Ars Sine Finibus: premiata “Scritto nelle pietre” e inaugurata “So(g)no” di Rotelli
10-09-2025 12:47 - Arte, cultura, turismo
GD - Gorizia, 10 set. 25 - "Ars Sine Finibus", il progetto artistico transfrontaliero italo-sloveno è stato aperto al pubblico h 24. Un territorio che gemella due Paesi su un percorso lungo 15 km attraversabile a piedi o in bici per ammirare tra i vigneti del Collio e del Brda le numerose opere stanziali realizzate da giovani italiani e sloveni oltre alla principale opera progettata dall’architetto Marco Nereo Rotelli. Le sue Sfere gemelle di 4 m. di diametro sono posizionate una a Giasbana (GO) e una a Kojsko (SLO).
Fra i 13 creativi finalisti premiata l’opera “Scritto nelle pietre” di Juliana Florez Garcia, Gloria Veronica Lavagnini e Tajda Tomšič, un arco e un muro che richiamano l’ex confine, realizzati con marna, pietra e inserti dorati.
È stato inaugurato il progetto artistico "Ars Sine Finibus", un museo a cielo aperto stanziale che espone l’installazione luminosa “So(g)no” dell’artista Marco Nereo Rotelli due sfere realizzate in Cor-Ten visitabili anche all’interno. L’opera, realizzata con il contributo del prof. Riccardo Valentini, del compositore Alessio Bertallot, del poeta sloveno Aleš Šteger, del poeta italiano Valerio Magrelli e dell’artista friulano Giorgio Celiberti, trasforma lo spazio dei vigneti in un percorso immersivo di luce e poesia, invitando visitatori e comunità a condividere un’esperienza multisensoriale e riflessiva.
Con "Ars Sine Finibus", il Collio e il Brda non sono solo territori del vino di eccellenza, ma diventano un laboratorio culturale internazionale, dove creatività, memoria e natura si incontrano per parlare un linguaggio universale: quello dell’arte che unisce.
"Ars Sine Finibus", il progetto transfrontaliero promosso è da Sinefinis, fondato da Robert Princic e Matjaž Četrtič. L’iniziativa mira a trasformare i vigneti di confine tra Italia e Slovenia in un parco d’arte permanente, dove installazioni site-specific realizzate da giovani artisti diventano strumento di dialogo tra arte e natura, comunità e territorio. Un percorso che guarda a un futuro sostenibile attraverso materiali naturali di recupero e linguaggi innovativi, in armonia con il programma di Gorizia e Nova Gorica Capitale Europea della Cultura 2025.
Il progetto è realizzato con il sostegno del Fondo per piccoli progetti GO!2025 del Programma Interreg VI-A Italia-Slovenia.
La cerimonia ha visto la partecipazione di numerose personalità istituzionali dei due Paesi segno tangibile di una collaborazione culturale che va oltre i confini.
Le altre opere finaliste presentate dai giovani artisti sono :
• "Sconfinare" di Sofia Aloni e Lorenzo Lavezzo;
• "Spazio di vite" di Chiara Andolina, Tommaso Marchesi e Simona Tessaro: una gabbietta fermatappo in scala monumentale, intrecciata con ferro e tralci di vite, che diventa architettura abitabile e simbolo di convivialità e incontro. Materiali: tondini e fil di ferro, tralci di vite.
• "Fortino e Santuario" di Pietro Chiarello e Jasmin Sara Prezioso;
• "Mucca senza passaporto" di Lili Grudina e Daniele Poli;
• "Synergos" di Nailia Khamzina e Vanessa Stefan.
Il premio della giuria è stato assegnato all’opera "Scritto nelle pietre" di Juliana Florez Garcia, Gloria Veronica Lavagnini e Tajda Tomšič, un arco e un muro che richiamano l’ex confine, realizzati con marna, pietra e inserti dorati, trasformando la ferita storica in passaggio e soglia verso una coscienza condivisa. Pietre sospese e steli metallici evocano un prato fiorito, restituendo leggerezza e poesia a una memoria dolorosa.
Fonte: Redazione
Fra i 13 creativi finalisti premiata l’opera “Scritto nelle pietre” di Juliana Florez Garcia, Gloria Veronica Lavagnini e Tajda Tomšič, un arco e un muro che richiamano l’ex confine, realizzati con marna, pietra e inserti dorati.
È stato inaugurato il progetto artistico "Ars Sine Finibus", un museo a cielo aperto stanziale che espone l’installazione luminosa “So(g)no” dell’artista Marco Nereo Rotelli due sfere realizzate in Cor-Ten visitabili anche all’interno. L’opera, realizzata con il contributo del prof. Riccardo Valentini, del compositore Alessio Bertallot, del poeta sloveno Aleš Šteger, del poeta italiano Valerio Magrelli e dell’artista friulano Giorgio Celiberti, trasforma lo spazio dei vigneti in un percorso immersivo di luce e poesia, invitando visitatori e comunità a condividere un’esperienza multisensoriale e riflessiva.
Con "Ars Sine Finibus", il Collio e il Brda non sono solo territori del vino di eccellenza, ma diventano un laboratorio culturale internazionale, dove creatività, memoria e natura si incontrano per parlare un linguaggio universale: quello dell’arte che unisce.
"Ars Sine Finibus", il progetto transfrontaliero promosso è da Sinefinis, fondato da Robert Princic e Matjaž Četrtič. L’iniziativa mira a trasformare i vigneti di confine tra Italia e Slovenia in un parco d’arte permanente, dove installazioni site-specific realizzate da giovani artisti diventano strumento di dialogo tra arte e natura, comunità e territorio. Un percorso che guarda a un futuro sostenibile attraverso materiali naturali di recupero e linguaggi innovativi, in armonia con il programma di Gorizia e Nova Gorica Capitale Europea della Cultura 2025.
Il progetto è realizzato con il sostegno del Fondo per piccoli progetti GO!2025 del Programma Interreg VI-A Italia-Slovenia.
La cerimonia ha visto la partecipazione di numerose personalità istituzionali dei due Paesi segno tangibile di una collaborazione culturale che va oltre i confini.
Le altre opere finaliste presentate dai giovani artisti sono :
• "Sconfinare" di Sofia Aloni e Lorenzo Lavezzo;
• "Spazio di vite" di Chiara Andolina, Tommaso Marchesi e Simona Tessaro: una gabbietta fermatappo in scala monumentale, intrecciata con ferro e tralci di vite, che diventa architettura abitabile e simbolo di convivialità e incontro. Materiali: tondini e fil di ferro, tralci di vite.
• "Fortino e Santuario" di Pietro Chiarello e Jasmin Sara Prezioso;
• "Mucca senza passaporto" di Lili Grudina e Daniele Poli;
• "Synergos" di Nailia Khamzina e Vanessa Stefan.
Il premio della giuria è stato assegnato all’opera "Scritto nelle pietre" di Juliana Florez Garcia, Gloria Veronica Lavagnini e Tajda Tomšič, un arco e un muro che richiamano l’ex confine, realizzati con marna, pietra e inserti dorati, trasformando la ferita storica in passaggio e soglia verso una coscienza condivisa. Pietre sospese e steli metallici evocano un prato fiorito, restituendo leggerezza e poesia a una memoria dolorosa.
Fonte: Redazione