22 Maggio 2025
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Non resta che spezzare davvero l''asse del male'

08-05-2025 17:01 - Opinioni
GD - Roma, 8 mag. 25 - Succede molto spesso che le persone si chiedano se siamo alla vigilia della Terza Guerra Mondiale. Esse dovrebbero sapere che siamo già da molto tempo nella Terza Guerra Mondiale e che l’unica cosa che possiamo e dobbiamo fare è "Spezzare l'asse del male"!. La frase è stata coniata dal presidente degli Stati Uniti, George W. Bush, nel suo discorso sullo stato dell'Unione del 29 gennaio 2002, per rispondere alla minaccia terroristica che aveva colpito gli Stati Uniti con l’attentato alle Torri Gemelle dell’11 settembre nel 2001. Il presidente Bush aveva prospettato l’esigenza di combattere questo 'asse del male' che minacciava la stabilità della pace nel mondo.
Ai tempi di Bush e degli attentati alle Torri Gemelle, si riteneva che l’'asse del male' fosse formato dall'Iraq sotto Saddam Hussein, l'Iran e la Corea del Nord che fungevano da corollario all’Iraq. Le evidenze seguite alla fine della guerra contro l’Iraq hanno dimostrato che questa valutazione era in parte sbagliata in quanto l’Iraq non rappresentava un pericolo reale, ma era solo la propaganda, da parte di un pazzo sanguinario, che ha rovinato il suo Paese.
Oggi si è consolidato un nuovo 'asse del male', una nuova catena di Paesi che stanno facendo di tutto per destabilizzare il mondo. La Russia che ha scatenato la guerra in Ucraina ha trovato come alleati l’Iran e la Corea del Nord. A sua volta l’Iran fomenta gli Hezbollah in Libano e gli Houthi in Yemen.
Abbiamo visto che questo 'asse del male' può essere contrastato e può essere battuto anche facilmente, come è successo in Siria dove il regime sanguinario di Bashar Al Assad, sostenuto dalla Russia e dall’Iran, è stato spazzato via dai ribelli interni con il supporto della sola Turchia.
La Turchia ha sostenuto attivamente l'esercito nazionale siriano, che si è opposto al regime di Al Assad e ha condotto anche operazioni militari nel nord della Siria con l'obiettivo principale di contrastare le forze curde (SDF) perché considerate come una minaccia alla sicurezza nazionale turca.
Israele con il supporto degli Stati Uniti ha avviato una serie di azioni per neutralizzare la minaccia yemenita che, proprio nei giorni scorsi, ha tentato di colpire con un missile l'aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv. Poi gli Israeliani hanno distrutto l’aeroporto di Sanà e stanno attaccando le basi militari yemenite per prevenire ulteriori azioni terroristiche da parte degli Houthi che sono armati e sostenuti dall’Iran. Dopo che hanno subito le ritorsioni israeliane, gli yemeniti hanno chiesto il cessate il fuoco.
In Libia il generale Khalifa Haftar è sostenuto dalla Russia, ma anche dai paesi arabi (Egitto, Emirati Arabi, Arabia Saudita) che vedono in lui un baluardo per contrastare l’avanzata dei Fratelli Musulmani nella regione e in tutto il Nord-Africa. Anche la Francia sta sostenendo Haftar, quindi, indirettamente sono nella “stessa cordata” con la Russia di Putin!
C’è la guerra infinita, che si trascina da decenni tra India e Pakistan, e che negli ultimi giorni ha subito una recrudescenza molto pericolosa. Anche questo conflitto irrisolto potrebbe portare a conseguenze drammatiche. Esiste un 'asse del male' che va dall’Iran alla Cina e arriva al Pakistan, mentre per l’India esiste un asse di supporto che vede gli Stati Uniti, ma anche la Russia che mantiene da qualche decennio una cooperazione in ambito militare con l’India.
Per le ragioni esposte, sarebbe auspicabile che i Paesi occidentali facessero uno sforzo per chiarire, prima di tutto tra di loro, chi aiuta chi e come. Questo per evitare di trovarsi in situazioni in cui un dato Paese è alleato in un caso e in altri contesti è il nemico acerrimo.
I Paesi occidentali che si fondano su democrazie consolidate, dovrebbero decidere tutte insieme di “cinturare” quelle dittature (o democrature) che perseguono azioni di destabilizzazione in altri paesi. Così facendo si potrebbe avere una migliore visione delle azioni mirate da porre in essere per “spezzare l’asse del male”, quindi ridurre e se possibile eliminare tutte queste situazioni di conflitto che non giovano ai Paesi che sono coinvolti, né al “mondo globalizzato” in generale che per prosperare e crescere ha bisogno di pace e stabilità.
Se si riuscisse a fare questa operazione di buonsenso e di buona volontà, forse si potrebbe dare una risposta a tutte quelle popolazioni che soffrono da sempre gli effetti devastanti di questi conflitti.
Perché quando si ha a che fare con questi dittatori, questi fanatici ma sicuramente sanguinari, bisogna mostrare compattezza e determinazione. Niente distinguo, niente eccezioni. Come disse nel 1944 il generale americano Curtis LeMay, che aveva poca fiducia nella diplomazia e negli accordi di controllo degli armamenti: “solo una dimostrazione di forza schiacciante da parte degli Stati Uniti, può scoraggiare i potenziali nemici e costringerli a negoziare”. Questa affermazione è più che mai valida anche ai giorni nostri.

Ciro Maddaloni
Esperto di eGovernment internazionale


Fonte: Ciro Maddaloni
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