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USA “grazia” di nuovo agroalimentare italiano da nuovi dazi

13-08-2020 12:59 - Made in Italy
GD – Roma, 13 ago. 20 – Il Governo di Washington DC ha "ri-graziato" l'Italia rispetto all'ipotesi di estendere gli aumenti dei dazi tariffari anche a vino, olio e pasta Made in Italy, tenendoli invece ancora una volta fuori dalla disputa commerciale che riguarda il consorzio Airbus. “Non ci sarà alcun dazio aggiuntivo negli Stati Uniti sui vini del nostro Paese, almeno per questo nuovo round”, ha annunciato, con soddisfazione, Ernesto Abbona, presidente dell'Unione Italiana Vini (Uiv), commentando la decisione relativa al rinnovo dei dazi imposti dal rappresentante del Commercio americano (United States Trade Representive USTR) nell'ambito dell'indagine Airbus che ha colpito invece Francia e Germania con dazi aggiuntivi, compensando così riduzioni di tariffe applicate a Grecia e Gran Bretagna. Secondo le elaborazioni su base dogane dell'Osservatorio del Vino di UIV, gli Stati Uniti rappresentano il primo buyer di vino al mondo e l'Italia è tornata a essere il primo Paese fornitore
Il sottosegretario agli Esteri Ivan Scalfarotto ha espresso grande soddisfazione per la decisione United States Trade Representive di non aggiungere nuovi dazi ai prodotti italiani. “Le autorità americane avevano infatti piena facoltà di accrescere per oltre 4 miliardi complessivi il volume di merci sottoposte a misure tariffarie, includendo potenzialmente prodotti italiani come vino, pellame, olio, pasta etc”, ha detto rilevando che "si tratta di una decisione che premia gli sforzi del Governo italiano ed in particolare della Farnesina e della nostra Ambasciata a Washington, nel mantenere un costante canale di dialogo con le autorità americane responsabili della politica commerciale. Nel mio colloquio telefonico delle scorse settimane con i vertici USTR, che segue la mia visita a Washington a fine gennaio in occasione della precedente revisione delle tariffe, ho sempre sottolineato non solo l'importanza di riconoscere la centralità del profondo legame tra Italia e Stati Uniti, ma anche la dannosità dei dazi per l'economia di entrambe le sponde dell'Atlantico. Il libero commercio è infatti sempre stato per Europa e Stati Uniti un volano di crescita e di sviluppo e lo è ancor più in una fase di recessione post Covid in cui non solo i produttori europei, ma anche gli importatori e distributori americani avevano manifestato preoccupazione per i possibili aumenti tariffari”. Scalfarotto ha infine detto: “Siamo infine soddisfatti per una decisione che premia gli sforzi compiuti dall'Italia per richiedere a gran voce (come ho personalmente fatto negli incontri con i miei omologhi dei 4 Paesi membri de consorzio Airbus) la revisione dei sussidi pubblici ritenuti illegittimi dall'OMC e lavoreremo intensamente nei prossimi mesi, anche a seguito delle aperture da parte del Commissario Hogan delle ultime settimane proprio su tali sussidi, per l'abolizione dei residui dazi su alcuni prodotti agroalimentari italiani, stabiliti dagli Stati Uniti nel 2019".
Il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, ha detto che “è un'ottima notizia perché l'inasprimento dei dazi avrebbe posto un ostacolo in più sulla strada verso la piena ripresa del sistema agroalimentare italiano dopo l'emergenza sanitaria”. “Un particolare ringraziamento va al Governo e alla nostra rappresentanza diplomatica per l'efficace azione svolta nei confronti dell'amministrazione statunitense”, ha sottolineato Giansanti ricordando poi che “gli Stati Uniti sono il primo mercato di sbocco del Made in Italy agroalimentare fuori dalla UE. Nel 2019 l'export di settore ha superato 4,5 miliardi di euro. I vini, da soli, incidono sul totale per 1,5 miliardi”.
“È anche importante rilevare che gli Stati Uniti hanno formalmente espresso la disponibilità a negoziare con la UE un accordo che metta fine al contenzioso ultradecennale sugli aiuti pubblici ai gruppi Airbus e Boeing. È una disponibilità che va colta con la massima urgenza da parte della Commissione europea, per raggiungere un'intesa che consenta di eliminare i dazi che già gravano sui nostri prodotti dall'ottobre dello scorso anno”, ha concluso Giansanti rilevando che “i dazi, pari al 25% del valore, si applicano su formaggi, tra i quali Parmigiano Reggiano e Grana Padano, salumi, agrumi e liquori, per un totale di circa 500 milioni di euro”.
“I nuovi dazi avrebbero colpito 3 miliardi di euro di cibo Made in Italy, pari a 2/3 del totale in un momento reso già difficile dall'impatto della pandemia sul commercio globale. Tra l'altro gli Stati Uniti sono il primo mercato extraeuropeo per i prodotti agroalimentari tricolori per un valore che nel 2019 è risultato pari a 4,7 miliardi, con un ulteriore aumento del 4,8% nei primi sei mesi del 2020, anche se a giugno le difficoltà causate dal coronavirus hanno fatto segnare una inversione di tendenza (-0,9%), ha ricordato la Coldiretti.
Restano, invece, in vigore le tariffe aggiuntive del 25% entrate in vigore lo scorso 18 ottobre 2019 che hanno già colpito specialità italiane come Parmigiano Reggiano, Grana Padano, Gorgonzola, Asiago, Fontina, Provolone ma anche salami, mortadelle, crostacei, molluschi agrumi, succhi e liquori come amari e limoncello.
“Occorre impiegare tutte le energie diplomatiche per superare inutili conflitti che rischiano di compromettere la ripresa dell'economia mondiale duramente colpita dall'emergenza coronavirus”, ha affermato Ettore Prandini, presidente della Coldiretti, nel sottolineare l'importanza della difesa di un settore strategico per l'Ue che sta pagando un conto elevatissimo per dispute commerciali che nulla hanno a che vedere con il comparto agricolo. “L'Unione Europea ha appoggiato gli Stati Uniti per le sanzioni alla Russia che come ritorsione proprio all'inizio di agosto di sei anni fa ha posto l'embargo totale su molti prodotti agroalimentari, come i formaggi, che è costato al Made in Italy 1,2 miliardi ed è ora paradossale che l'Italia si ritrovi nel mirino proprio dello storico alleato, con pesanti ipoteche sul nostro export negli Usa. Al danno peraltro si aggiunge la beffa poiché il nostro Paese”, ha concluso il presidente della Coldiretti, “si ritrova ad essere punito dai dazi Usa nonostante la disputa tra Boeing e Airbus, causa scatenante della guerra commerciale, sia essenzialmente un progetto francotedesco al quale si sono aggiunti Spagna ed Gran Bretagna”.
“Esprimo il mio personale apprezzamento, che si aggiunge a quello della Confederazione Siciliani in Nord America CSNA, e del Comitato Tricolore per gli Italiani nel Mondo CTIM, associazioni che da sempre sono impegnate nel promuovere il Made in Italy, per il ruolo svolto dalle organizzazioni di settore, dalla diplomazia, e da membri della comunità Italo americana impegnati nel campo dell’ importazione, e all’Amministrazione Trump per non aggiungere ulteriori dazi ai prodotti autentici italiani”, ha detto Vincenzo Arcobelli, presidente CTIM e consigliere del CGIE. “Auspico che a partire dalla prossima settimana si ricominci con una forte promozione del Made in Italy, e della produzione, per essere presenti e salvare posti di lavoro”, ha sottolineato Arcobelli.


Fonte: Redazione
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