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Uzbekistan: le direttrici principali della politica estera

07-11-2024 14:38 - Opinioni
GD - Roma, 7 nov. 24 - Considerata la posizione di centralità geografica nel cuore dell'Asia centrale - confina con le restanti quattro repubbliche centroasiatiche e con Afghanistan - l'Uzbekistan beneficia di una posizione geopolitica strategica, che le consente di influenzare lo sviluppo politico ed economico regionale e di contribuire al mantenimento della sicurezza e della stabilità.
Dalla sua elezione nel 2016, il presidente uzbeko Mirziyoyev ha promosso una costruttiva diplomazia regionale centroasiatica, ed una politica estera incentrata sulla multi-vettorialità, con l'obiettivo di bilanciare e contenere gli interessi geopolitico strategici delle due superpotenze regionali Cina e Russia e di approfondire le relazioni bilaterali con le repubbliche centroasiatiche.
La dottrina di politica estera uzbeka si fonda su quattro pilastri: non interferenza negli affari interni delle nazioni; non allineamento, che esclude la partecipazione da organizzazioni militari regionali ed internazionali e la presenza di basi militari straniere nel territorio nazionale; partecipazione attiva nelle organizzazioni internazionali; miglioramento delle relazioni con I paesi confinanti, l'Asia centrale come priorità di politica estera.
Secondo una prospettiva strategica, il miglioramento delle relazioni con le nazioni centroasiatiche è finalizzato alla promozione di un dialogo regolare e trasparente, che consenta di rafforzare la fiducia reciproca in modo da superare le tradizionali divergenze su questioni come la delimitazione dei confini, la gestione della risorsa idrica: queste condizioni avrebbero permesso di sviluppare la cooperazione economica e di promuovere progetti di connettività regionale.
Di conseguenza, nel 2017 l'Uzbekistan ha siglato accordi per la definizione dei confini con Tagikistan e Kirghizistan, ha manifestato la volontà di essere coinvolto nella realizzazione dei progetti di centrale idroelettrica (Rogun in Tagikistan) precedentemente osteggiati, ha siglato dichiarazioni di partnership strategica con tutte le Repubbliche centroasiatiche. Il maggior risultato di questo rinnovato clima di cooperazione è stato la creazione del meeting (consultivo) dei capi di stato centroasiatici, che si tiene con regolarità ogni anno a partire dal 2018, promosso fortemente da Uzbekistan e Kazakhstan: all'interno del forum le parti intendono promuovere un dialogo inclusivo finalizzato alla realizzazione di una cooperazione endogena, di una connettività rafforzare e per aumentare la visibilità della regione Asia centrale nel contesto internazionale.
Nella politica estera uzbeka l'Afghanistan riveste un ruolo cruciale, con un cambio di prospettiva rispetto al passato: le relazioni bilaterali non devono essere basate esclusivamente sulla questione della sicurezza, ma occorre considerare l'Afghanistan come un partner con il quale promuovere il commercio transfrontaliero, cooperazione culturale ed umanitaria, includendo attivamente il paese nei vari progetti regionali di cooperazione energetica ed infrastrutturale. L'Uzbekistan infatti è l'unica nazione centroasiatica ad avere un collegamento ferroviario con l'Afghanistan (Termez-Hairaton-Mazar-I-Sharif), che oggi rappresenta la bretella infrastrutturale fondamentale per promuovere il corridoio Transafghano, destinato a trasportare merci dall'Asia centrale ai porti pachistani sull'Oceano Indiano.
Questa politica di dialogo è stata mantenuta anche con l'ascesa dei Taliban al potere, anche se Tashkent - come tutti gli attori internazionali – non ha mai ufficialmente riconosciuto il nuovo governo.
Per quanto riguarda le relazioni con Cina e Russia, queste nazioni rappresentano dei partner importanti per Tashkent, in ambito economico-commerciale e come investitori per modernizzare le infrastrutture. Pechino oggi è il principale partner economico, oltre ad aver investito in progetti infrastrutturali legati alla Belt and Road che hanno tuttavia accresciuto la posizione dell'Uzbekistan nello sviluppo della connettività regionale.
Nonostante la cooperazione economica e il dialogo politico, il presidente uzbeko non ha mutato l'orientamento di politica estera verso la Russia, rifiutando di aderire alle organizzazioni regionali a guida moscovita come l'Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva e l'Unione Economica Euroasiatica, privilegiando il rafforzamento delle relazioni a livello bilaterale.

Fabio Indeo
ISIA Istituto Italiano per l'Asia


Fonte: ISIA
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