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L’arma della disinformazione e Italia “ventre molle” dell’Europa

15-07-2025 06:47 - Opinioni
GD - Roma, 15 lug. 25 - L’arma della disinformazione e il “ventre molle” dell’Europa. Da studi condotti dall’Osservatorio EDMO European Digital Media Observatory e dal EU Disinfo Lab emerge una realtà preoccupante per il nostro Paese, dove risulta che la disinformazione è fortemente radicata in una larghissima parte della popolazione.
Il panorama disinformativo italiano sfrutta argomenti salienti, polarizzanti e che dividono il pubblico. La disinformazione è spesso basata su eventi reali e preoccupazioni legittime, ma che vengono presentati, attraverso i social media e vari blog, con informazioni fuorvianti o imprecise. Le stesse narrazioni “complottiste” vengono ciclicamente aggiornate e riproposte per adattarsi alle diverse situazioni all’attenzione della pubblica opinione in uno specifico periodo (i vaccini, il Covid, la guerra in Ucraina, la situazione in Iran, l’Unione Europea).
La disinformazione viene regolarmente utilizzata da alcuni partiti come strumento di comunicazione politica. Viene presentata e amplificata da esponenti politici, anche di primo piano, per aumentare la presa sulla popolazione.
In Italia non è stata mai adottata una legislazione specifica per contrastare la disinformazione, per il timore di limitare la libertà di parola e conferire alle autorità in carica un potere eccessivo.
Questo timore ha bloccato tutti i tentativi di regolamentazione, agevolando in tal modo la “giungla” delle varie piattaforme social, blog e forum vari.
A questo si aggiunge il fatto che nel nostro Paese l'alfabetizzazione mediatica non è un argomento specifico inserito nei programmi scolastici. Ci sono alcuni elementi trasversali pertinenti, ma non sembra siano sufficienti a creare nei giovani quella “consapevolezza” e capacità di discernimento per prevenire l’uso improprio degli strumenti digitali.
Il Piano Nazionale Scuola Digitale PNSD lanciato dal Ministero dell'Istruzione nell'ambito della riforma scolastica del 2015 (Legge 107/2015) con l’obiettivo di introdurre maggiore innovazione nel sistema scolastico italiano e di portarlo nell'era digitale non ha dato sinora risultati tangibili.
Infine, per la gran parte degli italiani soprattutto di una certa età, all’analfabetismo mediatico si aggiunge l’ulteriore problema delle difficoltà di leggere notizie in lingue diverse dalla lingua italiana. Questo inibisce la capacità di molti cittadini italiani di cercare un riscontro sulle informazioni che si consultano quotidianamente leggendo, ad esempio, giornali in lingua inglese.
Queste sono le ragioni per cui l’Italia è oggi il Paese dell’Unione Europea che conta il maggior numero della popolazione che giustifica in qualche modo le “ragioni” che motivano la Russia per la guerra in Ucraina o, peggio ancora, grandi quantità di persone schierate in favore di Putin.
Tradizionalmente, alcuni partiti italiani sono stati in passato inclini a un dialogo con la Russia e per questo sono stati talvolta criticati per le loro posizioni troppo "morbide" nei confronti di Putin.
Ma quello che sinceramente non si riesce a capire è come mai così tanti italiani siano assolutamente convinti che la Russia stia vincendo la guerra in Ucraina, mentre in realtà Mosca si sta già comportando da molto tempo come perdente: solo chi sta perdendo pretende, con voce isterica, che l’altro si "ritiri" dalle regioni che la Russia afferma di avere annesso dopo i referendum organizzati in quelle regioni. Una nazione che sta vincendo una guerra non chiede all’altro belligerante di ritirarsi, lo impone, e lo fa con la forza.
Se la Russia avesse davvero il controllo della situazione, l’Ucraina sarebbe stata cacciata in modo violento e sanguinoso dalle famose regioni contese. Non avrebbero atteso 3 anni e mezzo per cacciare gli ucraini, lo avrebbero fatto immediatamente. Ma non è così.
Questa sproporzione tra minacce e risultati concreti sul campo di battaglia comincia a far rumore anche tra i russi, ma non con i tantissimi italiani che non riescono ancora a discostarsi dalle loro “certezze granitiche” che vedono sempre i russi vincenti in Ucraina.
Questo perché la disinformazione russa funziona molto bene nel nostro Paese, non solo con il cittadino comune, ma anche con eminenti esperti di geopolitica, opinion leader e perfino consulenti del Ministro della Difesa.
Sarebbe sufficiente riflettere sul fatto che i russi sono sempre bloccati, grosso modo, nelle stesse posizioni che avevano all’inizio della guerra. La sola cosa che riescono a fare è bombardare incessantemente i condomini, gli ospedali, i centri commerciali delle città ucraine, per terrorizzare la popolazione.
La Russia non riesce a vincere sul teatro di guerra in Ucraina, questo è un fatto inconfutabile. Ma la Russia sta vincendo la guerra mediatica tra gli utenti italianidei social media e tra tutti quei frequentatori di blog che cadono nella rete della disinformazione russa, specialmente in Italia.
Ciro Maddaloni
Esperto di eGovernment internazionale


Fonte: Ciro Maddaloni