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Considerazioni su rilancio economia italiana per crescita PMI manifatturiere

04-11-2020 16:32 - Opinioni
GD - Roma, 4 nov. 20 - Il rilancio dell'economia italiana passa soprattutto attraverso la crescita del tessuto delle PMI manifatturiere. A tale proposito merita fare una serie di considerazioni.
L'internazionalizzazione delle imprese costituisce uno degli obiettivi prioritari per la crescita, anche sociale; per crescere bisogna produrre di più; per produrre di più bisogna vendere ai mercati esteri ad alto valore commerciale. È fondamentale che le esportazioni siano strutturate per penetrare i mercati esteri al fine di creare valore e che le imprese condividano obiettivi e risorse sostenibili per adeguarsi alle trasformazioni in atto nel mondo del commercio (nuovi e diversi modi di vendita e servizi; nel presente-futuro i mercati ad alto valore commerciale richiedono l'insieme di settori e marche). Germania e Spagna hanno intrapreso il percorso di sviluppo nel 2008.
L'aumento dell'instabilità economica e le tecnologie digitali hanno diffuso nuovi strumenti per la crescita quali la «condivisione sostenibile», che mira all'insieme di risorse basata su centralità dell'obiettivo, ampliamento dell'offerta, ottimizzazione delle risorse, flessibilità, managerialità e servizi capaci di irradiare modalità connettive e collaborative fra Soggetti legati da una filosofia di economia condivisa e da un obiettivo prioritario. Studi hanno dimostrato che l'internazionalizzazione proattiva rafforza la crescita strutturale aumentando redditività e competitività per lo sviluppo delle Imprese nei mercati globali.
Quadro di riferimento - La crescita delle PMI Made in Italy è una scelta strategica fondamentale per il rilancio dell'economia italiana. Dipendono ancora dal mercato interno, realizzano l'80% circa del PIL italiano, rappresentano complessivamente circa il 90% delle imprese attive, spesso escludono la leva dell'export nei Paesi lontani ad alto valore commerciale a causa di ridotta massa critica, mini-dimensione, ridotte disponibilità finanziarie per l'accesso all'innovazione, zero economie di scala, scarsa managerialità, scarsa conoscenza. Nel 2017 le PMI erano circa 5 milioni, impiegavano oltre 15 milioni di persone generando un fatturato complessivo di 2.000 miliardi di euro; il potenziale delle PMI è alto, esportano soltanto il 29% contro il 50% di altri Paesi.
Una delle soluzioni: esportazioni nei Paesi residuali ad alto valore commerciale. Obiettivo: creare massa critica e penetrare i mercati ad alto valore commerciale senza interferire con la programmazione ordinaria delle Aziende socie (attività parallela).
Promotori: «Ogni Cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale della società»” (art. 4 della Costituzione).
Piattaforma settoriale per i mercati strategici: Aziende Made in Italy, marchio unico al mondo, assistite dai loro professionisti di fiducia costituiscono una società concessionaria autofinanziata e pariteticamente partecipata (garanzia).
La società definisce il punto di pareggio in relazione a: numero dei Soci, capacità produttiva (normale e potenziale-finanziata), definisce i Paesi residuali, opera per risultati, esporta i prodotti con etichette originali nei Paesi dove le imprese socie non sono presenti (residuali); è sostenuta da una percentuale sul fatturato; è amministrata da un coordinatore indipendente e diretta da manager esperti di mercati esteri lontani e relativa di logistica. Potranno essere previsti incentivi fiscali e finanziari mirati.

di Angelo Iaselli
Docente universitario e consulente aziendale


Fonte: Redazione
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