Azerbaigian: ambasciata celebra Festa nazionale, dialogo e amicizia
04-06-2025 14:56 - Vaticano
GD - Città del Vaticano, 4 giu. 25 - Cultura, diplomazia e ospitalità hanno caratterizzato la celebrazione della Festa Nazionale dell'Azerbaigian Giorno dell'Indipendenza, organizzata dall'Ambasciata dell'Azerbaigian presso la Santa Sede, nell'elegante cornice del The Westin Excelsior di Via Veneto, a Roma.
La serata-evento ha riunito autorità vaticane, rappresentanti del corpo diplomatico, personalità del mondo culturale, religioso e dei media, oltre a numerosi amici del Paese.
A dare il benvenuto agli ospiti è stato l'ambasciatore azerbaigiano presso la Santa Sede, Ilgar Mukhtarov, che ha ricordato l'importanza storica del 28 maggio, quando "in Azerbaigian fu istituita la prima Repubblica Democratica laica del mondo musulmano, con l'adozione della Dichiarazione di Indipendenza".
Fonte: Ambasciata
La serata-evento ha riunito autorità vaticane, rappresentanti del corpo diplomatico, personalità del mondo culturale, religioso e dei media, oltre a numerosi amici del Paese.
A dare il benvenuto agli ospiti è stato l'ambasciatore azerbaigiano presso la Santa Sede, Ilgar Mukhtarov, che ha ricordato l'importanza storica del 28 maggio, quando "in Azerbaigian fu istituita la prima Repubblica Democratica laica del mondo musulmano, con l'adozione della Dichiarazione di Indipendenza".
Questa giornata è presente nella memoria del popolo azerbaigiano per i suoi straordinari successi, il più importante dei quali è la fondazione della Democrazia Parlamentare.
L'Azerbaigian è diventato così il primo Paese del mondo musulmano a concedere alle donne il diritto di voto e ad essere elette, "persino prima di molti Paesi europei", ha sottolineato l'ambasciatore, che ha poi evidenziato i tratti peculiari del Paese, "crocevia di civiltà" e "modello di pacifica convivenza in cui i valori orientali e occidentali si armonizzano, e una lunga tradizione di multiculturalismo, tolleranza e unità continua a sostenere la forza e il successo della nazione".
In questo contesto, sono state ricordate le parole di Sua Santità Papa Giovanni Paolo II durante la sua visita in Azerbaigian nel 2002, quando osservò che "lo zoroastrismo, il cristianesimo dell'antica Chiesa albana, l'Islam e l'Ebraismo hanno tutti convissuto in questa terra grazie a uno spirito di tolleranza e di rispetto reciproco" e poi di Sua Santità Papa Francesco, durante la sua visita del 2016, per il quale il Paese rimaneva "un centro di tolleranza".
L'ambasciatore azero ha tracciato le linee di una cooperazione con la Santa Sede in crescita costante, segnata positivamente dalle visite del Leader Nazionale dell'Azerbaigian, Heydar Aliyev, in Vaticano nel 1997 e di Papa Giovanni Paolo II in Azerbaigian nel 2002. Nell'ultimo anno, le visite del Segretario di Stato cardinale Pietro Parolin, del Segretario per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni Internazionali, arcivescovo Paul Richard Gallagher, del Prefetto del Dicastero per le Chiese Orientali cardinale Claudio Gugerotti, insieme ad altre delegazioni di alto livello in Azerbaigian, hanno dato nuovo impulso allo sviluppo delle relazioni bilaterali.
In questo contesto, sono state ricordate le parole di Sua Santità Papa Giovanni Paolo II durante la sua visita in Azerbaigian nel 2002, quando osservò che "lo zoroastrismo, il cristianesimo dell'antica Chiesa albana, l'Islam e l'Ebraismo hanno tutti convissuto in questa terra grazie a uno spirito di tolleranza e di rispetto reciproco" e poi di Sua Santità Papa Francesco, durante la sua visita del 2016, per il quale il Paese rimaneva "un centro di tolleranza".
L'ambasciatore azero ha tracciato le linee di una cooperazione con la Santa Sede in crescita costante, segnata positivamente dalle visite del Leader Nazionale dell'Azerbaigian, Heydar Aliyev, in Vaticano nel 1997 e di Papa Giovanni Paolo II in Azerbaigian nel 2002. Nell'ultimo anno, le visite del Segretario di Stato cardinale Pietro Parolin, del Segretario per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni Internazionali, arcivescovo Paul Richard Gallagher, del Prefetto del Dicastero per le Chiese Orientali cardinale Claudio Gugerotti, insieme ad altre delegazioni di alto livello in Azerbaigian, hanno dato nuovo impulso allo sviluppo delle relazioni bilaterali.
Ricordato anche il sostegno costante della Fondazione Heydar Aliyev dell'Azerbaigian, con la presidente della Fondazione e primo vicepresidente della Repubblica, Mehriban Aliyeva, al rafforzamento delle relazioni tra l'Azerbaigian e la Santa Sede, nonché il suo lavoro, attraverso la Fondazione, nel promuovere iniziative umanitarie e preservare il patrimonio culturale cristiano. Proprio per questo impegno Mehriban Aliyeva è stata insignita da Papa Francesco della Gran Croce dell'Ordine Piano.
L'ambasciatore azero ha infine sottolineato la nuova pace raggiunta nella regione del Caucaso meridionale, grazie all'impegno dell'Azerbaigian e la liberazione dei territori azerbaigiani dopo 30 anni di occupazione. "In linea con questi valori, dopo un conflitto trentennale, l'Azerbaigian ha teso una mano di pace all'Armenia, proponendo una bozza di accordo di pace", ha aggiunto il diplomatico.
Con un riferimento a Sua Santità Papa Leone XIV, ricordando che "la pace è un dono, la giustizia è un dovere e la verità è una vocazione", l'ambasciatore Mukhtarov ha dato la parola al cardinale George Jacob Koovakad, Prefetto del Dicastero per il Dialogo Interreligioso della Santa Sede, che ha portato gli auguri del Vaticano di prosperità, progresso e pace al popolo azerbaigiano, sottolineando la solida amicizia con l'Azerbaigian.
L'ambasciatore azero ha infine sottolineato la nuova pace raggiunta nella regione del Caucaso meridionale, grazie all'impegno dell'Azerbaigian e la liberazione dei territori azerbaigiani dopo 30 anni di occupazione. "In linea con questi valori, dopo un conflitto trentennale, l'Azerbaigian ha teso una mano di pace all'Armenia, proponendo una bozza di accordo di pace", ha aggiunto il diplomatico.
Con un riferimento a Sua Santità Papa Leone XIV, ricordando che "la pace è un dono, la giustizia è un dovere e la verità è una vocazione", l'ambasciatore Mukhtarov ha dato la parola al cardinale George Jacob Koovakad, Prefetto del Dicastero per il Dialogo Interreligioso della Santa Sede, che ha portato gli auguri del Vaticano di prosperità, progresso e pace al popolo azerbaigiano, sottolineando la solida amicizia con l'Azerbaigian.
Dopo aver lodato le caratteristiche della Repubblica Democratica del 1918, di cui ha ricordato iniziative di grande modernità come la creazione di scuole per ragazze, ospedali, biblioteche e l'Università Statale di Baku, prima università moderna del Paese, il Cardinale ha auspicato ponti di pace, mutua accettazione e amore.
Dopo gli interventi, gli ospiti sono rimasti incantati dall'esibizione del talentuoso ed emozionante Ensemble - "7 Bellezze", il cui nome richiama il capolavoro del poeta azerbaigiano Nizami Ganjavi e rappresentato da sette musiciste provenienti da sette diversi paesi del mondo turco: Azerbaigian, Turchia, Kazakistan, Kirghizistan, Uzbekistan, Turkmenistan e Ungheria, che hanno eseguito capolavori musicali nazionali e internazionali dell'Azerbaigian.
Gli ospiti hanno poi gustato alcune eccellenze della cucina nazionale azerbaigiana, preparata per l'occasione, con piatti che hanno unito colori, profumi e gusti a storia e tradizione.
Una serata espressione di amicizia ed apertura, nella cornice unica del dialogo interculturale che caratterizza i rapporti tra Baku e Vaticano.
Dopo gli interventi, gli ospiti sono rimasti incantati dall'esibizione del talentuoso ed emozionante Ensemble - "7 Bellezze", il cui nome richiama il capolavoro del poeta azerbaigiano Nizami Ganjavi e rappresentato da sette musiciste provenienti da sette diversi paesi del mondo turco: Azerbaigian, Turchia, Kazakistan, Kirghizistan, Uzbekistan, Turkmenistan e Ungheria, che hanno eseguito capolavori musicali nazionali e internazionali dell'Azerbaigian.
Gli ospiti hanno poi gustato alcune eccellenze della cucina nazionale azerbaigiana, preparata per l'occasione, con piatti che hanno unito colori, profumi e gusti a storia e tradizione.
Una serata espressione di amicizia ed apertura, nella cornice unica del dialogo interculturale che caratterizza i rapporti tra Baku e Vaticano.
Fonte: Ambasciata