25 Aprile 2024
[Testata sito web Giornale Diplomatico]
News
percorso: Home > News > Opinioni

La Cina di XI Jinping verso il XX Congresso Nazionale

04-10-2022 09:41 - Opinioni
GD – Roma, 4 ott. 22 - Il 16 ottobre cominceranno in Cina i lavori per il ventesimo Congresso nazionale del Partito Comunista Cinese (PCC). Quella del Congresso è una tradizione nazionale che vede i suoi esordi nei primi giorni del luglio 1921, quando 57 membri del movimento rivoluzionario cinese – tra loro un giovane Mao Zedong - si riunirono per la prima volta a Shanghai, in quella che viene considerata la nascita del partito comunista cinese.
Il Congresso è l’appuntamento più importante per la politica cinese, e proprio in queste occasioni sono state prese delle decisioni determinanti per il paese. Dal 1977 si tiene con cadenza quinquennale, in quella che è diventata la piattaforma principale per presentare le priorità del governo e per annunciare le nomine della nuova classe dirigente. Durante il settimo Congresso, tenutosi nel 1945 al termine del conflitto sino-giapponese, Mao emerse come leader supremo del paese e il suo pensiero fu dichiarato come ideologia di partito, segnando indelebilmente il futuro del Paese.
Nel 1969, durante il nono Congresso e nel pieno della Rivoluzione Culturale, Mao fece espellere l’80% dei membri del Comitato Centrale, preoccupato dagli avversari interni al partito contrari alle politiche del “Grande Balzo in avanti”.
Durante il dodicesimo Congresso, nel 1982, Deng Xiaoping propose il “socialismo con le caratteristiche Cinesi”, giustificando così la svolta capitalistica delle sue riforme economiche.
Nel diciassettesimo congresso, nel 2007, XI Jinping e Li Kequiang furono promossi nel Comitato permanente del partito, diventando così parte della cosiddetta “quinta generazione” di leaders cinesi.
L’ultimo Congresso, tenutosi nel 2017, è stato considerato da molti come il riconoscimento di XI come terzo leader più potente della storia della Repubblica Popolare cinese, dopo Mao Zedong e Deng Xiaoping. Difatti, XI è l’unico leader oltre a Mao e Deng ad aver aggiunto il proprio nome nella costituzione del Paese, con l’aggiunta del «Pensiero di XI Jinping sul socialismo con caratteristiche cinesi per una nuova era».
È quindi evidente che il prossimo Congresso sia atteso come l’evento più importante dell’anno, che determinerà la traiettoria del paese per i prossimi anni a venire. Ma ciò che lo rende particolarmente importante è il possibile rinnovo di XI Jinping come leader del partito per la terza volta, una mossa che lo renderebbe il leader più longevo nella storia del Paese.
Secondo i protocolli del PCC introdotti da Deng Xiaoping alla fine degli anni ’70, il prossimo Congresso avrebbe dovuto segnare la fine dell’era di XI, avendo portato a termine due mandati presidenziali consecutivi, ma già nel 2018 era chiaro che quella di XI sarebbe stata un’amministrazione diversa dalle precedenti, quando l’Assemblea Nazionale del Popolo – l’unica camera legislativa del paese – modificò la costituzione rimuovendo il limite di due mandati consecutivi come presidente della Cina.
Contrariamente a quanto previsto dai protocolli informali, difatti, già durante lo scorso congresso tenutosi nel 2017 non è stata fatta nomina alcuna del possibile successore di XI, come era invece accaduto per i suoi predecessori. Negli ultimi anni, inoltre, XI ha rafforzato il suo potere in una serie di aspetti del suo governo, dalla nomina di alleati nei ruoli chiave della leadership cinese, alla diffusione dello studio del “Pensiero di XI Jinping” nelle scuole. Un ulteriore segnale del possibile terzo mandato di Xi è stato registrato lo scorso luglio 2022 quando, durante un simposio a Pechino - alla presenza di tutti i membri del Comitato Permanente del Politburo - il presidente ha delineato il suo piano quinquennale.
Tuttavia, l’imminente Congresso sarà anche un importante indicatore per comprendere l’influenza di XI all’interno del partito dato che, oltre al rinnovo del mandato, è previsto l’annuncio delle nuove formazioni del Politburo e del Comitato permanente. Sarà quindi interessante osservare la composizione di questi organi per anticipare il futuro andamento del paese. Il ventesimo Congresso dovrà inoltre eleggere il successore del premier Li Keqiang, il secondo ruolo più importante nel governo cinese, dal momento che secondo la costituzione non può concorrere ad un terzo mandato come premier. Tra i possibili successori di Keqiang vi sono Wang Yang e Hu Chunhua, entrambi precedentemente in carico della provincia di Guanddong. È importante rimarcare che il Premier nel sistema cinese è la figura più potente del Partito, e di conseguenza quella che lo gestirebbe se dovesse succedere qualcosa a XI Jinping.
In un momento particolarmente delicato per le relazioni internazionali, in cui la Cina ricopre un ruolo rilevante su diversi fronti – dal conflitto ucraino, alle dispute del Mar Cinese Meridionale – il prossimo Congresso avrà ripercussioni significative non solo per Pechino, ma per l’intera comunità internazionale.

Laura Salvemini
Mondo Internazionale Post


Fonte: Laura Salvemini
[]
[]
[]
[]
[]
[]
[]
[]
[]
[]
[]
Media partnership
[]

Realizzazione siti web www.sitoper.it
cookie