Brasile: mostra a San Paolo "Passione italiana: l'arte dell'espresso"
27-02-2025 16:28 - Made in Italy
GD - San Paolo, 27 feb. 25 - Il caffè all'italiana si esibisce con i suoi accessori di design a San Paolo del Brasile nella mostra "Passione italiana: l'arte dell'espresso", che celebra il design e l’innovazione attorno al caffè espresso, uno dei simboli dell’Italia più amati nel mondo, attraverso la storia delle migrazioni degli italiani.
L'esposizione è aperta sino al 26 maggio al Museo dell'Immigrazione dello Stato di San Paolo La passione tutta italiana dell’espresso è al centro di una doppia mostra in Brasile, a cura di Elisabetta Pisu, che racconta l’evoluzione nel corso del tempo del design e della tecnologia degli oggetti per il caffè, legandosi alla storia dell’emigrazione italiana in Brasile che nel 2024 ha celebrato 150 anni.
Ben 60 fra macchine per uso domestico e da bar, set e tazzine da caffè sono in mostra in "Passione italiana: l'arte dell'espresso" che, dopo l’esposizione al Museu do Café di Santos (cominciata il 1° ottobre 2024 e conclusasi il 4 febbraio scorso), ora prosegue fino al 26 maggio al Museu da Imigração do Estado de São Paulo, museo dell'immigrazione dello Stato di San Paolo.
La mostra si sviluppa secondo due nuclei espositivi, che costruiscono una narrazione stratificata e ricca di sfumature della storia del caffè. Un percorso storico racconta l’evoluzione nel tempo delle innovazioni legate alle macchine e alle
abitudini di consumo del caffè, guidata dall’ingegno dei creativi al servizio di una ricerca incessante, per innalzare la qualità della bevanda, migliorarne il sapore e l’aroma e ottimizzare i processi produttivi.
Oltre alla narrazione storica la mostra presenta una serie di approfondimenti tematici, che analizzano il vasto significato sociale della bevanda più bevuta al mondo, attraverso i luoghi, i riti domestici e i designer che hanno maggiormente segnato le abitudini e l’immaginario collettivo, fra questi: i caffè storici in Italia; il bar e l’Italian way of life; l’evoluzione estetica della moka; la caffettiera napoletana e Riccardo Dalisi; il design di Aldo Rossi tra architettura e paesaggio domestico; il rito del caffè a casa; Alessi: Tea & Coffee Piazza e Towers.
Particolare rilievo nella mostra "Passione italiana: l'arte dell'espresso" è data dal legame con la storia delle migrazioni italiane in Brasile – che vede la celebrazione dei 150 anni proprio nel 2024 – le quali sono all’origine di una penetrazione vasta e diffusa del caffè nel Paese sudamericano.
«La storia dell’industria brasiliana del caffè è indissolubilmente legata al fenomeno migratorio italiano in Brasile», ha spiegato Domenico Fornara, console generale d’Italia San Paolo, «il milione e mezzo di italiani che sbarcarono sul territorio brasiliano a partire dal 1870 lavorarono soprattutto nelle aziende produttrici di caffè ed è proprio grazie all’inestimabile rilevanza della manodopera italiana che il caffè, da simbolo nazionale tipicamente italiano, si è trasformato in un elemento che ha legato per sempre due popoli e due culture».
L’Italia è il terzo importatore mondiale di caffè brasiliano, dopo Stati Uniti e Germania; dunque, il caffè brasiliano è alla base della maggior parte delle miscele per espresso preparate ogni giorno dagli oltre mille torrefattori italiani, a testimonianza del forte legame tra il nostro Paese e il Brasile.
«La selezione di oggetti esposti parlano della creatività italiana e della spinta all’innovazione, che caratterizzano da sempre il design Made in Italy», ha spiegato la curatrice Elisabetta Pisu, «ma ci dice anche molto altro, racconta degli italiani in Brasile, di come la cultura nostrana sia stata portatrice di nuove abitudini e abbia inaugurato oltre oceano un rito sociale, simbolo del nostro Paese. Insieme a questo la mostra mette in luce il forte legame tra Italia e Brasile, una relazione reciproca che ha investito pienamente il mondo imprenditoriale tanto quanto l’amore per il caffè espresso».
Queste opere rappresentano l'evoluzione temporale della produzione e del consumo e svelano come nell'immaginario collettivo sia cresciuta l'importanza sociale di un gesto che oggi è indissolubilmente legato allo stile di vita italiano e ai nostri riti quotidiani.
Gli oggetti in mostra tracciano un percorso storico che abbraccia gli ultimi due secoli, includendo caffettiere nate dalla genialità di grandi designer e diventate vere e proprie icone di un'epoca, insieme a pezzi più recenti frutto delle innovazioni tecnologiche, che hanno trasformato radicalmente i processi produttivi, elevando al contempo gli standard qualitativi.
L'itinerario proposto nella mostra "Passione italiana: l'arte dell'espresso" si configura come un affascinante viaggio nel tempo, che racconta una ricerca incessante volta a perfezionare la tecnologia, l'ergonomia degli oggetti e l’esperienza di consumo di una delle bevande più apprezzate e diffuse al mondo.
La mostra è stata realizzata in collaborazione con il Consolato Generale d’Italia a San Paolo e l'Instituto de Preservação e Difusão da História do Café e da Imigração.
Gli oggetti in mostra, due secoli di innovazione e design - L’esposizione presenta 60 oggetti, molti dei quali rari e pezzi unici, che portano le firme di alcuni dei più grandi artisti e maestri del design, sia italiani che internazionali, oltre che dei più prestigiosi brand del made in Italy. Questi capolavori dell'iconografia progettuale, frutto di un'approfondita rilettura creativa di forme e funzioni, hanno segnato un’epoca.
Fra questi pezzi non mancano opere iconiche come la caffettiera "Oggetto banale" di Alessandro Mendini, creata per la Biennale di Venezia del 1980 o le “torri” del servizio disegnato da Massimiliano Fuksas e Doriana Mandrelli per Alessi che, insieme a "La Conica" e "La Cupola" di Aldo Rossi, anch’esse prodotte da Alessi, segnano l’incontro tra architettura e design, riuscendo a trasformare il set per il caffè in una piazza in miniatura ed elevando l’oggetto domestico a una sorta di cattedrale.
Tra gli oggetti in esposizione ci sono alcune produzioni di Alessi, come la caffettiera espresso "9090" di Richard Sapper e la "Pulcina" di Michele De Lucchi, la "Caffettiera Napoletana 90018" e i "Prototipi di latta" di Riccardo Dalisi.
Fonte: Redazione
L'esposizione è aperta sino al 26 maggio al Museo dell'Immigrazione dello Stato di San Paolo La passione tutta italiana dell’espresso è al centro di una doppia mostra in Brasile, a cura di Elisabetta Pisu, che racconta l’evoluzione nel corso del tempo del design e della tecnologia degli oggetti per il caffè, legandosi alla storia dell’emigrazione italiana in Brasile che nel 2024 ha celebrato 150 anni.
Ben 60 fra macchine per uso domestico e da bar, set e tazzine da caffè sono in mostra in "Passione italiana: l'arte dell'espresso" che, dopo l’esposizione al Museu do Café di Santos (cominciata il 1° ottobre 2024 e conclusasi il 4 febbraio scorso), ora prosegue fino al 26 maggio al Museu da Imigração do Estado de São Paulo, museo dell'immigrazione dello Stato di San Paolo.
La mostra si sviluppa secondo due nuclei espositivi, che costruiscono una narrazione stratificata e ricca di sfumature della storia del caffè. Un percorso storico racconta l’evoluzione nel tempo delle innovazioni legate alle macchine e alle
abitudini di consumo del caffè, guidata dall’ingegno dei creativi al servizio di una ricerca incessante, per innalzare la qualità della bevanda, migliorarne il sapore e l’aroma e ottimizzare i processi produttivi.
Oltre alla narrazione storica la mostra presenta una serie di approfondimenti tematici, che analizzano il vasto significato sociale della bevanda più bevuta al mondo, attraverso i luoghi, i riti domestici e i designer che hanno maggiormente segnato le abitudini e l’immaginario collettivo, fra questi: i caffè storici in Italia; il bar e l’Italian way of life; l’evoluzione estetica della moka; la caffettiera napoletana e Riccardo Dalisi; il design di Aldo Rossi tra architettura e paesaggio domestico; il rito del caffè a casa; Alessi: Tea & Coffee Piazza e Towers.
Particolare rilievo nella mostra "Passione italiana: l'arte dell'espresso" è data dal legame con la storia delle migrazioni italiane in Brasile – che vede la celebrazione dei 150 anni proprio nel 2024 – le quali sono all’origine di una penetrazione vasta e diffusa del caffè nel Paese sudamericano.
«La storia dell’industria brasiliana del caffè è indissolubilmente legata al fenomeno migratorio italiano in Brasile», ha spiegato Domenico Fornara, console generale d’Italia San Paolo, «il milione e mezzo di italiani che sbarcarono sul territorio brasiliano a partire dal 1870 lavorarono soprattutto nelle aziende produttrici di caffè ed è proprio grazie all’inestimabile rilevanza della manodopera italiana che il caffè, da simbolo nazionale tipicamente italiano, si è trasformato in un elemento che ha legato per sempre due popoli e due culture».
L’Italia è il terzo importatore mondiale di caffè brasiliano, dopo Stati Uniti e Germania; dunque, il caffè brasiliano è alla base della maggior parte delle miscele per espresso preparate ogni giorno dagli oltre mille torrefattori italiani, a testimonianza del forte legame tra il nostro Paese e il Brasile.
«La selezione di oggetti esposti parlano della creatività italiana e della spinta all’innovazione, che caratterizzano da sempre il design Made in Italy», ha spiegato la curatrice Elisabetta Pisu, «ma ci dice anche molto altro, racconta degli italiani in Brasile, di come la cultura nostrana sia stata portatrice di nuove abitudini e abbia inaugurato oltre oceano un rito sociale, simbolo del nostro Paese. Insieme a questo la mostra mette in luce il forte legame tra Italia e Brasile, una relazione reciproca che ha investito pienamente il mondo imprenditoriale tanto quanto l’amore per il caffè espresso».
Queste opere rappresentano l'evoluzione temporale della produzione e del consumo e svelano come nell'immaginario collettivo sia cresciuta l'importanza sociale di un gesto che oggi è indissolubilmente legato allo stile di vita italiano e ai nostri riti quotidiani.
Gli oggetti in mostra tracciano un percorso storico che abbraccia gli ultimi due secoli, includendo caffettiere nate dalla genialità di grandi designer e diventate vere e proprie icone di un'epoca, insieme a pezzi più recenti frutto delle innovazioni tecnologiche, che hanno trasformato radicalmente i processi produttivi, elevando al contempo gli standard qualitativi.
L'itinerario proposto nella mostra "Passione italiana: l'arte dell'espresso" si configura come un affascinante viaggio nel tempo, che racconta una ricerca incessante volta a perfezionare la tecnologia, l'ergonomia degli oggetti e l’esperienza di consumo di una delle bevande più apprezzate e diffuse al mondo.
La mostra è stata realizzata in collaborazione con il Consolato Generale d’Italia a San Paolo e l'Instituto de Preservação e Difusão da História do Café e da Imigração.
Gli oggetti in mostra, due secoli di innovazione e design - L’esposizione presenta 60 oggetti, molti dei quali rari e pezzi unici, che portano le firme di alcuni dei più grandi artisti e maestri del design, sia italiani che internazionali, oltre che dei più prestigiosi brand del made in Italy. Questi capolavori dell'iconografia progettuale, frutto di un'approfondita rilettura creativa di forme e funzioni, hanno segnato un’epoca.
Fra questi pezzi non mancano opere iconiche come la caffettiera "Oggetto banale" di Alessandro Mendini, creata per la Biennale di Venezia del 1980 o le “torri” del servizio disegnato da Massimiliano Fuksas e Doriana Mandrelli per Alessi che, insieme a "La Conica" e "La Cupola" di Aldo Rossi, anch’esse prodotte da Alessi, segnano l’incontro tra architettura e design, riuscendo a trasformare il set per il caffè in una piazza in miniatura ed elevando l’oggetto domestico a una sorta di cattedrale.
Tra gli oggetti in esposizione ci sono alcune produzioni di Alessi, come la caffettiera espresso "9090" di Richard Sapper e la "Pulcina" di Michele De Lucchi, la "Caffettiera Napoletana 90018" e i "Prototipi di latta" di Riccardo Dalisi.
In mostra anche la serie di tazzine "illy Art Collection", decorate da artisti contemporanei come la tazzina "In Principio–Brasile" di Sebastião Salgado, che ha fotografato momenti delle attività dei coltivatori di caffè.
L'esposizione evidenzia anche lo sviluppo tecnologico del settore con le macchine storiche da bar, provenienti dalla collezione del MUMAC Museo della Macchina per Caffè di Cimbali Group, che ripercorrono l’evoluzione di un intero settore del Made in Italy, da un punto di vista del design e della genialità ingegneristica che ha portato a un innalzamento degli standard qualitativi della bevanda.
Tra i modelli in esposizione la "Snider Insuperabile", esemplare di macchina a colonna a vapore in stile liberty prodotta nel 1920, la "Gaggia Tipo Spagna" del 1952 con la rivoluzionaria invenzione della crema naturale e "La Cimbali Brillante", tra le prime con gruppo erogatore a leva, realizzata sempre nello stesso anno, per l’erogazione del “cimbalino”, nome dato al caffè prodotto dalle macchine dell’azienda.
Inoltre, per le macchine da caffè espresso domestiche si citano il modello a leva prodotto da La Pavoni nel 2023, la "ECF02" in stile anni ’50 progettata da Matteo Bazzicalupo e Raffaella Mangiarotti nel 2023 della Smeg e la "Diva", disegnata da Andreas Seegatz, prodotta da Bugatti.
Elisabetta Pisu è una curatrice di design con una formazione in sociologia e in management culturale. Il suo ambito di ricerca è il design contemporaneo in relazione ai processi produttivi, alle valenze sociali e all’evoluzione dei nuovi linguaggi espressivi. Oggetti, ambienti e architetture sono al centro dei suoi interessi di studio, protesi a indagare il ruolo mutevole del design nella società contemporanea. Nel 2016 fonda EP Studio che si occupa di ideazione, organizzazione e curatela di mostre internazionali di design con particolare attenzione alla diffusione e promozione del Made in Italy. Ha collaborato con importanti istituzioni culturali e curato mostre in prestigiosi musei, tra i quali:
Ambasciata d’Italia a Tashkent, Istituto Italiano di Cultura di Copenaghen (Danimarca), Istituto Italiano di Cultura di Abu Dhabi, Craft + Design Centre a Canberra (Australia), Design Museum Gent (Belgio), Cube Design Museum (Olanda), Design Museum Holon (Israele), Museum of Craft and Design (San Francisco, USA), MODA - Museum of Design Atlanta (Atlanta, USA), L. A. Mayer Museum for Islamic Art (Israele), COD - Center for Openness and Dialogue (Albania).
L'esposizione evidenzia anche lo sviluppo tecnologico del settore con le macchine storiche da bar, provenienti dalla collezione del MUMAC Museo della Macchina per Caffè di Cimbali Group, che ripercorrono l’evoluzione di un intero settore del Made in Italy, da un punto di vista del design e della genialità ingegneristica che ha portato a un innalzamento degli standard qualitativi della bevanda.
Tra i modelli in esposizione la "Snider Insuperabile", esemplare di macchina a colonna a vapore in stile liberty prodotta nel 1920, la "Gaggia Tipo Spagna" del 1952 con la rivoluzionaria invenzione della crema naturale e "La Cimbali Brillante", tra le prime con gruppo erogatore a leva, realizzata sempre nello stesso anno, per l’erogazione del “cimbalino”, nome dato al caffè prodotto dalle macchine dell’azienda.
Inoltre, per le macchine da caffè espresso domestiche si citano il modello a leva prodotto da La Pavoni nel 2023, la "ECF02" in stile anni ’50 progettata da Matteo Bazzicalupo e Raffaella Mangiarotti nel 2023 della Smeg e la "Diva", disegnata da Andreas Seegatz, prodotta da Bugatti.
Elisabetta Pisu è una curatrice di design con una formazione in sociologia e in management culturale. Il suo ambito di ricerca è il design contemporaneo in relazione ai processi produttivi, alle valenze sociali e all’evoluzione dei nuovi linguaggi espressivi. Oggetti, ambienti e architetture sono al centro dei suoi interessi di studio, protesi a indagare il ruolo mutevole del design nella società contemporanea. Nel 2016 fonda EP Studio che si occupa di ideazione, organizzazione e curatela di mostre internazionali di design con particolare attenzione alla diffusione e promozione del Made in Italy. Ha collaborato con importanti istituzioni culturali e curato mostre in prestigiosi musei, tra i quali:
Ambasciata d’Italia a Tashkent, Istituto Italiano di Cultura di Copenaghen (Danimarca), Istituto Italiano di Cultura di Abu Dhabi, Craft + Design Centre a Canberra (Australia), Design Museum Gent (Belgio), Cube Design Museum (Olanda), Design Museum Holon (Israele), Museum of Craft and Design (San Francisco, USA), MODA - Museum of Design Atlanta (Atlanta, USA), L. A. Mayer Museum for Islamic Art (Israele), COD - Center for Openness and Dialogue (Albania).
Fonte: Redazione