Elezioni presidenziali in Romania, prevalso orientamento pro-europeo
20-05-2025 11:51 - Opinioni
GD - Bucarest, 20 mag. 25 - Il secondo turno delle elezioni presidenziali, svoltosi il 18 maggio, ha decretato vincitore il candidato indipendente Nicușor Dan, a discapito del sovranista George Simion. Per analizzare il punteggio elettorale (53,6% contro 46,4%) è necessario comprendere diversi aspetti legati al posizionamento degli elettori in Romania.
Sebbene matematicamente sembrasse il favorito, avendo vinto il primo turno il 4 maggio con oltre il 40% dei voti, George Simion non è riuscito ad attrarre un numero significativo di elettori al secondo turno.
Innanzitutto, va notato che il sovranismo in Romania, pur essendo aumentato notevolmente negli ultimi mesi - anche grazie a Călin Georgescu - non riesce a superare la soglia del 50 per cento. Ecco perché Simion è riuscito ad ottenere solo qualche centinaio di migliaia di voti in più al secondo turno rispetto al primo.
In secondo luogo, l'affluenza relativamente alta al secondo turno ha attirato voti decisivi da coloro che non erano andati alle urne il 4 maggio. Questi voti sono andati a stragrande maggioranza a Nicușor Dan. Notiamo anche delle somiglianze con altri Stati in cui si sono tenute le elezioni e dove, analogamente, nel secondo turno, la grande mobilitazione dell'elettorato ha limitato la percentuale di sovranismo.
Soprattutto nel segmento giovanile si può osservare la forte preferenza per un orientamento pro-europeo. La Romania, Stato membro dell'UE dal 2007, ha tratto grandi benefici da questo status e molti rumeni, soprattutto giovani, hanno potuto lavorare, studiare e circolare liberamente in Europa per oltre due decenni.
Queste elezioni ci dicono anche che il radicalismo di qualsiasi tipo non è accettato dalla maggioranza, che i discorsi estremisti non hanno una presa decisiva nella società e sono marginali. Moderazione, equilibrio e buon senso possono fare la differenza in una società moderna, civile ed europea, come quella rumena.
Fonte: Antoniu Martin
Sebbene matematicamente sembrasse il favorito, avendo vinto il primo turno il 4 maggio con oltre il 40% dei voti, George Simion non è riuscito ad attrarre un numero significativo di elettori al secondo turno.
Innanzitutto, va notato che il sovranismo in Romania, pur essendo aumentato notevolmente negli ultimi mesi - anche grazie a Călin Georgescu - non riesce a superare la soglia del 50 per cento. Ecco perché Simion è riuscito ad ottenere solo qualche centinaio di migliaia di voti in più al secondo turno rispetto al primo.
In secondo luogo, l'affluenza relativamente alta al secondo turno ha attirato voti decisivi da coloro che non erano andati alle urne il 4 maggio. Questi voti sono andati a stragrande maggioranza a Nicușor Dan. Notiamo anche delle somiglianze con altri Stati in cui si sono tenute le elezioni e dove, analogamente, nel secondo turno, la grande mobilitazione dell'elettorato ha limitato la percentuale di sovranismo.
Soprattutto nel segmento giovanile si può osservare la forte preferenza per un orientamento pro-europeo. La Romania, Stato membro dell'UE dal 2007, ha tratto grandi benefici da questo status e molti rumeni, soprattutto giovani, hanno potuto lavorare, studiare e circolare liberamente in Europa per oltre due decenni.
Queste elezioni ci dicono anche che il radicalismo di qualsiasi tipo non è accettato dalla maggioranza, che i discorsi estremisti non hanno una presa decisiva nella società e sono marginali. Moderazione, equilibrio e buon senso possono fare la differenza in una società moderna, civile ed europea, come quella rumena.
Antoniu Martin
storico e giornalista
Fonte: Antoniu Martin