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La verità sul coronavirus si avvicina

22-07-2021 09:47 - Opinioni
GD - Roma, 22 lug. 21 .Al punto in cui siamo poco importa che la notizia lanciata due giorni fa dal TGcom 24 sia vera o falsa.
Poco importa che ci sia un accordo tra Usa e Cina per una exit strategy per far ammettere a Pechino i propri errori.
Del resto anche l’Oms recentemente aveva dichiarato che la posizione della Cina sul virus di origine naturale è ormai insostenibile e spingeva per ottenere maggiore trasparenza dal colosso asiatico, chiedendo una nuova indagine.
Forse la Cina non ammetterà mai che il Coronavirus sia sfuggito da un laboratorio.
Resta il fatto che la nuova posizione assunta dall’amministrazione americana e la marcia indietro del virologo Fauci, che riprendono le dichiarazioni dell’ex presidente Trump, insieme alle pressioni degli altri Paesi dell’Occidente su Pechino cominciano ad avere effetti positivi.
Sin dal propagarsi della pandemia avevamo pensato male. Ma come diceva qualcuno “a pensar male spesso ci si azzecca”, anche quando la cautela ci ha imposto di non fare dichiarazioni che si sarebbero potute dimostrare avventate o quanto meno smentite dalle fonti ufficiali di mezzo mondo, come la diplomazia avrebbe richiesto.
Una diplomazia che ha voluto negare una grande evidenza ed oggi, a distanza di oltre un anno e mezzo da quel lontano gennaio del 2020 quando il Covid si è diffuso in Cina, cominciano ad evidenziarsi le caratteristiche di una vera e propria pantomima con la quale si è imposta la chiusura estrema della città di Wuhan, isolando milioni di cinesi, per dimostrare al mondo la capacità del Dragone di affrontare con determinazione la pandemia.
Nel caso in cui la Cina decidesse di fare anche una pur minima ammissione di colpevolezza dovrà per forza di cose additare dei responsabili che saranno sicuramente individuati negli scienziati che saranno accusati di aver insabbiato il caso e quindi sacrificati alla ragion di Stato.
Si ripete quindi un copione già visto nei primi giorni della pandemia, quando le autorità cinesi imponevano il silenzio stampa su tutta la linea e punivano i responsabili di eventuali fughe di notizie.
Le gravi responsabilità della Cina sono evidenti in tutta la vicenda e siamo convinti che non bisogna fermarsi fino a quando tutta la verità non sia acclarata.
E’ molto difficile ma noi in tutti questi mesi abbiamo considerato delle circostanze che forse nessuno vorrà mai accettare.
Abbiamo infatti il sospetto che la Cina si sia spinta oltre e che il virus prodotto dal laboratorio sia stato diffuso volutamente per motivi che noi immaginiamo ma che non espliciteremo nemmeno sotto tortura.
Ed in noi si è consolidato un ragionamento secondo il quale le ambizioni di potenza del colosso asiatico fossero tali al punto da essere pronto a sacrificare agli occhi del mondo la vita di alcune migliaia di suoi cittadini pur di raggiungere determinati risultati.
Ciò perché in questi mesi ci siamo posti delle domande alle quali vorremmo ottenere una risposta.
Come mai la Cina è riuscita a fermare il virus in soli due mesi?
Ed i vari soloni non ci vengano a spiegare che sia stata la forte reazione del governo di Pechino che ha imposto forti restrizioni ad impedire la strage di persone innocenti in quel Paese, perché non ci crediamo.
Come mai la Cina ha avuto soltanto poche migliaia di morti?
E non ci vengano a dire che la Cina, come da tradizione di tutte le dittature, non dica mai la verità e nasconda il vero numero di decessi perché non ci crediamo. Sarebbe infatti più logico dimostrare al mondo di aver subito anche essa grandissime perdite in termini di vite umane.
Ci siamo chiesti perché la famosa seconda ondata non abbia colpito il Dragone e non si sia registrato alcun decesso tra il miliardo e mezzo di cittadini, mentre nella vicina India ed in tutto il mondo essa si è dimostrata più violenta della prima.
Il nostro sospetto è sempre stato lo stesso sin dall’inizio: che quel Paese fosse già pronto ad affrontare il virus prima ancora che esso si diffondesse.
Comprendiamo che si tratta di affermazioni gravi che mai e poi mai nessun Paese al mondo potrà legittimamente dichiararlo.
Comprendiamo soprattutto che per mantenere la pace nel mondo sia necessario garantire quel minimo di relazioni diplomatiche alle quali si potrebbero addirittura sacrificare
le ragioni dell'economia e del commercio internazionale.
Comprendiamo infine che la verità vera purtroppo non lo sapremo mai!
Franco Torchia
Analista Politico


Fonte: Franco Torchia
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