Guerra finirà solo quando Russia non avrà più risorse per combatterla
20-08-2025 14:49 - Opinioni
GD - Roma, 20 ago. 25 - Una premessa introduttiva è d'obbligo. Quello che sta succedendo in Europa con il petrolio russo negli ultimi 3 anni sembra la trama di un vecchio film americano "The Deal" ("Il compromesso). Si tratta di un thriller politico che ruota attorno a un accordo internazionale per la vendita di petrolio. Un analista di Wall Street è coinvolto in una trattativa con un cartello russo, Paese su cui vigeva l'embargo americano, e da cui acquista petrolio grazie ad una triangolazione fatta attraverso il Kazakistan per risolvere una crisi petrolifera innescata dalla carenza di risorse seguita alla guerra in Iraq. Insomma, ufficialmente comprava petrolio kazako, ben sapendo che invece era petrolio estratto in Russia. E oggi l'Europa acquista petrolio dall'India ben sapendo che è petrolio russo e che l'India ci rivende.
Fonte: Ciro Maddaloni
E veniamo al tema caldo. Tutti coloro che auspicano la fine della guerra, proponendo soluzioni più o meno articolate, dovrebbero considerare che per sostenere una guerra bisogna avere, innanzitutto, adeguate risorse economiche da poter utilizzare per finanziare lo sforzo bellico.
La Russia all'inizio delle operazioni belliche nel 2022, aveva a disposizione riserve valutarie stimate in circa 630 miliardi di dollari. A seguito della tentata invasione dell’Ucraina, i Paesi occidentali hanno congelato circa 300 miliardi di dollari di queste riserve. Secondo uno studio di alcuni economisti (ad esempio Elina Ribakova), le riserve liquide russe si sono ridotte a 31 miliardi di dollari (al 12 maggio scorso), rispetto ai 117 miliardi del 2021.
La Russia rischia di esaurire le proprie riserve finanziarie entro l'autunno di quest’anno, il che impatterebbe sulle capacità del Cremlino di continuare a sostenere la guerra in Ucraina. Dopo un primo periodo di forte crescita del PIL della Federazione Russa nel 2023 e nel 2024 (stimata intorno al 4% annuo), l'economia di Mosca ha cominciato a decelerare, e a manifestarsi quest’anno una stagnazione economica.
Per queste ragioni, la presidente della Banca Centrale della Federazione Russa, Ėl'vira Sachipzadovna Nabiullina, nella sua relazione annuale ha previsto una crescita annua per il 2025 compresa tra l'1% e il 2%. Una proiezione ottimistica rispetto a quella del FMI che prevede, invece, una crescita economica dello 0,9% per il 2025 e dell'1% per il 2026. Nel primo trimestre del 2025, la crescita annuale è rallentata all'1,4%, un calo significativo rispetto al 4,5% dell'ultimo trimestre del 2024.
Questo rallentamento viene attribuito all'impatto dell'economia sui vincoli dell'offerta, al passaggio all'economia di guerra e all'impatto degli alti tassi di interesse al 21% nella prima metà dell’anno e che solo a fine luglio sono stati ridotti al 18% per le pressioni del Cremlino.
Al rallentamento economico si affianca un aumento notevole dei prezzi dei beni di prima necessità, un’inflazione e un surriscaldamento dovuti al massiccio aumento della spesa pubblica, in particolare quella militare, che ha portato a una illusoria crescita economica che ha scatenato di conseguenza un'inflazione fuori controllo. Si sono registrati forti aumenti dei prezzi per i beni alimentari e questo sta penalizzando pensionati e dipendenti statali.
Gli alti tassi di interesse, hanno limitato i prestiti e gli investimenti nei settori non militari dell'economia. Questo incide negativamente sulla crescita di tutte le attività economiche che non beneficiano direttamente dell’aumento della spesa militare.
Il Cremlino può contare ancora su un alleato insospettabile per sostenere la sua guerra in Ucraina. Questo alleato non è la Cina. Come ben documentato dalla BBC, i dati mostrano che la Russia ha continuato a guadagnare miliardi dalle esportazioni di combustibili fossili verso l'Occidente, e questo le permette di continuare a finanziare l'invasione su larga scala dell'Ucraina.
Dall'inizio dell'invasione, nel febbraio 2022, la Russia ha guadagnato dall'esportazione di idrocarburi più del triplo di quanto l'Ucraina abbia ricevuto in aiuti stanziati dai suoi alleati. I dati analizzati dalla BBC mostrano che gli alleati occidentali dell'Ucraina, e in particolare l’Unione Europea, hanno pagato alla Russia più idrocarburi di quanti ne abbiano dati all'Ucraina in aiuti.
Questo perché i Governi europei a parole sostengono l’embargo totale contro la Russia, ma poi acquistano dall’India il petrolio che la Russia mette sul mercato.
Se i Paesi europei facessero di più per impedire alla Russia di finanziare con la vendita del petrolio e del gas la sua guerra in Ucraina, la guerra potrebbe terminare entro l’autunno.
È evidente a tutti gli economisti e osservatori internazionali che la Russia si sta autodistruggendo con questa folle guerra. Di questo sta approfittando la Cina per costruire il suo esercito sulle ossa della Russia. La Cina può vantare rivendicazioni legittime sui territori russi in Asia; territori che le sono stati sottratti dai russi nel XIX secolo, approfittando della debolezza della dinastia Qing. Le annessioni principali sono avvenute tramite una serie di trattati (Trattato di Aigun - 1858, e Trattato di Pechino - 1860), imposti dalla Russia ai cinesi con la forza. Questi territori russi sono ora scarsamente difesi da Mosca. Territori che sono stati colpiti da una serie di disastri naturali: alluvioni, incendi e terremoti. La Russia non è potuta intervenire per aiutare le popolazioni colpite da quelle calamità semplicemente perché non ha né le risorse umane né i mezzi da impiegare per soccorrerli.
Per queste ragioni, la presidente della Banca Centrale della Federazione Russa, Ėl'vira Sachipzadovna Nabiullina, nella sua relazione annuale ha previsto una crescita annua per il 2025 compresa tra l'1% e il 2%. Una proiezione ottimistica rispetto a quella del FMI che prevede, invece, una crescita economica dello 0,9% per il 2025 e dell'1% per il 2026. Nel primo trimestre del 2025, la crescita annuale è rallentata all'1,4%, un calo significativo rispetto al 4,5% dell'ultimo trimestre del 2024.
Questo rallentamento viene attribuito all'impatto dell'economia sui vincoli dell'offerta, al passaggio all'economia di guerra e all'impatto degli alti tassi di interesse al 21% nella prima metà dell’anno e che solo a fine luglio sono stati ridotti al 18% per le pressioni del Cremlino.
Al rallentamento economico si affianca un aumento notevole dei prezzi dei beni di prima necessità, un’inflazione e un surriscaldamento dovuti al massiccio aumento della spesa pubblica, in particolare quella militare, che ha portato a una illusoria crescita economica che ha scatenato di conseguenza un'inflazione fuori controllo. Si sono registrati forti aumenti dei prezzi per i beni alimentari e questo sta penalizzando pensionati e dipendenti statali.
Gli alti tassi di interesse, hanno limitato i prestiti e gli investimenti nei settori non militari dell'economia. Questo incide negativamente sulla crescita di tutte le attività economiche che non beneficiano direttamente dell’aumento della spesa militare.
Il Cremlino può contare ancora su un alleato insospettabile per sostenere la sua guerra in Ucraina. Questo alleato non è la Cina. Come ben documentato dalla BBC, i dati mostrano che la Russia ha continuato a guadagnare miliardi dalle esportazioni di combustibili fossili verso l'Occidente, e questo le permette di continuare a finanziare l'invasione su larga scala dell'Ucraina.
Dall'inizio dell'invasione, nel febbraio 2022, la Russia ha guadagnato dall'esportazione di idrocarburi più del triplo di quanto l'Ucraina abbia ricevuto in aiuti stanziati dai suoi alleati. I dati analizzati dalla BBC mostrano che gli alleati occidentali dell'Ucraina, e in particolare l’Unione Europea, hanno pagato alla Russia più idrocarburi di quanti ne abbiano dati all'Ucraina in aiuti.
Questo perché i Governi europei a parole sostengono l’embargo totale contro la Russia, ma poi acquistano dall’India il petrolio che la Russia mette sul mercato.
Se i Paesi europei facessero di più per impedire alla Russia di finanziare con la vendita del petrolio e del gas la sua guerra in Ucraina, la guerra potrebbe terminare entro l’autunno.
È evidente a tutti gli economisti e osservatori internazionali che la Russia si sta autodistruggendo con questa folle guerra. Di questo sta approfittando la Cina per costruire il suo esercito sulle ossa della Russia. La Cina può vantare rivendicazioni legittime sui territori russi in Asia; territori che le sono stati sottratti dai russi nel XIX secolo, approfittando della debolezza della dinastia Qing. Le annessioni principali sono avvenute tramite una serie di trattati (Trattato di Aigun - 1858, e Trattato di Pechino - 1860), imposti dalla Russia ai cinesi con la forza. Questi territori russi sono ora scarsamente difesi da Mosca. Territori che sono stati colpiti da una serie di disastri naturali: alluvioni, incendi e terremoti. La Russia non è potuta intervenire per aiutare le popolazioni colpite da quelle calamità semplicemente perché non ha né le risorse umane né i mezzi da impiegare per soccorrerli.
La Russia non è più in grado di prendersi cura di quei territori, mentre la Cina ha bisogno di queste terre perché sono ricche di tutta una serie di risorse naturali che la Russia ha sempre negato di venderle. Quindi, mentre l’Europa continua a sostenere la Russia acquistando il suo petrolio sui mercati secondari, la Cina ha tutto l'interesse a mandare in bancarotta la Russia per riprendersi i suoi territori.
Questa è la differenza che intercorre tra un proclama e una strategia. A voi decidere chi fa proclami e chi persegue una strategia.
Questa è la differenza che intercorre tra un proclama e una strategia. A voi decidere chi fa proclami e chi persegue una strategia.
Ciro Maddaloni
Esperto di eGovernment internazionale
Il film "The Deal" lo si può vedere al link: https://www.youtube.com/watch?v=ToJZdymu1qA
Fonte: Ciro Maddaloni