Impariamo da Putin!
28-05-2025 13:49 - Opinioni
GD - Roma, 28 mag.25 - Si può imparare anche da Putin, che dice una cosa e ne fa un’altra. Che invoca la “pace” mentre bombarda a tappeto l’Ucraina con nuovo vigore e intensità. Senza alcun pudore, Putin ha chiesto con urgenza una riunione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, dove oltre alla Russia siedono anche USA, Cina, Gran Bretagna e Francia, lamentando di subire minacce dall'Occidente!
Fonte: Ciro Maddaloni
Cosa pensa di ottenere Putin dal Consiglio di sicurezza adesso? Non è un po’ tardi? Chiaramente Gran Bretagna e Francia non gli faranno da sponda e questo lo dovrebbe sapere. Anche perché Putin non ha mai convocato il Consiglio di Sicurezza per chiedere, ad esempio, la “protezione ONU” quando, secondo lui, i russofoni erano “minacciati” dagli Ucraini. Perché, quando avrebbe potuto, invece di convocare il Consiglio di Sicurezza ha deciso di muovere una invasione militare su larga scale contro l’Ucraina? Questo è uno dei tanti “misteri” sul modo di agire dello Zar russo.
Invece, noi europei dovremmo imparare a parlare di meno, a fare meno comunicati e ad agire di più. Agire senza preavviso, senza dare modo alla controparte di prepararsi o di lanciare campagne di controinformazione ancor prima che qualsiasi azione possa essere posta in essere.
La Russia com’è evidente dopo 40 mesi di guerra non è, e non potrebbe ovviamente essere, in buona salute. Perdite umane immense; perdite di dotazioni e materiali inestimabili; un'economia sull’orlo del collasso con un tasso di interesse al 21% e un’inflazione al 40-50%.
La carenza di risorse umane, non solo al fronte, ma anche per le attività di produzione industriale, sta compromettendo seriamente la capacità della Russia di poter continuare a sostenere lo sforzo bellico.
Putin, per tentare di logorare l’Ucraina ha finito per logorare anche la Russia. Ha condotto questa guerra con la convinzione che il suo avversario avrebbe mollato per primo. Il problema di Putin è che gli ucraini non hanno alcuna intenzione di mollare per primi.
Gli ucraini hanno dimostrato una resilienza inimmaginabile, mentre i russi, specialmente quelli mandati a morire al fronte, sono sempre meno convinti della possibilità di vincere questa guerra. Il morale è bassissimo tra le forze militari russe e le difficoltà di approvvigionamento per i militari al fronte sono sempre più drammatiche.
In seguito all’intensificarsi dei bombardamenti russi contro l’Ucraina, i leader europei (Macron, Merz e Starmer) hanno sciolto, finalmente, ogni indugio e hanno deciso unanimemente di autorizzare gli Ucraini a colpire in profondità in territorio russo, le installazioni militari da cui vengono lanciati i bombardamenti contro l’Ucraina.
Questo certamente porterà ad un cambio di passo nel conflitto in corso e contribuirà a proteggere preventivamente l’Ucraina dagli attacchi massicci che i russi continuano a lanciare ogni giorno contro i civili e le città, mentre invocano i “negoziati di pace”.
Rimane l’incognita sulle decisioni che potranno essere prese dal presidente Donald Trump che, pur avendo accordato fiducia e dialogo al presidente Putin, si trova adesso a doversi ricredere, perché come detto prima, Putin parla poco, promette tanto e fa tutt’altro ancora.
Lo zar moscovita è riuscito con questo suo atteggiamento ondivago a superare persino lo stesso presidente Trump!
Intanto sono aumentati in Europa gli attacchi incendiari in Polonia e in Gran Bretagna; gli attacchi informatici alla rete elettrica francese, rivendicati da pseudo movimenti anti-armamenti e gli attacchi hacker contro il nostro Paese, con una intensità mai registrata prima.
Sono aumentate le operazioni di disinformazione e di diffusione di notizie false in tutti i Paesi europei per distrarre l’attenzione da ciò che succede sul fronte di guerra in Ucraina.
Tutto questo deve finire perché è andato avanti per troppo tempo e bene hanno fatto Macron Merz e Starmer ad annunciare la rimozione del limite a colpire in profondità la Russia. Fermo restando che agli annunci roboanti devono seguire immediatamente le azioni necessarie.
Altrimenti ci saranno tante minacce, poche azioni e poche conseguenze concrete, in uno scenario di guerra che ha già stancato l’opinione pubblica, non solo perché oramai dura da 40 mesi, ma anche per i suoi annunci troppo spesso senza alcun seguito concreto.
Ciro Maddaloni
Esperto di eGovenìrnment internazionale
Invece, noi europei dovremmo imparare a parlare di meno, a fare meno comunicati e ad agire di più. Agire senza preavviso, senza dare modo alla controparte di prepararsi o di lanciare campagne di controinformazione ancor prima che qualsiasi azione possa essere posta in essere.
La Russia com’è evidente dopo 40 mesi di guerra non è, e non potrebbe ovviamente essere, in buona salute. Perdite umane immense; perdite di dotazioni e materiali inestimabili; un'economia sull’orlo del collasso con un tasso di interesse al 21% e un’inflazione al 40-50%.
La carenza di risorse umane, non solo al fronte, ma anche per le attività di produzione industriale, sta compromettendo seriamente la capacità della Russia di poter continuare a sostenere lo sforzo bellico.
Putin, per tentare di logorare l’Ucraina ha finito per logorare anche la Russia. Ha condotto questa guerra con la convinzione che il suo avversario avrebbe mollato per primo. Il problema di Putin è che gli ucraini non hanno alcuna intenzione di mollare per primi.
Gli ucraini hanno dimostrato una resilienza inimmaginabile, mentre i russi, specialmente quelli mandati a morire al fronte, sono sempre meno convinti della possibilità di vincere questa guerra. Il morale è bassissimo tra le forze militari russe e le difficoltà di approvvigionamento per i militari al fronte sono sempre più drammatiche.
In seguito all’intensificarsi dei bombardamenti russi contro l’Ucraina, i leader europei (Macron, Merz e Starmer) hanno sciolto, finalmente, ogni indugio e hanno deciso unanimemente di autorizzare gli Ucraini a colpire in profondità in territorio russo, le installazioni militari da cui vengono lanciati i bombardamenti contro l’Ucraina.
Questo certamente porterà ad un cambio di passo nel conflitto in corso e contribuirà a proteggere preventivamente l’Ucraina dagli attacchi massicci che i russi continuano a lanciare ogni giorno contro i civili e le città, mentre invocano i “negoziati di pace”.
Rimane l’incognita sulle decisioni che potranno essere prese dal presidente Donald Trump che, pur avendo accordato fiducia e dialogo al presidente Putin, si trova adesso a doversi ricredere, perché come detto prima, Putin parla poco, promette tanto e fa tutt’altro ancora.
Lo zar moscovita è riuscito con questo suo atteggiamento ondivago a superare persino lo stesso presidente Trump!
Intanto sono aumentati in Europa gli attacchi incendiari in Polonia e in Gran Bretagna; gli attacchi informatici alla rete elettrica francese, rivendicati da pseudo movimenti anti-armamenti e gli attacchi hacker contro il nostro Paese, con una intensità mai registrata prima.
Sono aumentate le operazioni di disinformazione e di diffusione di notizie false in tutti i Paesi europei per distrarre l’attenzione da ciò che succede sul fronte di guerra in Ucraina.
Tutto questo deve finire perché è andato avanti per troppo tempo e bene hanno fatto Macron Merz e Starmer ad annunciare la rimozione del limite a colpire in profondità la Russia. Fermo restando che agli annunci roboanti devono seguire immediatamente le azioni necessarie.
Altrimenti ci saranno tante minacce, poche azioni e poche conseguenze concrete, in uno scenario di guerra che ha già stancato l’opinione pubblica, non solo perché oramai dura da 40 mesi, ma anche per i suoi annunci troppo spesso senza alcun seguito concreto.
Ciro Maddaloni
Esperto di eGovenìrnment internazionale
Fonte: Ciro Maddaloni