La Strategia di sicurezza nazionale degli Stati Uniti d'America
08-12-2025 12:43 - Opinioni
GD - Roma, 8 dic. 25 - È stato pubblicato nei giorni scorsi nel sito della Casa Bianca - https://www.whitehouse.gov/ - un documento di 29 pagine (più due di introduzione) che delinea la visione del presidente Donald J. Trump per garantire la forza, la sicurezza e la leadership globale degli Stati Uniti d'America.
Il documento, come già ampiamente promesso in campagna elettorale dal presidente Donald Trump, sottolinea un approccio "America First", incentrato sulla protezione della sovranità nazionale, sulla promozione dell'indipendenza economica, della base industriale e del settore energetico degli Stati Uniti, per rafforzare la leadership globale, la prosperità diffusa e la superiorità militare e per la promozione della pace attraverso la forza.
Il documento punta inoltre sull'innovazione tecnologica, essenziale per mantenere la leadership globale nella scienza, nella tecnologia, nell'intelligenza artificiale, nelle biotecnologie, nell'informatica quantistica ed in altri settori emergenti, proteggendo al contempo la proprietà intellettuale e la violazione dei brevetti da parte di potenze straniere.
Critica le strategie passate, che hanno comportato un eccessivo impiego economico statunitense, e dà priorità agli interessi nazionali fondamentali, quali la sicurezza delle frontiere, la sicurezza economica e la protezione delle libertà individuali.
I principi chiave includono il “non interventismo, il realismo flessibile, l'equilibrio di potere e l'equità nelle relazioni internazionali”.
La strategia si concentra sulle “diverse priorità regionali”. Ad esempio, per l'emisfero occidentale, si propone di applicare l'integrazione della visione del Presidente Trump alla Dottrina Monroe (la dichiarazione di politica estera degli Stati Uniti, formulata per la prima volta dal presidente James Monroe il 2 dicembre 1823), per contrastare l'influenza economica e militare della Cina in Asia.
Per l'Africa si propone di adottare un nuovo approccio, incentrato sul commercio, rivedendo la strategia passata basata sugli aiuti umanitari e aiuti allo sviluppo, che sebbene vitali per salvare vite e sostenere le comunità africane, in diversi casi hanno generato problemi di sperpero, inefficienze, corruzione e cattiva gestione dei fondi per mancanza di trasparenza.
Per garantire la stabilità in Medio Oriente, si pone l'obiettivo di impedire alle potenze avversarie di dominare le risorse energetiche e i punti strategici della regione, per fermare le "guerre infinite" puntando sulla strategia “vincente” degli Accordi di Abramo, trasferendo gli oneri di gestione della sicurezza alle potenze locali e riducendo al contempo il coinvolgimento degli Stati Uniti.
Il documento sottolinea inoltre la reindustrializzazione, il dominio energetico, l'innovazione tecnologica e la condivisione degli oneri della difesa tra gli alleati per mantenere la preminenza globale degli Stati Uniti. Il suo obiettivo è quello di “creare una tabella di marcia per un'America più forte, più sicura e più prospera, promuovendo al contempo la stabilità e la cooperazione in tutto il mondo”.
Per garantire la sicurezza nazionale, essenziale per proteggere il Paese, la popolazione, l'economia e lo stile di vita da influenze straniere, spionaggio, pratiche commerciali predatorie, traffico di droga e di esseri umani, propaganda e altre minacce terroristiche, si deve garantire il pieno controllo delle frontiere, dei sistemi di immigrazione e delle reti di trasporto degli Stati Uniti.
Una potenza militare forte, tecnologicamente la più avanzata del mondo è essenziale per proteggere gli interessi degli Stati Uniti, scoraggiare le guerre e vincere i conflitti in modo decisivo. A questo mira la Strategia di sicurezza nazionale, per garantire la sicurezza e l'indipendenza degli Stati Uniti come repubblica sovrana, che dia priorità al benessere e ai diritti naturali dei propri cittadini.
Per quanto riguarda i rapporti con l'Europa, il documento evidenzia l'esigenza di instaurare un “trattamento equo” nel commercio e nelle alleanze, richiedendo agli alleati di “contribuire maggiormente alla difesa collettiva e di allineare le loro politiche agli interessi degli Stati Uniti”.
Per questa ragione nel documento è ritenuto fondamentale promuovere “l'autosufficienza, la rinascita della civiltà europea e la stabilità strategica nei confronti della Russia”.
Il documento indica come gli USA intendono gestire le relazioni internazionali in futuro. Tutto l'interesse è rivolto verso l'Asia e in particolare verso la Cina come era stato già deciso dalla prima Presidenza Obama. In questo nuovo scenario l'Europa è passata in secondo piano, e per questo il documento insiste sull'importanza di “ripristinare in Europa la fiducia nella propria civiltà e sull'identità occidentale”, per preservare la libertà e sostenere la sicurezza e l'identità europea.
Leggendo le parti che riguardano l'Europa, viene in mente uno di quei film in cui i genitori fanno di tutto per convincere i figli ad abbandonare il nido familiare e diventare indipendenti.
Per maggiori approfondimenti: National Security Strategy of the United States of America -
https://www.whitehouse.gov/wp-content/uploads/2025/12/2025-National-Security-
Fonte: Ciro Maddaloni
Il documento, come già ampiamente promesso in campagna elettorale dal presidente Donald Trump, sottolinea un approccio "America First", incentrato sulla protezione della sovranità nazionale, sulla promozione dell'indipendenza economica, della base industriale e del settore energetico degli Stati Uniti, per rafforzare la leadership globale, la prosperità diffusa e la superiorità militare e per la promozione della pace attraverso la forza.
Il documento punta inoltre sull'innovazione tecnologica, essenziale per mantenere la leadership globale nella scienza, nella tecnologia, nell'intelligenza artificiale, nelle biotecnologie, nell'informatica quantistica ed in altri settori emergenti, proteggendo al contempo la proprietà intellettuale e la violazione dei brevetti da parte di potenze straniere.
Critica le strategie passate, che hanno comportato un eccessivo impiego economico statunitense, e dà priorità agli interessi nazionali fondamentali, quali la sicurezza delle frontiere, la sicurezza economica e la protezione delle libertà individuali.
I principi chiave includono il “non interventismo, il realismo flessibile, l'equilibrio di potere e l'equità nelle relazioni internazionali”.
La strategia si concentra sulle “diverse priorità regionali”. Ad esempio, per l'emisfero occidentale, si propone di applicare l'integrazione della visione del Presidente Trump alla Dottrina Monroe (la dichiarazione di politica estera degli Stati Uniti, formulata per la prima volta dal presidente James Monroe il 2 dicembre 1823), per contrastare l'influenza economica e militare della Cina in Asia.
Per l'Africa si propone di adottare un nuovo approccio, incentrato sul commercio, rivedendo la strategia passata basata sugli aiuti umanitari e aiuti allo sviluppo, che sebbene vitali per salvare vite e sostenere le comunità africane, in diversi casi hanno generato problemi di sperpero, inefficienze, corruzione e cattiva gestione dei fondi per mancanza di trasparenza.
Per garantire la stabilità in Medio Oriente, si pone l'obiettivo di impedire alle potenze avversarie di dominare le risorse energetiche e i punti strategici della regione, per fermare le "guerre infinite" puntando sulla strategia “vincente” degli Accordi di Abramo, trasferendo gli oneri di gestione della sicurezza alle potenze locali e riducendo al contempo il coinvolgimento degli Stati Uniti.
Il documento sottolinea inoltre la reindustrializzazione, il dominio energetico, l'innovazione tecnologica e la condivisione degli oneri della difesa tra gli alleati per mantenere la preminenza globale degli Stati Uniti. Il suo obiettivo è quello di “creare una tabella di marcia per un'America più forte, più sicura e più prospera, promuovendo al contempo la stabilità e la cooperazione in tutto il mondo”.
Per garantire la sicurezza nazionale, essenziale per proteggere il Paese, la popolazione, l'economia e lo stile di vita da influenze straniere, spionaggio, pratiche commerciali predatorie, traffico di droga e di esseri umani, propaganda e altre minacce terroristiche, si deve garantire il pieno controllo delle frontiere, dei sistemi di immigrazione e delle reti di trasporto degli Stati Uniti.
Una potenza militare forte, tecnologicamente la più avanzata del mondo è essenziale per proteggere gli interessi degli Stati Uniti, scoraggiare le guerre e vincere i conflitti in modo decisivo. A questo mira la Strategia di sicurezza nazionale, per garantire la sicurezza e l'indipendenza degli Stati Uniti come repubblica sovrana, che dia priorità al benessere e ai diritti naturali dei propri cittadini.
Per quanto riguarda i rapporti con l'Europa, il documento evidenzia l'esigenza di instaurare un “trattamento equo” nel commercio e nelle alleanze, richiedendo agli alleati di “contribuire maggiormente alla difesa collettiva e di allineare le loro politiche agli interessi degli Stati Uniti”.
Per questa ragione nel documento è ritenuto fondamentale promuovere “l'autosufficienza, la rinascita della civiltà europea e la stabilità strategica nei confronti della Russia”.
Il documento indica come gli USA intendono gestire le relazioni internazionali in futuro. Tutto l'interesse è rivolto verso l'Asia e in particolare verso la Cina come era stato già deciso dalla prima Presidenza Obama. In questo nuovo scenario l'Europa è passata in secondo piano, e per questo il documento insiste sull'importanza di “ripristinare in Europa la fiducia nella propria civiltà e sull'identità occidentale”, per preservare la libertà e sostenere la sicurezza e l'identità europea.
Leggendo le parti che riguardano l'Europa, viene in mente uno di quei film in cui i genitori fanno di tutto per convincere i figli ad abbandonare il nido familiare e diventare indipendenti.
Per maggiori approfondimenti: National Security Strategy of the United States of America -
https://www.whitehouse.gov/wp-content/uploads/2025/12/2025-National-Security-
Ciro Maddaloni
Esperto di eGovernment internazionale
Fonte: Ciro Maddaloni














