AICS riporta in Italia da Kabul 300 collaboratori afghani e famiglie
24-08-2021 14:29 - Farnesina
GD - Roma, 24 ago. 21 - Una storia per ognuno. AICS Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo riporta in Italia da Kabul 300 collaboratori afghani e le loro famiglie. Chi lo ha detto che una istituzione non ha un’anima? Tutta l’Agenzia vive emozioni fortissime all’arrivo da Kabul dei gruppi di suoi collaboratori, colleghi e delle loro famiglie. Persone che per anni hanno lavorato con l’AICS in progetti di salute, a favore delle donne, per lo sviluppo rurale, per costruire ponti, strade.
Fonte: AICS
Lavoravano per il loro Paese che, come sempre accade, diventa anche un po’ il nostro. Alcuni hanno raggiunto Kabul da Herat con mezzi di fortuna, la nostra Sofia, incinta, è già al sicuro nelle strutture sanitarie a Roma.
Sono 300 le persone portate via dall’Afghanistan grazie al lavoro del console Tommaso Claudi, dell’Esercito Italiano e della squadra AICS che da Roma ha seguito le operazioni.
A Fiumicino sono andati ad accogliere questi uomini e queste donne, con i loro bambini, il nostro vicedirettore Giuseppe Cerasoli e il direttore di Kabul, Luigi Grandi, insieme al nostro esperto afghano del settore salute, Arif Oryakhail, e la nostra communication officer Chiara Aranci. Le foto parlano di gioia, sollievo e soprattutto di amicizia.
"Non dimentichiamo, però, che non è finita, che alcune famiglie ancora sono da rintracciare e che occorre continuare ad evacuare le persone più esposte, che come queste hanno lavorato per associazioni, ONG, Fondazioni italiane o che semplicemente corrono il rischio di perdere la vita. Noi siamo già al lavoro: dobbiamo capire quali progetti possono continuare, dobbiamo capire come gestire iniziative umanitarie e di emergenza, come assicurare l’accoglienza dei rifugiati e come portare avanti una sede, quella di Kabul, che l’Aics non ha mai chiuso e che continua ad operare da via Contarini. Le foto fanno bene anche all’AICS, al suo impegno, a chi vi lavora, a chi ci crede, all’Italia che sente di avere una missione, alle istituzioni che vogliono avere un’anima", affermano all'AICS.
"Non dimentichiamo, però, che non è finita, che alcune famiglie ancora sono da rintracciare e che occorre continuare ad evacuare le persone più esposte, che come queste hanno lavorato per associazioni, ONG, Fondazioni italiane o che semplicemente corrono il rischio di perdere la vita. Noi siamo già al lavoro: dobbiamo capire quali progetti possono continuare, dobbiamo capire come gestire iniziative umanitarie e di emergenza, come assicurare l’accoglienza dei rifugiati e come portare avanti una sede, quella di Kabul, che l’Aics non ha mai chiuso e che continua ad operare da via Contarini. Le foto fanno bene anche all’AICS, al suo impegno, a chi vi lavora, a chi ci crede, all’Italia che sente di avere una missione, alle istituzioni che vogliono avere un’anima", affermano all'AICS.
Fonte: AICS