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Anche i pensionati sono in fuga da Italia, ma non se ne parla

17-06-2022 18:18 - Opinioni
GD - Roma, 17 giu. 22 - Avevamo parlato recentemente del fatto che in Italia si parla poco e troppo superficialmente, del problema tutto italiano, dell'emigrazione dei giovani italiani che vanno a cercare fortuna all'estero; i giovani scappano in Germania, Belgio, Francia, Olanda, Gran Bretagna ed anche fuori dall'Unione Europea, soprattutto in Canada e Stati Uniti per cercare fortuna. [GIORNALE DIPLOMATICO del 6 giugno 2022 - https://www.giornalediplomatico.it/il-problema-di-cui-non-si-parla-la-fuga-dei-giovani-italiani-all-estero.htm]
Eppure c'è un altro problema di cui non si parla proprio: è quello dei pensionati italiani che emigrano, anche loro, sempre più numerosi all'estero, in cerca di condizioni di sopravvivenza più clementi.
Oggi un pensionato che percepisce una pensione anche modesta, è comunque sottoposto a tassazione in Italia con le seguenti aliquote:

Scaglioni 2022
Aliquote 2022
Imposta dovuta (lorda)
Fino a 15.000 €
23%
3.450 €
Da 15.001 fino a 28.000 €
25%
3.450 € + 3.250 € = 6700 €
Da 28.001 fino a 50.000 €
35%
6.700 € + 7.700 € = 14.400 €
oltre 50.001 €
43%
14.400 € + 43% sul reddito che supera 50.000 €

Come si evince dalla tabella, nel primo scaglione abbiamo un pensionato che percepisce una pensione mensile netta inferiore a 1.000 €. Certamente non un nababbo. Perché lo Stato trattiene quasi 300 € al mese di tasse dalla sua modestissima pensione.
Anche per questo leggiamo dal sito dell'INPS che l'Istituto di previdenza paga all'estero circa 330.500 pensioni per un importo complessivo di circa 1.331.720.000 euro. Il pagamento della pensione all'estero viene svolto in circa 164 Paesi.
Queste cifre, ancorché significative in valore assoluto, non ci fanno capire cosa sta succedendo. Come mai abbiamo tutte queste pensioni pagate all'estero e in quali Paesi?
Ci illumina ancora una volta il sito dell'INPS che ci fornisce i seguenti dati:
Il 61% delle pensioni pagate all'estero nel 2014 sono di vecchiaia o anzianità, il 4% di invalidità e il 35% sono erogate ai superstiti. Di queste, più del doppio delle pensioni di anzianità/anticipata sono erogate a favore di pensionati uomini, a conferma del fatto che l'emigrazione maschile è stata più numerosa di quella femminile e della circostanza che, per il loro tradizionale ruolo nell'organizzazione familiare tradizionale e per le difficoltà ad accedere al mondo del lavoro, non sempre le donne hanno maturato contribuzione utile per accedere alle pensione. Di converso, i titolari di pensioni ai superstiti sono perlopiù donne.
Qui abbiamo una prima domanda da fare, come mai tutte queste signore, diventate vedove vanno in pensione all'estero?
Che siano tutte le badanti che hanno contratto matrimoni con pensionati italiani e che essendo vedove sono rientrate nei loro Paesi di origine?
Il numero delle donne che percepiscono la pensione del marito è talmente alto che condiziona il totale delle pensioni erogate dall'INPS all'estero, che risulta a favore del genere femminile.
Sempre dal sito dell'INPS leggiamo: benché si tratti di un fenomeno di portata ancora limitata in termini assoluti, negli ultimi anni un numero sempre crescente di pensionati italiani si trasferisce in Paesi in cui il costo della vita è più basso rispetto all'Italia e in cui il peso del fisco incide in misura inferiore sulle pensioni.
Quindi, oltre ai giovani laureati, la così detta “fuga dei cervelli”; ed i giovani in cerca di lavori meglio remunerati, iniziano a fuggire dal nostro Paese anche i pensionati; che scelgono di andare via dall'Italia per motivazioni personali o più di frequente per motivi economici.
Questo fenomeno ha riflessi economici e sociali molto importanti perché il pagamento di una pensione all'estero rappresenta una perdita economica per l'Italia in quanto l'importo erogato non rientra sotto forma di consumi o di investimenti effettuati nel nostro Paese. Questo genera un minor volume di imposte, perché questi pensionati pagano le imposte nel nuovo Paese dove hanno deciso di stabilirsi.
E qui notiamo fenomeni che se non fossero tragici sarebbero comici: molti pensionati italiani si stanno trasferendo in Tunisia, dove il costo della vita è di molto inferiore all'Italia e dove la pensione mensile cresce da meno di 1.000 euro al mese fino ad 1.250 €. Un bell'aumento del loro introito mensile da poter spendere in un Paese dove tutto costa meno della metà che in Italia.
E qui siamo al parossismo che i tunisini scappano dal loro Paese per fame e i nostri pensionati scappano dall'Italia verso la Tunisia per la stessa ragione!
Eppure in Centro Italia, a due passi da Roma o Napoli, abbiamo paesini quasi vuoti. Cittadine bellissime dove si vive bene, tutto è a misura d'uomo, ci sono servizi sanitari e trasporti. Per non dire della vasta comunità di italiani che sverna in Portogallo e di quelli che stanno pensando di andare in Grecia.
Come mai nessun politico del Governo nazionale o dei Governi regionali ha mai pensato di aiutare gli anziani a trasferirsi in questi meravigliosi borghi, magari garantendo loro l'abbattimento delle tasse pagate sulla pensione?
Come mai il nostro Paese non ha mai fatto una vera promozione dei nostri territori per attirare in Italia quei pensionati del Nord Europa che in Italia potrebbero avere condizioni di vita certamente di qualità superiore?
Forse perché i nostri politici non credono nel loro Paese o perché sono sempre impegnati a vedere chi è più fascista o più comunista? A questa domanda non so dare una risposta.
E tutto questo mentre i pensionati italiani, soprattutto quelli con le pensioni più pesanti, sempre più numerosi vanno a spendere le loro pensioni all'estero.

Ciro Maddaloni
Esperto di eGovernment internazionale


Fonte: Ciro Maddaloni
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