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Cina: cambiamento epocale, serve diplomazia flessibile e attenta

04-10-2024 13:53 - Opinioni
GD - Roma, 4 ott. 24 - Ci troviamo in un momento storico di profonda trasformazione nelle relazioni internazionali, un periodo che richiede la nostra massima attenzione e analisi. L'espansione dei BRICS, avvenuta il 1° gennaio 2024, segna un punto di svolta significativo nel panorama geopolitico globale.
L'ingresso di Egitto, Etiopia, Iran ed Emirati Arabi Uniti ha dato vita a quello che informalmente chiamiamo BRICS+. È importante notare che, nonostante l'invito iniziale, l'Argentina ha ritirato la sua candidatura sotto la nuova presidenza di Javier Milei, mentre l'Arabia Saudita non ha ancora confermato ufficialmente la sua adesione. Questa evoluzione porta con sé implicazioni di vasta portata per la diplomazia mondiale e l'equilibrio di potere internazionale.
Per comprendere appieno la portata di questo cambiamento, è fondamentale esaminare i dati economici. Il recente briefing del Servizio di Ricerca del Parlamento Europeo ci fornisce una prospettiva molto chiara: il gruppo BRICS+ rappresenta ora il 37,3% del PIL mondiale. Permettetemi di sottolineare l'importanza di questo dato: stiamo parlando di un blocco economico che supera più del doppio il peso economico dell'Unione Europea, che si attesta al 14,5%. Questo singolo fatto evidenzia in modo inequivocabile l'importanza crescente di questo gruppo nell'economia globale e, di conseguenza, nella diplomazia internazionale.
Al centro di questa trasformazione troviamo, indubbiamente, la Cina. L'evoluzione del ruolo di Pechino all'interno dei BRICS e sulla scena internazionale è stata tanto rapida quanto profonda, un cambiamento che merita un'analisi attenta e dettagliata. La Cina non si limita più a seguire le regole del gioco diplomatico; ora aspira a ridefinirle.
Questo cambiamento di postura è evidente in molteplici ambiti, dalla diplomazia multilaterale alle iniziative economiche e finanziarie, e sta ridisegnando il panorama delle relazioni internazionali in modi che avrebbero potuto sembrare impensabili solo un decennio fa.
Esaminiamo più da vicino l'impatto della Cina nella diplomazia multilaterale. Il briefing EPRS sottolinea un aspetto cruciale: i paesi BRICS hanno spesso votato in modo coordinato all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, mostrando una crescente coesione su questioni chiave di sicurezza globale. Tuttavia, è importante sottolineare che questa unità è stata meno pronunciata in alcune recenti risoluzioni cruciali, come quella sull'invasione russa dell'Ucraina nel 2022. Questo ci mostra come, nonostante la crescente coesione economica, permangano differenze significative in termini di posizioni geopolitiche.
Dobbiamo chiederci: quali saranno le implicazioni a lungo termine di questa dinamica per l'equilibrio di potere globale e per la capacità dell'Occidente di influenzare le decisioni internazionali?
Nel campo economico e finanziario, l'influenza cinese è ancora più evidente e merita un'analisi approfondita. La creazione della New Development Bank (NDB), con sede a Shanghai, e del Contingent Reserve Arrangement (CRA) rappresenta una significativa trasformazione delle dinamiche geopolitiche nell'architettura finanziaria internazionale.
La NDB, con un capitale iniziale di 100 miliardi di dollari, si propone di finanziare progetti infrastrutturali e di sviluppo sostenibile. Il CRA, anch'esso di 100 miliardi di dollari, funge da meccanismo di protezione contro le pressioni di liquidità globale.
Queste istituzioni, fortemente sostenute dalla Cina, offrono ai paesi BRICS+ alternative concrete alle istituzioni finanziarie tradizionali come la Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale, dove tra l’altro viene chiesto un cambio di governance. Ciò amplia significativamente le opzioni di finanziamento e cooperazione economica per i paesi in via di sviluppo, potenzialmente alterando gli equilibri economici globali a lungo termine.
Non possiamo parlare dell'influenza economica cinese senza menzionare la Belt and Road Initiative (BRI), il progetto di punta della diplomazia economica di Pechino. La BRI sta letteralmente ridisegnando la mappa del commercio mondiale e, con essa, le sfere di influenza geopolitica. È un progetto di portata storica, paragonabile forse solo alla Via della Seta originale in termini di ambizione e potenziale impatto.
È interessante notare, come riportato nel briefing EPRS, che mentre la maggior parte dei paesi BRICS+ partecipa alla BRI, alcuni membri chiave come India e Brasile hanno scelto di non aderire. Questo fatto evidenzia le complessità e le potenziali tensioni all'interno del gruppo BRICS+. Non stiamo parlando di un blocco monolitico, ma di un'alleanza complessa con interessi talvolta divergenti. Questa diversità interna potrebbe rappresentare sia una forza che una debolezza per il gruppo, a seconda di come verrà gestita nel tempo.
L'espansione dei BRICS porta con sé non solo opportunità, ma anche sfide significative per la diplomazia globale. La diversità all'interno del gruppo BRICS+, con sistemi politici ed economici molto differenti, richiede un approccio diplomatico sofisticato e flessibile. La Cina, in particolare, si trova a dover bilanciare la sua crescente influenza con la necessità di mantenere relazioni cooperative all'interno del gruppo e con il resto del mondo.
Per l'Unione Europea e l'Occidente in generale, questa evoluzione richiede un ripensamento delle strategie diplomatiche. Come evidenziato nel briefing EPRS, l'UE ha già accordi commerciali e partnership strategiche con diversi membri dei BRICS+.
Sarà cruciale per l'UE trovare un equilibrio tra la cooperazione su temi globali come il cambiamento climatico e la difesa dei propri interessi e valori. Come può l'Europa posizionarsi in questo nuovo scenario senza compromettere i suoi principi fondamentali?
Ciò che stiamo osservando con l'ascesa della Cina nei BRICS è una significativa evoluzione del sistema internazionale. La sfida per la diplomazia globale sarà quella di navigare questo panorama in trasformazione con saggezza, flessibilità e un impegno incrollabile verso la pace e la prosperità globale. Il futuro della diplomazia sarà plasmato dalla capacità di adattarsi a questi cambiamenti negli equilibri globali. La Cina e i BRICS+ saranno attori centrali in questo processo, e sarà fondamentale impegnarsi in un dialogo aperto e costruttivo.
In questo contesto di cambiamento e nuove dinamiche globali, è importante notare due sviluppi recenti che sottolineano l'importanza crescente della Cina e dei BRICS nel panorama internazionale.
In primo luogo, il presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, si recherà in visita ufficiale in Cina nel prossimo novembre. Questa visita di alto livello non è un semplice atto diplomatico, ma un chiaro segnale dell'importanza che l'Italia attribuisce alle relazioni con la Cina e il riconoscimento del suo ruolo chiave negli affari globali.
Come influenzerà questa visita le relazioni bilaterali e quale impatto avrà sulla posizione dell'Italia all'interno dell'UE riguardo alle politiche verso la Cina?
In secondo luogo, la Turchia ha recentemente espresso il suo interesse ad aderire ai BRICS, un passo che, se realizzato, potrebbe ulteriormente ampliare l'influenza e la portata di questo gruppo. Questo sviluppo solleva interrogativi cruciali: come cambierebbe la dinamica interna dei BRICS con l'ingresso della Turchia? Quali implicazioni avrebbe per le relazioni tra la Turchia e l'Occidente, in particolare con la
NATO e l'UE?
Questi sviluppi sottolineano la necessità di una diplomazia flessibile e attenta, capace di navigare in un panorama geopolitico in rapida evoluzione. Le nuove prospettive nelle relazioni internazionali che emergono dall'evoluzione dei BRICS e dal ruolo crescente della Cina richiedono una diplomazia agile, inclusiva e lungimirante.
In conclusione, ci troviamo di fronte a una trasformazione epocale dell'ordine mondiale. Il nostro compito, come esperti e professionisti delle relazioni internazionali, è quello di lavorare insieme per plasmare un futuro in cui la cooperazione prevalga sulle divisioni, e in cui il dialogo e la comprensione reciproca siano alla base delle relazioni internazionali. Solo attraverso questi sforzi potremo sperare di affrontare le sfide globali che ci attendono e costruire un mondo più stabile, prospero e pacifico per tutti.
La strada davanti a noi è complessa e piena di sfide, ma anche di opportunità. Sarà necessario ripensare le istituzioni, riformare i meccanismi di governance globale e creare nuovi spazi di cooperazione che riflettano la realtà di un mondo in rapida evoluzione. Il ruolo della Cina nei BRICS e l'espansione di questo gruppo sono solo l'inizio di un cambiamento più ampio e profondo nel sistema internazionale.
Infine, vorrei sottolineare un punto cruciale per noi europei: attualmente, l'Unione Europea non ha una politica o strategia formale verso i BRICS come gruppo. Le nostre relazioni si basano principalmente su rapporti bilaterali con i singoli membri. Alla luce dell'espansione dei BRICS e del loro crescente peso economico e geopolitico, potrebbe essere il momento di riconsiderare questo approccio. Una strategia più coesa e coordinata dell'UE verso i BRICS+ potrebbe rivelarsi essenziale per navigare efficacemente le acque sempre più complesse della diplomazia globale.

Paolo Giordani
Presidente di IDI Istituto Diplomatico Internazionale

Intervento al convegno “La Cina nel mondo, diplomazia, economia politica”
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Fonte: Paolo Giordani