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Isole Malvinas: bicentenario primo alza bandiera argentino, parla ministro Felipe Solá

05-11-2020 15:34 - Opinioni
Felipe Solá, Ministro delle Relazioni Estere, Commercio Internazionale e Culto della Repubblica Argentina Felipe Solá, Ministro delle Relazioni Estere, Commercio Internazionale e Culto della Repubblica Argentina
GD - Buenos Aires, 5 nov. 20 - Ricorre in questi giorni il primo alza bandiera argentino sulle Isole Malvinas e su questa ricorrenza il ministro Felipe Solá, titolare del dicastero delle Relazioni Estere, Commercio del Governo di Buenos Aires, ha scritto un articolo "storico" che il «GIORNALE DIPLOMATICO» ben volentieri pubblica.
«Il 6 novembre 2020 segna un anniversario significativo nella lunga disputa sulla sovranità relativa alla 'Questione Malvinas': in quella data ricorrono duecento anni dalla presa di possesso delle Isole Malvinas da parte di David Jewett, il quale proprio quel giorno, per la prima volta, issò la bandiera argentina sulle isole.
All’epoca della Rivoluzione di Maggio, le Isole Malvinas - che nel XVIII secolo erano state oggetto di controversie tra Spagna, Francia e Gran Bretagna – si trovavano sotto il pieno esercizio della sovranità delle autorità spagnole, con il possesso esclusivo, effettivo, ininterrotto e non contestato dalla Gran Bretagna né da qualsiasi altra potenza straniera. Questi diritti sovrani passarono all'Argentina, in quanto Stato successore della Spagna.
La presenza spagnola sulle isole cessò il 13 febbraio 1811, quando l'ultimo governatore del periodo vicereale delle Malvinas si ritirò dalle isole, nell’ambito del conflitto con la Prima Giunta di Buenos Aires.
Nonostante la sua evacuazione, le Isole Malvinas non rimasero inabitate o dimenticate. Con l'arcipelago si sviluppò una fluida circolazione di merci, capitali e persone, grazie alle risorse naturali di cui disponeva: leoni ed elefanti marini, balene e bestiame selvatico. Le navi di origine britannica, statunitense, francese e argentina sfruttavano le risorse e utilizzavano le coste continentali e le isole come stazioni di approdo, caccia e macellazione. Questo attirò l'attenzione delle autorità di Buenos Aires le quali, dal 1813, concedevano permessi di pesca, emanavano disposizioni per evitare il saccheggio delle risorse e controllavano l'eventuale
installazione di qualsiasi impianto di carattere permanente nella regione.
Ed è in questo contesto che l'innalzamento della bandiera nazionale e la presenza nelle Malvinas, nel 1820, dell’ufficiale della marina americana al servizio della Marina argentina David Jewett assume la sua piena dimensione. A partire dal 1810, con l’inizio dei processi di indipendenza in America Latina, i nuovi governi patriottici dovettero affrontare il potere realista che si opponeva ad essi via mare e via terra. David Jewett, come altri ufficiali americani ed europei, si unì a quella lotta al servizio delle Province Unite, operando come corsaro fino al 1817.
Nel gennaio 1829, il Direttore Supremo delle Province Unite, Jose Rondeau nominò, con tutti i poteri e le prerogative dell’incarico, David Jewett “Colonnello dell’Esercito al servizio della Marina”. Fu così che il 20 gennaio egli salpò, al comando della fregata La Heroína, godendo del riconoscimento delle autorità argentine come nave da guerra di Stato, alla volta dell’Atlantico del Sud.
Jewett navigó su La Heroína per dieci difficili mesi e alla fine di ottobre del 1820 raggiunse il Porto Soledad, nelle Isole Malvinas, dove trovò alcune imbarcazioni battenti bandiere di vario genere che approdavano temporaneamente lì come tappa dei loro viaggi di caccia e pesca all’interno della regione australe.
Il 2 novembre Jewett, mediante circolare, invitò gli altri capitani ad incontrarlo. Con essa li informava che era stato incaricato dal Governo delle Province Unite di prendere possesso dell’arcipelago. Aveva anche sottolineato che, in conformità con le norme stabilite dalle autorità di Buenos Aires, avrebbe cercato di evitare la distruzione delle risorse delle isole. Il 6 novembre 1820 ebbe luogo la cerimonia di presa di possesso delle Isole Malvinas. Secondo il racconto di testimoni presenziali, quali il capitano britannico James Weddell – che racconta l’episodio nel suo celebre “Un viaggio verso il Polo Sud (1822-1824)” e il francese Louis de Freycinet, il colonnello Jewett, davanti agli equipaggi ancorati nel Porto Soledad, e per conto del Governo di Buenos Aires, issò la bandiera argentina, lesse un proclama e sparò ventuno colpi di cannoni a salve.
Tre giorni dopo consegnò ai capitani presenti una circolare in cui rese conto della presa di possesso delle Isole Malvinas a nome del Supremo Governo delle Province del Sud America, e della sua volontà di agire con giustizia e ospitalità nei confronti degli stranieri, chiedendo inoltre che tale informazione venisse comunicata alle altre imbarcazioni.
La circolare ebbe una grande diffusione attraverso la stampa internazionale. Il 3 agosto in Gran Bretagna «The Times» pubblicò un articolo nel quale presentava l’avvenimento come un atto di sovranità e a novembre lo avrebbe fatto «El Argos de Buenos Ayres». Durante la diffusione di quanto era accaduto nelle Isole Malvinas, Jewett rimase nell’arcipelago per diversi mesi. Durante la sua permanenza esercitò la sua autorità fino a quando, su sua richiesta, nel febbraio 1821, le autorità di Buenos Aires lo sollevarono dall’incarico, designando Guillermo Roberto Masoncome nuovo comandante di La Heroína.
La solenne presa di possesso delle Malvinas fu una manifestazione di carattere ufficiale e pubblico, dell’effettivo esercizio della sovranità argentina, ereditata dalla Spagna, della quale fu fatta ampia diffusione e che non venne contestata dalla Gran Bretagna (che nemmeno la contestò nel 1825 quando firmò con le Province Unite del Río de la Plata l’Accordo di Amicizia, Commercio e Navigazione, dove aveva riconosciuto la giovane nazione) né da alcun’altra potenza straniera. Questo significativo atto rappresentò un anello fondamentale nella lunga catena di misure che, sin dagli inizi del primo Governo patriottico fino all’espulsione delle autorità argentine da Porto Soledad nel gennaio 1833, evidenziarono la continuità dell’occupazione effettiva delle Isole Malvinas e dell’esercizio della sovranità da parte del nascente Stato argentino.
Quest’usurpazione, compiuta in tempo di pace e senza una dichiarazione di guerra, non fu mai approvata dall’Argentina. Da allora, e durante i successivi 187 anni, i diversi governi argentini hanno richiesto costantemente la restituzione del pieno esercizio della sovranità sulle Isole.
In quella richiesta, il sostegno della comunità internazionale è stato fondamentale. Al pronunciamento unanime tempestivo dei paesi latinoamericani a favore della posizione argentina, si è aggiunta, a mano a mano che la comunità internazionale si organizzava in diversi fori multilaterali, quello di altri gruppi regionali. Quel sostegno concomitante consentì di raggiungere, nell’ambito dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, l’adozione di diverse risoluzioni correlate direttamente o indirettamente alla Questione Malvinas, intesa come la disputa di sovranità sulle Isole Malvinas, Georgia del Sud e Sandwich del Sud e sugli spazi
marittimi circostanti.

di Felipe Solá
Ministro delle Relazioni Estere, Commercio
Internazionale e Culto della Repubblica Argentina


Fonte: Redazione
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