27 Aprile 2024
[Testata sito web Giornale Diplomatico]
News
percorso: Home > News > Opinioni

Il Nagorno Karabakh non ha infranto l’alleanza di fatto tra Putin e Erdogan

18-11-2020 18:10 - Opinioni
GD – Venezia, 18 nov. 20 - Il fallito tentativo di golpe del 2016 ha rappresentato il primo spartiacque per Erdogan nei rapporti verso gli Stati Uniti, poi rapidamente deterioratisi e il susseguente cambio di rotta anche nei confronti della NATO, Alleanza di cui peraltro la Turchia resta un paese chiave considerata la posizione geo-territoriale strategica tra Europa, Mediterraneo, Russia e Medio Oriente.
La realtà dei fatti ha poi sancito che i vertici dell’Unione non riescono più ad avere un rapporto diretto di collaborazione con il Governo turco, non solo riguardo l’annosa vicenda dell’immigrazione, ma soprattutto relativamente agli interventi attuati contro altri Paesi europei, come la Grecia e Cipro.
Così, l’opinione pubblica del vecchio continente, rappresentata dalle durissime dichiarazioni di Macron contro l’atteggiamento della Turchia, è sempre più preoccupata dall’utilizzo ricorrente della forza militare, dagli strumenti di pressione e dalla politica di aggressione e spartizione attuata da Erdogan proprio nei paesi più dilaniati dalle guerre civili, tribali e per bande, come la Libia o la Siria.
L’attacco indiscriminato ai combattenti curdi nel Nord Est Siriano, gli opachi legami con l’ISIS, la sponsorizzazione continua dei Fratelli Musulmani, l’utilizzo di milizie mercenarie jihadiste sono azioni che infrangono codici e comportamenti consolidati internazionalmente e che solo cinque anni fa nessuno avrebbe immaginato.
Legami sempre più stretti con l’Iran, ma soprattutto con la Federazione Russa, suggellati con l’acquisizione dei sofisticati missili S400 e con la richiesta di adesione all’Organizzazione di Sicurezza e Cooperazione Asiatica di Shanghai SCO, hanno amplificato i dubbi di Washington e Bruxelles sull’operato e sulle reali intenzioni del Presidente Turco.
Riempiendo il vuoto lasciato dall’Europa e dagli Stati Uniti nel Mediterraneo, si ha la sensazione che, oggi, la Turchia rappresenti una punta avanzata dell’Eurasia proprio verso il fianco Sud Orientale, quello più complesso e delicato per la NATO e le forze occidentali, che agisce militarmente ed economicamente a Sud della Russia, fino al Caucaso, copre il Medio Oriente e comprende l’ampio spazio della sponda Nord Africana.
Questa incessante attività non riguarda solo il punto di vista geopolitico ma, in parallelo, anche quello economico. Le imprese turche lavorano nelle aree appena citate e, nonostante le Organizzazioni finanziarie internazionali suonino campanelli di allarme su svalutazione, inflazione, enorme debito, la linea strategica turca sembra non ammettere deviazioni.
La guerra economica e commerciale in atto si è estesa, oltre al settore energetico, a quello marittimo e navale, con azioni abbastanza inverosimili come l’accordo siglato con Al Serraj sulle Zone Economiche, che renderebbe la Turchia arbitro e padrone del Mediterraneo Orientale.
Tutto ciò sembrerebbe portare in rotta di collisione gli interessi contrastanti tra Russia e Turchia, non ultimo proprio nell’attrito in Nagorno Karabakh.
Nella realtà, invece, dai conflitti in essere i due Paesi hanno tratto reciproci vantaggi: il controllo congiunto della transizione energetica e, quindi, dei prezzi del petrolio, il passaggio automatico della flotta russa attraverso il Bosforo, la possibilità di sostenere gli alleati e, infine, la Russia che vende soprattutto armi ed energia ha trovato intese ed integrazioni nei settori industriali in cui le imprese turche sono vincenti.
Insomma, per la Russia “isolata” i Turchi sono divenuti il migliore alleato contro l’Europa delle sanzioni.
Resta la domanda se l’attuale amministrazione statunitense possa continuare ad accettare questo stato di fatto in una delicata area di frontiera tra Occidente e Oriente, senza intervenire. Erdogan per il momento sembra convinto di sì e continua per la propria strada.

di Prof. Arduino Paniccia
Presidente ASCE Scuola di Guerra Economica e Competizione Internazionale di Venezia


Fonte: Arduino Paniccia
[]
[]
[]
[]
[]
[]
[]
[]
[]
[]
[]
Media partnership
[]

Realizzazione siti web www.sitoper.it
cookie