La guerra ibrida per creare caos e destabilizzazione in Europa
04-12-2025 21:24 - Opinioni
GD - Roma, 4 dic. 25 - In questi giorni è sorta una polemica intorno alle dichiarazioni di un alto esponente della NATO che ha suggerito che sia anche l’Europa ad iniziare a “combattere” una guerra ibrida nei confronti della Russia, dato che i russi stanno conducendo questo tipo di pesanti e subdole azioni di disturbo contro i Paesi dell’Unione Europea ormai da anni.
Come sempre i politici si sono schierati da una parte e dall'altra come se si trattasse di una partita di calcio, mentre sarebbe stato più ragionevole valutare attentamente i consigli dell’alto esponente della NATO e i pericoli dei tanti cyber attacchi che hanno già causato danni importanti in Europa.
La Russia da diversi anni conduce azioni che mirano a creare problemi in Europa. Non parliamo di “azioni militari” vere e proprie, come gli sconfinamenti di aerei russi o il fastidio che possono causare i droni, ma parliamo di azioni molto più subdole, come ad esempio utilizzare le migrazioni clandestine di massa per determinare problemi ai Paesi europei. Una partita complessa e variegata che colpisce su più fronti.
La Russia è stata infatti accusata da diversi Paesi e dagli analisti che si occupano della materia di utilizzare i flussi migratori come “strumento” di guerra ibrida, per tentare di destabilizzare l'Unione Europea. Diversi rapporti e fonti suggeriscono che il Cremlino abbia sistematicamente manipolato, o aggravato, le crisi migratorie per creare pressione politica, sociale ed economica in Europa.
Ci sono state accuse specifiche, ad esempio da parte della Finlandia, secondo cui le autorità russe avrebbero organizzato attivamente il transito di migranti senza documenti (spesso provenienti da Medio Oriente, Africa e Afghanistan) verso i confini europei, con l'intento di generare instabilità interna e divisioni politiche nell'UE.
Le azioni militari e gli interventi russi in regioni come la Siria, l'Africa e l'Ucraina hanno generato massicci spostamenti di civili, molti dei quali hanno cercato rifugio in Europa. In particolare i siriani stanno generando un problema molto serio in Germania che, generosamente, ne ha accolti quasi un milione!
L'accusa non riguarda tanto il "finanziamento" diretto della migrazione in senso economico generale, quanto l'utilizzo strategico della migrazione, facilitata o indotta, come "arma ibrida" per minare la coesione e la stabilità dell'Unione Europea. Un effetto destabilizzante voluto o accettato dalla strategia russa.
Un'ulteriore azione di destabilizzazione, per la quale però non esistono prove dirette ma forti sospetti, riguarda il finanziamento diretto di movimenti islamisti radicali che mirano ad insediarsi in Europa.
Questa azione di guerra ibrida è meno chiara e presenta diverse sfumature, perché ancorché non siano disponibili prove palesi di finanziamenti diretti e sistematici da parte del governo russo a gruppi terroristici islamisti anti-occidentali, il sospetto di connivenze continua a crescere negli addetti ai lavori.
Non va dimenticato che tra Russia e Iran c’è un patto di cooperazione militare pluridecennale che è stato rinnovato di recente e che prevede il supporto tra le parti in caso di aggressione. Patto firmato dalla Russia con l’Iran in chiave anti-USA e anti-Israele. Non è necessario ricordare che l’Iran è lo sponsor principale di Hezbollah e di Hamas.
A livello politico ufficiale, la Russia nelle votazioni alle Nazioni Unite non sostiene direttamente Hamas con voti espliciti, ma concentra le sue azioni sull'uso del veto nel Consiglio di Sicurezza dell'ONU presentando proposte di risoluzioni alternative, che sono più favorevoli alla narrazione palestinese e critiche nei confronti di Israele e Stati Uniti, non includendo una condanna esplicita di Hamas per l'attacco del 7 ottobre.
Inoltre la Russia ha ospitato delegazioni di Hamas a Mosca per colloqui diplomatici. Questi incontri sono stati giustificati dal Cremlino come necessari per discutere il rilascio degli ostaggi (inclusi i cittadini russi) e l'evacuazione dei cittadini russi da Gaza.
Nell'ambito del conflitto arabo-israeliano, la Russia si è spesso schierata in opposizione agli Stati Uniti e Israele, ponendo il veto su diverse bozze di risoluzione proposte dagli USA che, secondo Mosca, non erano sufficientemente chiare nel chiedere un cessate il fuoco immediato o avrebbero potuto dare a Israele un "via libera" per operazioni militari, come a Rafah.
Anche per queste ragioni alcuni analisti sostengono che la Russia potrebbe trarre vantaggio (in termini di destabilizzazione dell'Occidente e distrazione mediatica) dal perpetuarsi della crisi in Medio Oriente, dell'immigrazione incontrollata e dell'attività islamica destabilizzante in Europa, sfruttando questi fenomeni anche se non li finanzia direttamente.
Per queste ragioni i politici e gli opinionisti italiani farebbero bene a seguire i suggerimenti degli esperti, perché è tutto collegato: Hamas e Hezbollah sono sostenuti dall'Iran che è spalleggiato dalla Russia. Se non si fa attenzione si rischia di tifare per Israele e per la Russia contemporaneamente. Una vera contraddizione in termini!
Ecco perché è fondamentale seguire le indicazioni degli addetti ai lavori, piuttosto che criticare le proposte formulate da coloro che, per il loro ruolo istituzionale, hanno proprio il compito di proteggere la nostra cara Europa e tutti noi.
Fonte: Ciro Maddaloni
Come sempre i politici si sono schierati da una parte e dall'altra come se si trattasse di una partita di calcio, mentre sarebbe stato più ragionevole valutare attentamente i consigli dell’alto esponente della NATO e i pericoli dei tanti cyber attacchi che hanno già causato danni importanti in Europa.
La Russia da diversi anni conduce azioni che mirano a creare problemi in Europa. Non parliamo di “azioni militari” vere e proprie, come gli sconfinamenti di aerei russi o il fastidio che possono causare i droni, ma parliamo di azioni molto più subdole, come ad esempio utilizzare le migrazioni clandestine di massa per determinare problemi ai Paesi europei. Una partita complessa e variegata che colpisce su più fronti.
La Russia è stata infatti accusata da diversi Paesi e dagli analisti che si occupano della materia di utilizzare i flussi migratori come “strumento” di guerra ibrida, per tentare di destabilizzare l'Unione Europea. Diversi rapporti e fonti suggeriscono che il Cremlino abbia sistematicamente manipolato, o aggravato, le crisi migratorie per creare pressione politica, sociale ed economica in Europa.
Ci sono state accuse specifiche, ad esempio da parte della Finlandia, secondo cui le autorità russe avrebbero organizzato attivamente il transito di migranti senza documenti (spesso provenienti da Medio Oriente, Africa e Afghanistan) verso i confini europei, con l'intento di generare instabilità interna e divisioni politiche nell'UE.
Le azioni militari e gli interventi russi in regioni come la Siria, l'Africa e l'Ucraina hanno generato massicci spostamenti di civili, molti dei quali hanno cercato rifugio in Europa. In particolare i siriani stanno generando un problema molto serio in Germania che, generosamente, ne ha accolti quasi un milione!
L'accusa non riguarda tanto il "finanziamento" diretto della migrazione in senso economico generale, quanto l'utilizzo strategico della migrazione, facilitata o indotta, come "arma ibrida" per minare la coesione e la stabilità dell'Unione Europea. Un effetto destabilizzante voluto o accettato dalla strategia russa.
Un'ulteriore azione di destabilizzazione, per la quale però non esistono prove dirette ma forti sospetti, riguarda il finanziamento diretto di movimenti islamisti radicali che mirano ad insediarsi in Europa.
Questa azione di guerra ibrida è meno chiara e presenta diverse sfumature, perché ancorché non siano disponibili prove palesi di finanziamenti diretti e sistematici da parte del governo russo a gruppi terroristici islamisti anti-occidentali, il sospetto di connivenze continua a crescere negli addetti ai lavori.
Non va dimenticato che tra Russia e Iran c’è un patto di cooperazione militare pluridecennale che è stato rinnovato di recente e che prevede il supporto tra le parti in caso di aggressione. Patto firmato dalla Russia con l’Iran in chiave anti-USA e anti-Israele. Non è necessario ricordare che l’Iran è lo sponsor principale di Hezbollah e di Hamas.
A livello politico ufficiale, la Russia nelle votazioni alle Nazioni Unite non sostiene direttamente Hamas con voti espliciti, ma concentra le sue azioni sull'uso del veto nel Consiglio di Sicurezza dell'ONU presentando proposte di risoluzioni alternative, che sono più favorevoli alla narrazione palestinese e critiche nei confronti di Israele e Stati Uniti, non includendo una condanna esplicita di Hamas per l'attacco del 7 ottobre.
Inoltre la Russia ha ospitato delegazioni di Hamas a Mosca per colloqui diplomatici. Questi incontri sono stati giustificati dal Cremlino come necessari per discutere il rilascio degli ostaggi (inclusi i cittadini russi) e l'evacuazione dei cittadini russi da Gaza.
Nell'ambito del conflitto arabo-israeliano, la Russia si è spesso schierata in opposizione agli Stati Uniti e Israele, ponendo il veto su diverse bozze di risoluzione proposte dagli USA che, secondo Mosca, non erano sufficientemente chiare nel chiedere un cessate il fuoco immediato o avrebbero potuto dare a Israele un "via libera" per operazioni militari, come a Rafah.
Anche per queste ragioni alcuni analisti sostengono che la Russia potrebbe trarre vantaggio (in termini di destabilizzazione dell'Occidente e distrazione mediatica) dal perpetuarsi della crisi in Medio Oriente, dell'immigrazione incontrollata e dell'attività islamica destabilizzante in Europa, sfruttando questi fenomeni anche se non li finanzia direttamente.
Per queste ragioni i politici e gli opinionisti italiani farebbero bene a seguire i suggerimenti degli esperti, perché è tutto collegato: Hamas e Hezbollah sono sostenuti dall'Iran che è spalleggiato dalla Russia. Se non si fa attenzione si rischia di tifare per Israele e per la Russia contemporaneamente. Una vera contraddizione in termini!
Ecco perché è fondamentale seguire le indicazioni degli addetti ai lavori, piuttosto che criticare le proposte formulate da coloro che, per il loro ruolo istituzionale, hanno proprio il compito di proteggere la nostra cara Europa e tutti noi.
Ciro Maddaloni
Esperto di eGovernment internazionale
Fonte: Ciro Maddaloni














