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Apertura Vaticano verso Corea del Nord? Una visita del Papa?

28-07-2021 16:00 - Opinioni
GD - Roma, 28 lug. 21 - Il capo dei servizi di intelligence della Corea del Sud, Park Jie-wonha, ha dichiarato lo scorso 5 luglio 2021 di aver avviato una mediazione tra Vaticano e Corea del Nord per una possibile visita del Pontefice nello stato eremita.
L'annuncio ha una particolare importanza non solo per gli equilibri geopolitici del sud-est asiatico ma soprattutto per il futuro stesso della Santa Sede che ambisce a ricoprire un ruolo sempre più importante nella regione asiatica, proiettata nel XXII secolo ad essere il nuovo centro del mondo.
In questa costante ascesa del mondo asiatico, la Corea del Nord ricopre un ruolo fondamentale non solo a livello regionale ma anche nei rapporti di potere tra Stati Uniti e Cina.
Nella visione geopolitica di Papa Francesco Pyongyang fa parte di quella periferia del mondo alla quale la Curia Romana deve aprirsi instaurando relazioni diplomatiche ufficiali e regolando la vita dei cristiani nel paese le cui informazioni circa il numero e lo statuspolitico-religioso dei credenti sono molto scarse e poco attendibili.
Dalla proliferazione nucleare alla riunificazione delle due Coree la Santa Sede cerca una mediazione su questi dossier caldi con Pyongyang che tengono in una situazione di stallo e tensione permanente la penisola coreana dalla Guerra di Corea del secolo scorso (1950-1953).
L'eventuale visita del Santo Padre potrebbe sbloccare lo status quo e avviare un processo di pace definitivo che coinvolga non soltanto le due coree ma anche Giappone, Cina, Russia e Stati Uniti. Dialogo di pace che potrebbe portare un'apertura politica di Pyongyang e una sua integrazione nella comunità internazionalesempre più necessaria, fondamentale per la sopravvivenza stessa del regime. Infatti la Corea del Nord vive uno dei periodi più duri della propria esistenza in questo momento a causa della grave carestia che affligge il paese, acuita dalle sanzioni economiche che aggravano una situazione socio-economica già di per sé molto difficile.
La diplomazia pontificia potrebbe culminare con la stipula di un accordo multilaterale in cui le parti firmatarie si impegnano ad una denuclearizzazione tout court della regione, alla revoca di tutte le sanzioni economiche nei confronti del regime dei Kim e ad una mediazione diplomatica tra Pyongyang e Seoul per una “riunificazione politica” dei due stati.
La Santa Sede, come parte contraente di questo trattato, potrebbe ricoprirne il ruolo di garante consapevole che gli impegni presi dalle parti contraenti sarebbero molto difficili da mantenere nel lungo periodo specie per gli interessi geopolitici confliggenti delle super potenze.
Sullo sfondo l'obbiettivo Cina. L'avvicinamento tra Vaticano e Pyongyang invierebbe un messaggio indiretto di pace alla confinante Cina con la quale la Città del Vaticano intende instaurare relazioni diplomatiche ufficiali e che considera una delle sfide più importanti di questo secolo. Quindi un programma duro da perseguire ma che proprio lavolontà di entrambe le parti fa ben sperare.

Marco Corno
Analista di geopolitica


Fonte: Marco Corno
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