Delegazione diplomatica visita "Giordania: Alba del Cristianesimo"
02-02-2025 15:27 - Arte, cultura, turismo











GD – Roma, 2 feb. 25 - Una delegazione composta da personalità diplomatiche e della nobiltà italiana è stata organizzata da Mohamed Al Afaishat, e da Chiara Cavalieri, presidente dell'Associazione Italo Araba Eridanus e vicepresidente dell'UCOI Unione Italiana Consoli Onorari, per visitare la mostra internazionale “Giordania – L'alba del Cristianesimo”, organizzata in collaborazione con il Vaticano.
Tra i partecipanti figure di rilievo come l'amb. Franklin Zelztzer, l'amb. Carlo Marsili, il principe Alduino di Ventimiglia di Monteforte Lascaris, la baronessa Andreina Pellegrini, Roberto Arduini, la poetessa Veronica Paredes, Rossella Bruni, Mauro Giangrande e Anna Oreste.
Come ha riferito Chiara Cavalieri, durante la visita è nato un progetto proposto da uno dei presenti: portare le scolaresche italiane a visitare la mostra, con l'obiettivo di far conoscere ai giovani studenti il ricco patrimonio storico e spirituale della Giordania e le radici del Cristianesimo. Un'iniziativa che mira a educare e sensibilizzare le nuove generazioni sui valori di pace, convivenza e rispetto tra culture e religioni.
Secondo la stessa fonte, “la visita ha offerto un'immersione nel Cristianesimo primitivo attraverso immagini spettacolari e reperti di straordinario valore storico, in un percorso che celebra i 30 anni di relazioni diplomatiche tra la Giordania e la Santa Sede, in coincidenza con l'Anno Giubilare del Vaticano dedicato al Pellegrinaggio della Speranza e il 60° anniversario della visita di Papa Paolo VI in Giordania nel 1964”.
Un viaggio nel tempo: 80 reperti per raccontare la storia del Cristianesimo - La mostra, ospitata nel Palazzo della Cancelleria, propone un percorso suggestivo attraverso 80 reperti archeologici di inestimabile valore, provenienti da 30 siti giordani. Questi manufatti, esposti per la prima volta al pubblico, tracciano l'evoluzione del Cristianesimo dalle sue origini fino all'epoca contemporanea, offrendo una finestra unica sulla spiritualità e la cultura della Giordania.
Tra i pezzi più significativi spiccano: colonne e lastre del presbiterio del VI secolo d.C., provenienti da Rujm Al Kursi, realizzate in pietra di Mosè e decorate con croci scolpite; capitelli di colonna del periodo bizantino e omayyade, tra cui il celebre "Capitello a Cestino" con croce incisa; mosaici spettacolari, come il pannello raffigurante un volto umano, un leone e un uccello, proveniente da Gerasa; oggetti liturgici, tra cui una bottiglia di vetro a forma di pesce, simbolo dei primi cristiani, e un bruciatore di incenso in bronzo del VII secolo.
La Giordania: un mosaico di fede e convivenza - La mostra non è solo un viaggio archeologico, ma anche un messaggio di pace e unità. Come ha sottolineato il ministro del Turismo e delle Antichità, Lina Annab, “la Giordania è un paese dove cristiani e musulmani convivono pacificamente, condividendo una storia millenaria e un patrimonio culturale unico”.
“Il nostro messaggio è chiaro: la presenza cristiana in Giordania non è un fatto secondario, ma è parte integrante della nostra identità e della nostra società”, ha dichiarato Annab. “Descriviamo il nostro Paese come un mosaico, un'opera d'arte meravigliosa, che può essere completa solo se tutte le tessere rimangono unite”.
Un legame speciale con il Vaticano - La Giordania, unica nazione visitata da quattro Papi tra il 1964 e il 2014, vanta un rapporto privilegiato con il Vaticano. La mostra celebra anche questo legame, ricordando il 60° anniversario della prima visita di Papa Paolo VI e il 30° anniversario delle relazioni diplomatiche bilaterali.
“La Giordania è un Paese di pace e amore”, ha affermato ancora il ministro Annab, citando le parole di Re Abdullah II. “Anche se possiamo sembrare diversi, ciò che ci unisce è molto più grande di ciò che ci divide. Questo è il messaggio che vogliamo trasmettere al mondo”.
Un invito a scoprire la Giordania - La mostra non è solo un'occasione per ammirare reperti storici, ma anche un invito a visitare la Giordania, terra di spiritualità e accoglienza. Tra i siti di pellegrinaggio riconosciuti dal Vaticano spiccano: Tel Mar Elias, luogo natale del profeta Elia; Monte Nebo, dove si trova la tomba di Mosè; Maghtas, sul fiume Giordano, sito del Battesimo di Gesù.
“Vi invitiamo a venire in Giordania”, ha concluso Annab, “a scoprire la bellezza della nostra vita quotidiana, la sacralità dei nostri luoghi e la nostra ospitalità. Siamo un popolo accogliente e non vediamo l'ora di darvi il benvenuto”.
Al termine della visita, Mohamed Al Afaishat ha sottolineato: “Questa visita è di particolare importanza per noi, poiché siamo impegnati a promuovere il turismo dall'Italia verso la Giordania, in particolare verso i siti sacri cristiani che possiedono un immenso valore storico e spirituale. Siamo certi che questa mostra rappresenti un ponte tra le nostre culture e un'opportunità unica per rafforzare i legami tra i nostri popoli”.
Fonte: Chiara Cavalier
Tra i partecipanti figure di rilievo come l'amb. Franklin Zelztzer, l'amb. Carlo Marsili, il principe Alduino di Ventimiglia di Monteforte Lascaris, la baronessa Andreina Pellegrini, Roberto Arduini, la poetessa Veronica Paredes, Rossella Bruni, Mauro Giangrande e Anna Oreste.
Come ha riferito Chiara Cavalieri, durante la visita è nato un progetto proposto da uno dei presenti: portare le scolaresche italiane a visitare la mostra, con l'obiettivo di far conoscere ai giovani studenti il ricco patrimonio storico e spirituale della Giordania e le radici del Cristianesimo. Un'iniziativa che mira a educare e sensibilizzare le nuove generazioni sui valori di pace, convivenza e rispetto tra culture e religioni.
Secondo la stessa fonte, “la visita ha offerto un'immersione nel Cristianesimo primitivo attraverso immagini spettacolari e reperti di straordinario valore storico, in un percorso che celebra i 30 anni di relazioni diplomatiche tra la Giordania e la Santa Sede, in coincidenza con l'Anno Giubilare del Vaticano dedicato al Pellegrinaggio della Speranza e il 60° anniversario della visita di Papa Paolo VI in Giordania nel 1964”.
Un viaggio nel tempo: 80 reperti per raccontare la storia del Cristianesimo - La mostra, ospitata nel Palazzo della Cancelleria, propone un percorso suggestivo attraverso 80 reperti archeologici di inestimabile valore, provenienti da 30 siti giordani. Questi manufatti, esposti per la prima volta al pubblico, tracciano l'evoluzione del Cristianesimo dalle sue origini fino all'epoca contemporanea, offrendo una finestra unica sulla spiritualità e la cultura della Giordania.
Tra i pezzi più significativi spiccano: colonne e lastre del presbiterio del VI secolo d.C., provenienti da Rujm Al Kursi, realizzate in pietra di Mosè e decorate con croci scolpite; capitelli di colonna del periodo bizantino e omayyade, tra cui il celebre "Capitello a Cestino" con croce incisa; mosaici spettacolari, come il pannello raffigurante un volto umano, un leone e un uccello, proveniente da Gerasa; oggetti liturgici, tra cui una bottiglia di vetro a forma di pesce, simbolo dei primi cristiani, e un bruciatore di incenso in bronzo del VII secolo.
La Giordania: un mosaico di fede e convivenza - La mostra non è solo un viaggio archeologico, ma anche un messaggio di pace e unità. Come ha sottolineato il ministro del Turismo e delle Antichità, Lina Annab, “la Giordania è un paese dove cristiani e musulmani convivono pacificamente, condividendo una storia millenaria e un patrimonio culturale unico”.
“Il nostro messaggio è chiaro: la presenza cristiana in Giordania non è un fatto secondario, ma è parte integrante della nostra identità e della nostra società”, ha dichiarato Annab. “Descriviamo il nostro Paese come un mosaico, un'opera d'arte meravigliosa, che può essere completa solo se tutte le tessere rimangono unite”.
Un legame speciale con il Vaticano - La Giordania, unica nazione visitata da quattro Papi tra il 1964 e il 2014, vanta un rapporto privilegiato con il Vaticano. La mostra celebra anche questo legame, ricordando il 60° anniversario della prima visita di Papa Paolo VI e il 30° anniversario delle relazioni diplomatiche bilaterali.
“La Giordania è un Paese di pace e amore”, ha affermato ancora il ministro Annab, citando le parole di Re Abdullah II. “Anche se possiamo sembrare diversi, ciò che ci unisce è molto più grande di ciò che ci divide. Questo è il messaggio che vogliamo trasmettere al mondo”.
Un invito a scoprire la Giordania - La mostra non è solo un'occasione per ammirare reperti storici, ma anche un invito a visitare la Giordania, terra di spiritualità e accoglienza. Tra i siti di pellegrinaggio riconosciuti dal Vaticano spiccano: Tel Mar Elias, luogo natale del profeta Elia; Monte Nebo, dove si trova la tomba di Mosè; Maghtas, sul fiume Giordano, sito del Battesimo di Gesù.
“Vi invitiamo a venire in Giordania”, ha concluso Annab, “a scoprire la bellezza della nostra vita quotidiana, la sacralità dei nostri luoghi e la nostra ospitalità. Siamo un popolo accogliente e non vediamo l'ora di darvi il benvenuto”.
Al termine della visita, Mohamed Al Afaishat ha sottolineato: “Questa visita è di particolare importanza per noi, poiché siamo impegnati a promuovere il turismo dall'Italia verso la Giordania, in particolare verso i siti sacri cristiani che possiedono un immenso valore storico e spirituale. Siamo certi che questa mostra rappresenti un ponte tra le nostre culture e un'opportunità unica per rafforzare i legami tra i nostri popoli”.
Chiara Cavalieri
Fonte: Chiara Cavalier