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Siria: in migliaia firmano il J'Accuse delle donne a sostegno del popolo Curdo

16-10-2019 16:02 - Politica
Gd - Roma, 16 ott. 19 - La mobilitazione a sostegno delle donne e del popolo curdo lanciato da cento donne del mondo dell'informazione, dell'accademia, della cultura, dello spettacolo, insieme al network de Le Contemporanee, cresce, con migliaia di adesioni. Dopo qualche ora dalla pubblicazione dell' appello, un testo breve e ma dalle parole determinate, che richiama fortemente il senso di appartenenza ai valori di libertà occidentali ed europei e di responsabilità in difesa del popolo curdo, cresce adesione e chiamata all'azione.
Una mobilitazione spontanea, che punta a smascherare le ipocrisie su temi di politica estera e di difesa dei diritti di donne, uomini e bambini, in una parte di mondo martoriata ormai da molto tempo. L'obiettivo è più ampio di un semplice j'accuse nei confronti di una politica troppo molle davanti a stragi di diritti umani e di popoli, davanti alla indignazione di breve durata. Si punta a una manifestazione su cui molte donne stanno ragionando.
Il manifesto è stato lanciato dalle prime 100 donne tra le quali Flavia Perina, Dacia Maraini, Susanna Camusso, Serena Bortone, Ritanna Armeni, Alessandra Sardoni, Flavia Fratello, Paola Concia, Eva Giovannini, Linda Laura Sabbadini, Anna Maria Corbi, Giovanna Melandri, Maddalena Oliva, Marta Ottaviani, Tonia Mastrobuoni, Cristina Tajani, Rossella Muroni, Veronica De Romanis, Benedetta Barzini, Elsa Fornero, Anna Maria Tarantola, Melissa Panarello, Paola Tavella, Anna Masera, Eugenia Roccella, Domiziana Giordano, Maria Laura Rodotà, Nathania Zevi, Jo Squillo e decine di altre.
A queste si sono spontaneamente aggiunti nomi come Mara Carfagna (vicepresidente della Camera dei Deputati della Repubblica), Lia Quartapelle, Renata Polverini, Rosa Calipari, Sofia Ventura, Maria Luisa Busi, Lorella Zanardo e Lea Melandri e molte altre. Tantissime anche le adesioni di associazioni femminili e femministe.
Questo il testo dell'appello e le prime 100 firme che insieme alle contemporanee lo hanno lanciato.
"Non parlateci più di valori occidentali se non sapete difendere il popolo curdo": parte in rete un appello tutto al femminile de Le Contemporanee per fermare la guerra nel Rojava. Lo lanciano giornaliste, scrittrici, studiose e donne dell'associazionismo ma anche artiste e donne dello spettacolo sollecitando adesioni, anche in vista di una manifestazione a Roma che potrebbe tenersi la prossima settimana.
Il nuovo conflitto, spiegano le promotrici, scuote le coscienze femminili in modo speciale "perché siamo tutte consapevoli che è sotto attacco una enclave culturale unica in quell'area, che rispetta la parità femminile e i diritti delle donne fino a farne il simbolo delle sue aspirazioni di libertà".
Ecco l'appello:
  • Non parlateci piú di valori occidentali se non sapete difendere i curdi.
  • Non parlateci piú di paritá se lasciate ammazzare le libere donne curde.
  • Non parlateci più di pace se vi girate dall'altra parte davanti alla guerra piú ingiusta del secolo.
  • Non parlateci piú di lotta al terrorismo se abbandonate chi la combatte.
  • Non parlateci piú di niente. Di Italia, di Europa, di identitá, di dignitá della vita, di diritti umani, di giustizia, di aiutiamoli a casa loro, di bambini, di patrie, se non capite che tutto questo é a rischio nella guerra ai curdi e se non avete il coraggio di reagire. State zitti. Siete inutili. Non vogliamo piú sentirvi".
Per aderire alla mobilitazione : info@lecontemporanee.it


Fonte: Redazione
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