiglie si presenta come un prisma attraverso cui leggere vulnerabilità trasversali e potenziali linee di frattura sociale.
La famiglia come indicatore geopolitico. Lungi dall’essere un’unità apolitica o neutra, la famiglia si configura oggi come una variabile strategica nei processi di governance interna e cooperazione multilaterale. Le crisi familiari, infatti, non sono più circoscritte alla sfera del disagio privato: diventano fattori di instabilità quando si trasformano in vettori di esclusione, spinta migratoria o radicalizzazione latente. In questo senso, la famiglia rappresenta un sensore precoce delle criticità che investono lo Stato-nazione, il mercato del lavoro e i sistemi educativi.
In Europa, il tema si declina nel contesto del calo demografico, della precarietà giovanile e della tenuta del welfare intergenerazionale. In Africa e in Medio Oriente, l’erosione delle strutture familiari a causa di conflitti protratti, migrazioni forzate e vulnerabilità economiche sta generando vuoti di governance informale che spesso vengono occupati da attori non statali, compresi gruppi armati o organizzazioni religiose con agende proprie.
Le politiche familiari come strumenti di resilienza nazionale. L’Italia, attraverso il recente Piano Nazionale per la Famiglia 2025–2027, ha fornito un esempio di approccio integrato che combina sostegno alla genitorialità, ampliamento dei servizi per l’infanzia e misure per riequilibrare tempi di vita e lavoro. Tuttavia, la vera sfida risiede nell’armonizzazione di queste politiche con le dinamiche macro-strutturali globali: migrazione, transizione digitale, urbanizzazione, mutamento dei ruoli di genere.
La famiglia diventa, in tal senso, un hub di resilienza nazionale. Ma senza un’efficace capacità di proiezione internazionale e senza la costruzione di un consenso multilaterale sul tema, anche le migliori politiche rischiano di rimanere confinate nella dimensione domestica.
Doha 2025: rilanciare la dimensione sociale della diplomazia multilaterale. Sarà il Vertice Mondiale sullo sviluppo sociale, previsto a Doha dal 4 al 6 novembre prossimo, a fornire un banco di prova per la volontà politica della comunità internazionale di affrontare queste questioni in modo strutturale. A trent’anni dalla Dichiarazione di Copenaghen, il tema della famiglia deve essere riletto in chiave geopolitica: come dispositivo di stabilità, attore di sviluppo e strumento di prevenzione dei conflitti sociali latenti.
La presidenza del Vertice ha già annunciato la volontà di integrare nelle conclusioni finali linee d’azione vincolanti su temi quali l’educazione familiare, la protezione dei minori nei contesti fragili, l’equilibrio tra politiche sociali e fiscalità demografica. Resta però da verificare se tali impegni si tradurranno in leve operative capaci di incidere sulle agende nazionali, in un momento in cui molte capitali sono assorbite da priorità interne o dinamiche di rivalità regionale.
Oltre la retorica, verso una diplomazia sociale proattiva. Il futuro della diplomazia sociale — se intesa come campo operativo della cooperazione multilaterale — dipenderà dalla capacità di includere le famiglie nei meccanismi strategici di previsione e gestione del rischio. In un’epoca di frammentazione globale, riconoscere il ruolo delle famiglie come soggetto geopolitico significa intervenire lì dove si formano le identità, si trasmettono i valori e si negozia il consenso sociale.
In definitiva, il dibattito aperto oggi alle Nazioni Unite non può limitarsi a una celebrazione istituzionale. Deve rappresentare un’occasione per riportare la questione familiare all’interno del lessico della sicurezza umana, dello sviluppo sostenibile e della diplomazia anticipatoria. Solo così sarà possibile trasformare la famiglia da punto di fragilità in leva di stabilità globale.

Cristina Di Silvio
Esperta di Relazioni Internazionali


Fonte: Cristina Di Silvio
[]
[]
[]
[]
[]
[]
[]
[]
[]
[]
[]
Media partnership
[]

Realizzazione siti web www.sitoper.it
cookie