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Accademia di Spagna Roma: mostra “La Vanguardia impresa”

10-12-2025 09:32 - Arte, cultura, turismo
GD - Roma, 10 dic. 25 - L’Accademia di Spagna a Roma presenta la mostra “La Vanguardia impresa”, visitabile fino all’8 febbraio 2026 curata da José Ignacio Abeijón Giráldez, con opere della Collezione López-Triquell. L’esposizione è costituita esclusivamente dai fondi della collezione López-Triquell, che da anni raccoglie prime edizioni di libri, riviste e pubblicazioni di poesia e arte d’avanguardia della Spagna e dell’America Latina.
La collezione si è prefissata l’obiettivo di realizzare mostre e pubblicare libri che contribuiscano a migliorare la conoscenza, affinché non vada perso o non scompaia un patrimonio di fondamentale interesse storico e culturale. In questo caso, l’impulso collezionistico non si limita all’accumulo, ma, guidato da un rigoroso criterio di ricerca e divulgazione pubblica, integra e sostiene il lavoro svolto dalle istituzioni pubbliche.
Così scrive Jose Ignacio Abeijón Giráldez: «Cominciò a consolidarsi una scena molto speciale e unica, ma di breve durata a causa degli eventi bellici ben noti a tutti e verificatisi in Spagna tra il 18 luglio 1936 e il 1° aprile 1939, e del regime dittatoriale che ne seguì. Tuttavia, quel breve periodo di tempo lasciò un’eredità culturale di grande rilevanza a livello mondiale. Negli anni che precedettero la Seconda Repubblica, sorsero i primi movimenti d’avanguardia propriamente spagnoli. Verso il 1915, numerosi artisti europei in fuga dalla Prima guerra mondiale approdarono in Spagna, portando con sé un’estetica innovativa che rivoluzionò il panorama artistico. Allo stesso modo, nel 1918, l’arrivo di scrittori latinoamericani, tra cui Vicente Huidobro e Jorge Luis Borges, incoraggiò alcuni giovani poeti attorno allo scrittore Rafael Cansinos Asséns a creare l’Ultraismo, il primo movimento d’avanguardia autenticamente spagnolo. Attorno a questo circolo letterario, anche artisti stranieri, come i polacchi Wladyslaw Jahl, Josef e Marjan Paszkiewicz, e in particolare i latinoamericani Norah Borges e Rafael Barradas, iniziarono a illustrare riviste e libri del movimento, contagiando i colleghi spagnoli come Francisco Bores, Sáenz de Tejada, Pancho Cossío, Francisco Santa Cruz o Benjamín Palencia, che si unirono al movimento. La miccia era ormai accesa e permise l’integrazione in questi movimenti di modernità di nuovi creatori, molti dei quali vivevano o frequentavano la Residencia de Estudiantes di Madrid, come José Moreno Villa, Alberto Sánchez, Benjamín Palencia, Gabriel García Maroto o Salvador Dalí. Altri, che si trovavano a Parigi, come Manuel Ángeles Ortiz, Francisco Cossío, Ismael Gómez de la Serna, Hernando Viñes o Joaquín Peinado, mantenevano un contatto continuo e desideravano collaborare con gli scrittori e gli artisti rimasti in Spagna. Gran parte di loro facevano parte della SAI (Sociedad de Artistas Ibéricos) che espose al Palacio del Retiro di Madrid nel 1925, in quella che è considerata la mostra cardine che aprì le porte all’arte nuova in Spagna. Questi impulsi si manifestarono anche in altri campi, come quello musicale, architettonico, cinematografico o scientifico, sostenuti anche dalla comparsa di nuovi sistemi educativi e dalle nuove correnti di pensiero che stavano prendendo piede nel panorama nazionale. Tutte queste iniziative avanzarono di pari passo, interconnesse nella ricerca della modernizzazione del Paese. Si stabilirono rapidamente vie di comunicazione tra i diversi movimenti, che in molti casi portarono alla creazione di opere in cui l’interdisciplinarità non era solo una caratteristica, ma anche una fonte di ispirazione e di progresso nelle nuove proposte. Nacque così una relazione permeabile, in virtù della quale gli interessi artistici illuminavano i poeti nei loro versi, e questi generavano una nuova lirica a cui gli artisti davano forma plastica. Questa interrelazione tra letteratura e arti plastiche prende corpo in modo particolare nelle pubblicazioni che presentiamo in questa mostra».

Carlo Franza
Storico dell’Arte Moderna e Contemporanea


Fonte: Carlo Franza