ONU: amb. Massari, "Stati tornino al rispetto del diritto internazionale"
30-04-2025 18:27 - Ambasciate

GD - Napoli, 30 apr. 25 - L’ambasciatore Maurizio Massari, rappresentante permanente d’Italia alle Nazioni Unite, a Napoli oggi ha tenuto una lectio magistralis all’Università Federico II in occasione dell’iniziativa "80 anni delle Nazioni Unite tra crisi e pace".
Fonte: Redazione
Nel suo intervento il diplomatico italiano ha tra l'altro rilevato che "per le Nazioni Unite non è un momento facile, anzi è un momento complicato. Lo è per le Nazioni Unite e per tutto il sistema multilaterale, ma credo sia assolutamente nostro interesse, interesse dell’Italia e dell’Europa, sostenerlo e difenderlo perché noi abbiamo bisogno di un mondo che sia fondato sulle regole, sui principi della cooperazione multilaterale e le Nazioni Unite sono questa piattaforma importante, globale che assicura queste regole e questi principi”.
L’ambasciatore ha inoltre sottolineato che “naturalmente bisogna riconoscere che ci sono delle difficoltà, degli spazi di miglioramento anche dell’efficienza delle Nazioni Unite e, infatti, è in corso l’esercizio, lanciato per l’80° anniversario dal segretario generale Guterres, per razionalizzare la macchina e la burocrazia della Nazioni Unite per renderla più economica e più performante”.
Massari ha poi rilevato che “esistono sfide globali che richiedono soluzioni globali e che, quindi, hanno bisogno di queste istituzioni globali. Credo che sia interesse di tutti cercare di andare nella direzione della cooperazione perchè da soli i problemi globali non si possono risolvere. Sfide globali come la sicurezza alimentare, il cambiamento climatico, le migrazioni, l’intelligenza artificiale richiedono la cooperazione tra i Governi, tra gli Stati e queste cooperazioni si possono sviluppare attraverso le istituzioni multilaterali, come appunto le Nazioni Unite”.
Sul piano politico, invece, l’amb. Massari ha evidenziato come “le aspettative sono limitate. L’Europa è divisa ogni volta: ad esempio rispetto alle risoluzioni sulla crisi a Gaza l’Europa si presenta in blocchi: uno filo palestinese, un nucleo di due-tre Paesi filo israeliani, e poi c’è un gruppo, in cui c’è anche l’Italia, che riconoscono il legittimo diritto di Israele all’esistenza e all’autodifesa e allo stesso tempo credono che la soluzione di fondo sia quella dei due Stati. Purtroppo, l’Unione Europea non riuscendo ad esprimere una voce unica indebolisce il proprio peso. Se riuscisse a parlare con una voce unica le cose andrebbero meglio”.
Secondo l'amb. Massari un’altra sfida con cui l’ONU deve confrontarsi è la riforma del paecekeeping che “resta una funzione chiave delle Nazioni Unite”. Secondo i numeri riferiti, oggi sono 11 le missioni nel mondo con poco più di 100 mila uomini nelle truppe ONU, di cui le più numerose in Africa, e i contributori di truppe sono soprattutto i Paesi del Sud globale e l’Italia, tra i Paesi occidentali, è “il maggiore contributore con circa mille uomini”.
L’ambasciatore ha inoltre sottolineato che “naturalmente bisogna riconoscere che ci sono delle difficoltà, degli spazi di miglioramento anche dell’efficienza delle Nazioni Unite e, infatti, è in corso l’esercizio, lanciato per l’80° anniversario dal segretario generale Guterres, per razionalizzare la macchina e la burocrazia della Nazioni Unite per renderla più economica e più performante”.
Massari ha poi rilevato che “esistono sfide globali che richiedono soluzioni globali e che, quindi, hanno bisogno di queste istituzioni globali. Credo che sia interesse di tutti cercare di andare nella direzione della cooperazione perchè da soli i problemi globali non si possono risolvere. Sfide globali come la sicurezza alimentare, il cambiamento climatico, le migrazioni, l’intelligenza artificiale richiedono la cooperazione tra i Governi, tra gli Stati e queste cooperazioni si possono sviluppare attraverso le istituzioni multilaterali, come appunto le Nazioni Unite”.
Sul piano politico, invece, l’amb. Massari ha evidenziato come “le aspettative sono limitate. L’Europa è divisa ogni volta: ad esempio rispetto alle risoluzioni sulla crisi a Gaza l’Europa si presenta in blocchi: uno filo palestinese, un nucleo di due-tre Paesi filo israeliani, e poi c’è un gruppo, in cui c’è anche l’Italia, che riconoscono il legittimo diritto di Israele all’esistenza e all’autodifesa e allo stesso tempo credono che la soluzione di fondo sia quella dei due Stati. Purtroppo, l’Unione Europea non riuscendo ad esprimere una voce unica indebolisce il proprio peso. Se riuscisse a parlare con una voce unica le cose andrebbero meglio”.
Secondo l'amb. Massari un’altra sfida con cui l’ONU deve confrontarsi è la riforma del paecekeeping che “resta una funzione chiave delle Nazioni Unite”. Secondo i numeri riferiti, oggi sono 11 le missioni nel mondo con poco più di 100 mila uomini nelle truppe ONU, di cui le più numerose in Africa, e i contributori di truppe sono soprattutto i Paesi del Sud globale e l’Italia, tra i Paesi occidentali, è “il maggiore contributore con circa mille uomini”.
Fonte: Redazione