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Cina spinge su consumi interni, nuove opportunità per Made in Italy

24-11-2021 13:59 - Made in Italy
Mario Boselli Mario Boselli
GD - Milano, 24 nov. 21 – La Fondazione Italia Cina ha presentato oggi il suo nuovo rapporto focalizzato sul tema dei consumi in Cina, dal titolo “I consumi come driver delle relazioni tra Italia e Cina: analisi di scenario e indicazioni di soci e imprese”. La presentazione è avvenuta nel corso del webinar “Le potenzialità dei consumi in Cina”, al quale hanno partecipato l'ambasciatore cinese in Italia, Li Junhua, e l'ambasciatore italiano in Cina, Luca Ferrari.
Numeri in crescita - Il documento, elaborato dal Centro Studi della Fondazione, analizza le nuove direzioni, tendenze e opportunità nate dalla forte spinta data dal Governo cinese alla crescita dei consumi interni che nel 2020 – nonostante una lieve flessione a causa delle chiusure generalizzate e dell'insicurezza sanitaria – hanno comunque contribuito per il 54,3% del Pil. Il tasso dei consumi finali in Cina nel 2020 è stato vicino al 55%, superiore alla media del 53,4% registrata tra il 2011 e il 2019. Sebbene la crescita economica della Cina nel corso del 2021 sia segnata da una serie di sfide, i numeri fanno ben sperare (come il +4,9% nelle vendite al dettaglio registrato lo scorso ottobre) e le previsioni indicano che la spesa per i consumi in Cina raddoppierà entro il 2030 e che dieci anni dopo il Paese peserà per il 44% dei consumi globali.
Con quasi 800 milioni di consumatori che hanno effettuato acquisti sul web di beni di consumo nel 2020, la Cina si conferma primo mercato al mondo per vendite online. Secondo alcuni studi, i ricavi di tali vendite cresceranno nel 2021 fino a 2.100 miliardi di dollari per superare, nel 2024, i 3.000 miliardi di dollari.
Quale Cina per le imprese italiane ? - Nella seconda parte del rapporto sono presentati i risultati della seconda edizione di “Quale Cina per le imprese italiane?”, sondaggio che ha coinvolto 180 imprese con sede in Italia e, in minor numero, in Europa, rappresentative di diversi settori, accomunate dall'aver instaurato rapporti commerciali con la Cina. I risultati del sondaggio offrono indicazioni utili per definire le strategie per migliorare le relazioni economiche tra Italia e Cina. Il campione analizzato è composto per il 70,7% da Pmi e per il 29,3% da grandi imprese, con aziende essenzialmente attive nei settori macchinari, meccanica, F&B e chimico-farmaceutico, in linea con le peculiarità dell'export italiano. Quasi l'80% del campione vede la Cina sempre più come mercato di sbocco.
Dunque, quella che emerge da questo ritratto è una Cina sempre meno “fabbrica del mondo” e sempre più mercato di consumo, nonché competitor in termini di innovazione e qualità dei prodotti. Il sondaggio evidenzia come la Cina venga percepita sempre più come tassello essenziale nelle strategie delle aziende sia rispetto al passato sia al futuro, una percezione dovuta anche alla conferma nell'84% dei casi di aver avuto un'esperienza positiva in relazione alle proprie attività in Cina.
“A un anno e mezzo dallo scoppio della pandemia in tutto il mondo, i nostri Paesi si stanno lentamente riprendendo e stanno cominciando a fare i conti con quei cambiamenti, molti dei quali irreversibili, che il Covid-19 ha portato nelle nostre vite e nell'economia globalizzata. Una delle novità più significative riguarda i consumi ed è per questo che la nostra ricerca di quest'anno si è concentrata su un tema che sta assumendo via via sempre più importanza", afferma Mario Boselli, presidente della Fondazione Italia Cina nella prefazione del rapporto, rilevando poi che "la corsa dei consumi nel Paese è un fenomeno che le aziende italiane dovranno monitorare con attenzione se vorranno trovare la loro dimensione in un mercato potenzialmente immenso come quello cinese, che offre ancora molte opportunità alle aziende pronte a coglierle”.


Fonte: Redazione
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