Iran: in mostra il top italiano con «Domus Design-Teheran 2022»
25-01-2022 13:28 - Ambasciate
GD - Teheran, 25 gen. 22 - L'ambasciatore d'Italia in Iran, Giuseppe Perrone, ha inaugurato l' anteprima della mostra internazionale del design italo-iraniano, «Domus Design - Teheran 2022», che si terrà nella capitale iraniana nella seconda metà di marzo.
La mostra trae ispirazione dalla storica esposizione «Domus Design» svoltasi a Teheran nel 1975 su iniziativa della rivista milanese, che presentò il meglio del design mondiale per la casa e per l'industria, con 280 pezzi di 116 designer. «La nuova mostra che abbiamo organizzato a Teheran intende riprendere lo spirito della storica esposizione allestita da Domus nel 1975», ha dichiarato l'amb. Perrone, «ripercorrendo le principali tappe della collaborazione tra Italia e Iran nel settore del design, per mettere in evidenza uno speciale legame tra Italia e Iran che dagli anni 50 in poi non ha mai cessato di produrre esemplari di design di rara bellezza».
A partire da pezzi disegnati da Ponti negli anni '50 e '60 per le ville che stava realizzando in quegli anni, tra cui la spettacolare Villa Namazi di Teheran, l'anteprima racconta le storie più rappresentative del rapporto italo-iraniano nel design e nell'architettura. In mostra i visionari disegni di Gaetano Pesce per la Biblioteca Nazionale di Teheran, così come i progetti degli architetti iraniani contemporanei, quali quelli realizzati da Alireza Taghaboni, Sara Kalantari o pezzi di design di avanguardia, come l'avveniristica suite da pranzo con forme zoomorfiche di Kamran Naderi.
All'anteprima della mostra, accolta in uno degli storici edifici del complesso di epoca cagiara che ospita la residenza dell'ambasciatore d'Italia, ha partecipato tra gli altri Walter Mariotti, direttore editoriale di “Domus”, che ha dichiarato: «Tutte le occasioni che aiutino a riflettere sulla natura meno superficiale del termine design sono operazioni tutt'altro che pacifiche, ma in un senso che è l'opposto di quello che genera conflitti perché in realtà dichiarano guerra solo ai luoghi comuni, quelli sì in grado di generare i conflitti, perché vorrebbero le culture diverse e i destini umani inconciliabili. Occuparsi di design italiano in terra d'Iran significa prima di tutto porsi una domanda di fratellanza e di senso umano che va al di là del design».
Fonte: Redazione
La mostra trae ispirazione dalla storica esposizione «Domus Design» svoltasi a Teheran nel 1975 su iniziativa della rivista milanese, che presentò il meglio del design mondiale per la casa e per l'industria, con 280 pezzi di 116 designer. «La nuova mostra che abbiamo organizzato a Teheran intende riprendere lo spirito della storica esposizione allestita da Domus nel 1975», ha dichiarato l'amb. Perrone, «ripercorrendo le principali tappe della collaborazione tra Italia e Iran nel settore del design, per mettere in evidenza uno speciale legame tra Italia e Iran che dagli anni 50 in poi non ha mai cessato di produrre esemplari di design di rara bellezza».
A partire da pezzi disegnati da Ponti negli anni '50 e '60 per le ville che stava realizzando in quegli anni, tra cui la spettacolare Villa Namazi di Teheran, l'anteprima racconta le storie più rappresentative del rapporto italo-iraniano nel design e nell'architettura. In mostra i visionari disegni di Gaetano Pesce per la Biblioteca Nazionale di Teheran, così come i progetti degli architetti iraniani contemporanei, quali quelli realizzati da Alireza Taghaboni, Sara Kalantari o pezzi di design di avanguardia, come l'avveniristica suite da pranzo con forme zoomorfiche di Kamran Naderi.
All'anteprima della mostra, accolta in uno degli storici edifici del complesso di epoca cagiara che ospita la residenza dell'ambasciatore d'Italia, ha partecipato tra gli altri Walter Mariotti, direttore editoriale di “Domus”, che ha dichiarato: «Tutte le occasioni che aiutino a riflettere sulla natura meno superficiale del termine design sono operazioni tutt'altro che pacifiche, ma in un senso che è l'opposto di quello che genera conflitti perché in realtà dichiarano guerra solo ai luoghi comuni, quelli sì in grado di generare i conflitti, perché vorrebbero le culture diverse e i destini umani inconciliabili. Occuparsi di design italiano in terra d'Iran significa prima di tutto porsi una domanda di fratellanza e di senso umano che va al di là del design».
Fonte: Redazione