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Ministro Di Maio a 360° ospite a colazione del GEI a New York

26-09-2021 17:54 - Farnesina
Il ministro Luigi Di Maio con Mario Platero Calvo alla riunione del GEI a New York Il ministro Luigi Di Maio con Mario Platero Calvo alla riunione del GEI a New York
GD - New York, 27 set. 21 – Nella fitta agenda del ministro degli Esteri Luigi Di Maio a New York per l’assemblea generale dell’ONU, è stato trovato spazio per una conversazione con colazione con il GEI Gruppo Esponenti Italiani a Manhattan. Così di prima mattina il ministro ha incontrato imprenditori, professionisti della finanza e dell'economia, rappresentanti delle grandi aziende italiane in USA riuniti nel GEI di New York, con cui si è confrontato a 360° ed a cui ha detto: «Tra Italia e USA è scattato un dinamismo economico incoraggiante…anche sulla capacità di attrarre investimenti… È nostra responsabilità ora rendere strutturale questo entusiasmo e lo stiamo facendo mettendo in campo riforme ferme da 30 anni….».
È stata una piacevole conversazione condotta abilmente dal giornalista Mario Platero Calvo, presidente del GEI ed abile regista dell'evento, nel corso della quale il giovane ministro degli Esteri ha travalicato la lunga lista di cifre dei suoi appunti introduttivi per ripetere che «l’Italia si sta preparando ad una vera accelerazione nell’investire i 230 miliardi di euro della ripresa assegnati dall’Europa. Ma deve anche attrezzarsi ad avere tutte le competenze strategiche necessarie per arrivare a questa grande svolta e alla crescita collegata».
Ma soprattutto Di Maio ha lanciato un esplicito appello ai professionisti italiani attivi in USA (diversi dei quali collegati in streaming) a dare una mano con progetti innovativi. «Dobbiamo continuare ad abbattere barriere che ci impediscono non solo di fare semplificazione, ma anche squadra all’interno del Governo, guidato con grande determinazione e prestigio da Mario Draghi, che punta a dare all’Italia un ruolo di sempre maggior protagonismo a livello europeo internazionale».
Inoltre il ministro ha aggiunto: «non possiamo avere decisioni che devono passare attraverso 4 ministeri e 5 agenzie nazionali più quelle locali. Invece dobbiamo coordinarci meglio e più in fretta se vogliamo davvero fare sistema».
Poi, per far capire che l’Italia ha davanti mesi molto stimolanti ma anche di forte responsabilità, il ministro Di Maio ha precisato: «più di mezza Europa si è indebitata per darci fiducia e col recovery plan noi dobbiamo dimostrare di saper spendere guardando al futuro e di saper essere all’altezza del compito. Ecco perché ben vengano tutti i contributi che i membri del GEI possono portare per contribuire alla crescita del sistema paese con progetti e attività».
Citando una battuta che circolava a Bruxelles durante le intense negoziazioni affidate all’amb. Maurizio Massari (che oggi è il nuovo rappresentante permanente dell’Italia alle Nazioni Unite), il ministro ha detto: «Mi hanno bisbigliato nell’orecchio: state attenti perché quello che adesso soolecitate è una richiesta impegnativa di fondi e potreste ottenerli. E ora l’Italia li ha ottenuti e i progetti vanno trasformati in pratica sfruttando proprio la compattezza di un Governo sostanzialmente unitario al quale le borse continuano a credere».
Poi, lanciando un eloquente sorriso e impegnativo riconoscimento a Mariangela Zappia, neo ambasciatore italiano a Washington DC, ossia il principale punto di riferimento italiano negli Stati Uniti, Di Maio ha anticipato che «entro i prossimi mesi, soprattutto dopo la riapertura delle frontiere a novembre, arriveranno in America non solo molti ministri, ma anche grandi manager e investitori per stringere alleanze, riagganciare e sviluppare diversi piani, comuni come ad esempio l’ambiente e la sostenibilità facendo sponda con gli Stati Uniti».
Sollecitato dalle domande di finanzieri e imprenditori a tratteggiare i rapporti attuali fra Italia e Stati Uniti dopo la pandemia, il ministro degli Esteri italiano ha sintetizzato dicendo: «I nostri rapporti bilaterali non sono mai stati così forti. Ma per pesare ancora di più l’Italia deve potersi muovere sempre su una linea comune europea che adesso, almeno in politica estera, ancora non esiste».
Tra l’altro il capo della Farnesina ha toccato il tema della NATO e sul ricorrente bisogno che essa sia riformata. «L’Italia ha interesse a diventare un punto di riferimento euro-atlantico, ma ci guadagna di più se è l’Europa a sedersi col suo peso ai grandi tavoli mondiali. Non è possibile con 27 Paesi membri definire una politica estera o di difesa all’unanimità. Vanno cercati altri meccanismi di voto che possono magari non essere una maggioranza semplice, ma semmai a maggioranza qualificata per prendere rapidamente le decisioni importanti anche di sicurezza, che interessano l’intera Unione. E questo vale anche per la difesa comune dalla quale può nascere una vera industria di difesa europea».
Sollecitato da diverse domande sulla disputa dei sottomarini a propulsione nucleare per l’Australia, che ha spiazzato la Francia, il ministro Di Maio ha sostenuto di aver visto «con favore il disgelo dopo la telefonata fra Biden e Macron», ma ha insistito che «anche a livello globale, la nascita di Aukus, la nuova intesa militare tra USA, Inghilterra e Australia, rischia di essere una risposta parziale senza una vera partecipazione europea nell’elaborazione degli scenari globali»
Infine Di Maio ha spostato i riflettori sul prossimo G20 a guida italiana, un vero fiore all’occhiello per l’Italia che punta molto alla sua riuscita. «Ci saranno i grandi leader, ci saranno le differenze, che rimangono. Ma tutto avverrà sotto la grande regia del premier Draghi. E per l’Italia questo è già un grande segno di credibilità internazionale», ha detto.

Fonte: Redazione
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