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ISIA: Summit BRICS e i dazi trumpiani

10-08-2025 15:47 - Opinioni
GD - Roma, 10 ago. 25 Nel corso del diciassettesimo summit del gruppo BRICS tenutosi a Rio de Janeiro, spiccava l'assenza dei presidenti dei due principali paesi fondatori, Cina e Russia. Se l'assenza del presidente cinese Xi Jinping è stata legata ufficialmente ad impegni in agenda che ne hanno impedito la partecipazione, nel caso del presidente russo Putin vi era il timore di un possibile arresto legato all'attuazione del mandato di cattura internazionale.
Tuttavia, è emersa la dimensione inclusiva del raggruppamento geopolitico rispetto al nucleo originario del 2009 (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica), con la partecipazione attiva dei nuovi membri che determinano una versione BRICS+ (Egitto, Etiopia, Iran, Emirati Arabi Uniti, Indonesia, ultima nazione ad aver aderito) alla quale vanno aggiunti i rappresentanti dei paesi “partner” (tra i quali Kazakhstan, Uzbekistan, Malesia, Thailandia, Vietnam) e di paesi interessati all'adesione come Arabia Saudita, Turchia, Colombia.
A rafforzare la caratura multipolare del meeting, la partecipazione del segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, e del presidente dell'Unione Africana.
Nel corso del summit è prevalso un approccio improntato sul dialogo e sulla moderazione diplomatica - accantonando la retorica antioccidentale di alcuni stati membri - in gran parte promosso dal paese
ospitante (Brasile) e dell'India - prossima nazione ad ospitare il summit annuale nel 2026 -, in attesa di valutare la politica economica dell'Amministrazione Trump fondata sull'adozione di dazi doganali sulle merci importate dagli Stati Uniti: d'altronde, alla vigilia della riunione di Rio, il presidente Trump paventava dazi aggiuntivi del 10% alle nazioni orientate a seguire le politiche antiamericane dei paesi BRICS.
Infatti, nonostante la de-dollarizzazione rappresenti uno dei temi chiave nel gruppo BRICS – con l'idea
di sostituire il dollaro con una nuova valuta comune, anche se attualmente i membri promuovono
l'adozione delle valute locali nelle transazioni internazionali - gli Stati Uniti rimangono un partner
commerciale fondamentale, verso il quale esportare merci ottenendo pagamenti in dollari che
contribuiscono in misura variabile al prodotto interno lordo.
Malgrado la moderazione diplomatica, Brasile ed India sono state duramente colpite dalla strategia economica trumpiana, con dazi del 50%, fattore che potrebbe rafforzare il ruolo dell'organizzazione nel proporre un sistema economico alternativo a quello occidentale.
Nella Dichiarazione Finale le nazioni BRICS hanno espresso la necessità di una riforma delle principali istituzioni internazionali come ONU, Fondo Monetario Internazionale, Organizzazione Mondiale per il Commercio in modo da garantire una maggiore rappresentatività al Sud Globale, considerando anche la ridefinizione del peso economico a livello internazionale: i membri BRICS rappresentano Il 45% della popolazione mondiale e il 37% del PIL globale, oltre a detenere ingenti riserve di idrocarburi e minerali critici.
Brasile ed India rivendicano un seggio permanente al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Il vertice ha ratificato la volontà di istituire un segretariato permanente e un Green Fund per la lotta
climatica, con l'obiettivo di presentare una posizione comune e condivisa alla prossima COP 30, la
Conferenza delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici che si terrà a novembre 2025 a Belem, in
Brasile.

Fabio Indeo
Espero di geopolitica dell'ISIA



Fonte: ISIA