Geopolitica fluida, diplomazia sotto assedio e ritorno brutale delle potenze sovrane
01-06-2025 08:40 - Opinioni
GD - Roma, 1 giù. 25 - Nel cuore di un mondo che si riordina attraverso lo scontro e non più attraverso la mediazione, la diplomazia si ritrova senza bussola. Maggio 2025 si rivela un mese spartiacque: quello in cui l'ordine multilaterale, costruito con fatica sulle ceneri del XX secolo, ha mostrato la sua irrilevanza strutturale di fronte al ritorno dell'interesse nazionale come criterio assoluto. Non si tratta più di crisi regionali isolate, ma di un disallineamento sistemico, dove ogni regione del mondo sta cercando – e imponendo – un proprio paradigma di potere.
Gli Stati Uniti e l'Asse Atlantico: dal Patto alla Frattura. La nuova amministrazione statunitense ha riformulato il concetto stesso di alleanza: non più vincolo, ma strumento negoziabile. La dottrina neo-mercantilista rilanciata da Donald J. Trump segna la fine del paradigma cooperativo. Il raddoppio dei dazi su acciaio e alluminio è solo il preludio di un disaccoppiamento economico definito dallo USTR “più ampio di quello del 1947”. Il caso US Steel – passata sotto il controllo della giapponese Nippon Steel – ha scatenato un conflitto interno al National Security Council: la vulnerabilità industriale è oggi percepita come minaccia esistenziale, anche da chi ha sempre creduto nella supremazia americana come intoccabile.
Asia Meridionale: la zona grigia del rischio nucleare. L'attacco suicida a Pahalgam del 22 aprile, rivendicato da miliziani legati a Jaish-e-Mohammed, ha innescato un'escalation che ha superato la soglia della deterrenza. Lo scambio missilistico tra India e Pakistan è stato definito da un'analisi DIA “il momento di massima tensione nucleare dopo Pulwama”. Islamabad ha innalzato lo stato di allerta a DEFCON 3, mentre Nuova Delhi amplia il suo raggio navale nell'Oceano Indiano. Sul piano tattico, la Marina indiana dialoga ora con la Royal Australian Navy per coordinare manovre congiunte. È il primo indizio operativo di un contenimento indopacifico a guida sudasiatica.
L'Europa strategica: sogno o reazione? Nella penombra di un incontro non ufficiale a Baden-Baden, è nata l'iniziativa “Weimar+”: un tentativo di rifondare la proiezione diplomatica europea al di là della burocrazia e del vincolo transatlantico. Promossa dalla Germania di Friedrich Merz, la piattaforma include Italia, Spagna e Regno Unito, e mira a consolidare la capacità dell'UE di agire come potenza autonoma, non solo come mercato regolatore. Dietro le quinte, Parigi e Varsavia sostengono una posizione condivisa in vista del confronto con Washington. Un documento riservato della DGSE, visionato da Politico Europe, avverte: “Senza un riconoscimento formale del ruolo europeo nella sicurezza, la convergenza euro-atlantica rischia di diventare una finzione rituale.”
Sahel: la fine della Françafrique e l'era delle potenze tattiche. La costituzione dell'Alliance of Sahel States (ASS) – con Mali, Burkina Faso e Niger – rappresenta più di una sfida alla CEDEAO: è il segnale definitivo del tramonto della Françafrique. L'ambasciatore francese all'ONU ha dichiarato in sessione riservata che “il sistema coloniale informale è terminato”. Un alto ufficiale dell'École de Guerre ha definito questa fase “la revisione postcoloniale più profonda dal 1960”. Russia e Turchia forniscono armi e addestramento, mentre la Cina consolida il suo dominio infrastrutturale con investimenti dual-use. Il Sahel, da periferia strategica, si trasforma in snodo di competizione sistemica fra modelli alternativi di presenza globale.
Medio Oriente: il ritorno della guerra regionale integrata. Israele sta operando simultaneamente su due fronti – Gaza e Yemen – secondo una dottrina ribattezzata “difesa multilivello preventiva”. Il missile che ha colpito l'aeroporto Ben Gurion, lanciato da milizie Houthi, è tracciabile a una base operativa a Marib, segnalando un salto qualitativo nella capacità asimmetrica degli alleati regionali di Teheran. Nel frattempo, l'Arabia Saudita ha avviato negoziati con Giordania ed Egitto per istituire una “NATO araba”. Fonti diplomatiche riferiscono che l'iniziativa riceverà l'appoggio formale degli USA al Vertice di Riyadh a settembre. È la prova che il Golfo è pronto ad agire da polo strategico autonomo.
Estremo Oriente: guerra silenziosa per l'egemonia tecnologica. La guerra del futuro è già in corso, e si combatte nei laboratori dei semiconduttori. La Cina, secondo un'inchiesta della National Security Review, ha intensificato le operazioni di spionaggio industriale in Europa, puntando sull'olandese ASML, leader mondiale nella litografia avanzata. Fonti dell'AIVD confermano che agenti cinesi sotto copertura hanno penetrato la filiera Tier-2. Bruxelles ha attivato il Meccanismo di Coordinamento per le Minacce Ibride e diramato un avviso classificato agli Stati membri: “La vulnerabilità strategica dell'Europa non è militare, è cognitiva.”Diplomazia tra sopravvivenza e reinvenzione. In un mondo che si frammenta in poli competitivi, la diplomazia deve scegliere se reinventarsi o soccombere. Il soft power, svuotato di leva concreta, viene sostituito da forme nuove di influenza coercitiva: embargo tecnologico, infrastrutture vincolanti, narrative di guerra informativa. La sfida non è più tra Oriente e Occidente, ma tra sistemi che riescono a imporre la propria visione del futuro e quelli che rincorrono il passato. Non esistono più spazi neutrali. Il potere si è rarefatto, ma ha anche moltiplicato i suoi strumenti.
Cristina Di Silvio
Esperta di Relazioni Internazionali
Fonte: Cristina Di Silvio
Gli Stati Uniti e l'Asse Atlantico: dal Patto alla Frattura. La nuova amministrazione statunitense ha riformulato il concetto stesso di alleanza: non più vincolo, ma strumento negoziabile. La dottrina neo-mercantilista rilanciata da Donald J. Trump segna la fine del paradigma cooperativo. Il raddoppio dei dazi su acciaio e alluminio è solo il preludio di un disaccoppiamento economico definito dallo USTR “più ampio di quello del 1947”. Il caso US Steel – passata sotto il controllo della giapponese Nippon Steel – ha scatenato un conflitto interno al National Security Council: la vulnerabilità industriale è oggi percepita come minaccia esistenziale, anche da chi ha sempre creduto nella supremazia americana come intoccabile.
Asia Meridionale: la zona grigia del rischio nucleare. L'attacco suicida a Pahalgam del 22 aprile, rivendicato da miliziani legati a Jaish-e-Mohammed, ha innescato un'escalation che ha superato la soglia della deterrenza. Lo scambio missilistico tra India e Pakistan è stato definito da un'analisi DIA “il momento di massima tensione nucleare dopo Pulwama”. Islamabad ha innalzato lo stato di allerta a DEFCON 3, mentre Nuova Delhi amplia il suo raggio navale nell'Oceano Indiano. Sul piano tattico, la Marina indiana dialoga ora con la Royal Australian Navy per coordinare manovre congiunte. È il primo indizio operativo di un contenimento indopacifico a guida sudasiatica.
L'Europa strategica: sogno o reazione? Nella penombra di un incontro non ufficiale a Baden-Baden, è nata l'iniziativa “Weimar+”: un tentativo di rifondare la proiezione diplomatica europea al di là della burocrazia e del vincolo transatlantico. Promossa dalla Germania di Friedrich Merz, la piattaforma include Italia, Spagna e Regno Unito, e mira a consolidare la capacità dell'UE di agire come potenza autonoma, non solo come mercato regolatore. Dietro le quinte, Parigi e Varsavia sostengono una posizione condivisa in vista del confronto con Washington. Un documento riservato della DGSE, visionato da Politico Europe, avverte: “Senza un riconoscimento formale del ruolo europeo nella sicurezza, la convergenza euro-atlantica rischia di diventare una finzione rituale.”
Sahel: la fine della Françafrique e l'era delle potenze tattiche. La costituzione dell'Alliance of Sahel States (ASS) – con Mali, Burkina Faso e Niger – rappresenta più di una sfida alla CEDEAO: è il segnale definitivo del tramonto della Françafrique. L'ambasciatore francese all'ONU ha dichiarato in sessione riservata che “il sistema coloniale informale è terminato”. Un alto ufficiale dell'École de Guerre ha definito questa fase “la revisione postcoloniale più profonda dal 1960”. Russia e Turchia forniscono armi e addestramento, mentre la Cina consolida il suo dominio infrastrutturale con investimenti dual-use. Il Sahel, da periferia strategica, si trasforma in snodo di competizione sistemica fra modelli alternativi di presenza globale.
Medio Oriente: il ritorno della guerra regionale integrata. Israele sta operando simultaneamente su due fronti – Gaza e Yemen – secondo una dottrina ribattezzata “difesa multilivello preventiva”. Il missile che ha colpito l'aeroporto Ben Gurion, lanciato da milizie Houthi, è tracciabile a una base operativa a Marib, segnalando un salto qualitativo nella capacità asimmetrica degli alleati regionali di Teheran. Nel frattempo, l'Arabia Saudita ha avviato negoziati con Giordania ed Egitto per istituire una “NATO araba”. Fonti diplomatiche riferiscono che l'iniziativa riceverà l'appoggio formale degli USA al Vertice di Riyadh a settembre. È la prova che il Golfo è pronto ad agire da polo strategico autonomo.
Estremo Oriente: guerra silenziosa per l'egemonia tecnologica. La guerra del futuro è già in corso, e si combatte nei laboratori dei semiconduttori. La Cina, secondo un'inchiesta della National Security Review, ha intensificato le operazioni di spionaggio industriale in Europa, puntando sull'olandese ASML, leader mondiale nella litografia avanzata. Fonti dell'AIVD confermano che agenti cinesi sotto copertura hanno penetrato la filiera Tier-2. Bruxelles ha attivato il Meccanismo di Coordinamento per le Minacce Ibride e diramato un avviso classificato agli Stati membri: “La vulnerabilità strategica dell'Europa non è militare, è cognitiva.”Diplomazia tra sopravvivenza e reinvenzione. In un mondo che si frammenta in poli competitivi, la diplomazia deve scegliere se reinventarsi o soccombere. Il soft power, svuotato di leva concreta, viene sostituito da forme nuove di influenza coercitiva: embargo tecnologico, infrastrutture vincolanti, narrative di guerra informativa. La sfida non è più tra Oriente e Occidente, ma tra sistemi che riescono a imporre la propria visione del futuro e quelli che rincorrono il passato. Non esistono più spazi neutrali. Il potere si è rarefatto, ma ha anche moltiplicato i suoi strumenti.
Cristina Di Silvio
Esperta di Relazioni Internazionali
Fonte: Cristina Di Silvio