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Sanzioni, energia, acquisizioni: quando i telefoni funzionano bene

26-04-2019 20:04 - Opinioni
GD - Dubai, 26 apr. 19 - Il 2 maggio le sanzioni imposte dalla amministrazione Trump contro l'Iran saranno in vigore anche per il gruppo di Paesi che in precedenza era stato considerato esente in un primo periodo: Italia, Grecia, Taiwan, Cina, India, Giappone, Corea del Sud e Turchia.
Gli USA hanno infatti dichiarato di chiudere le frontiere alle importazioni dai Paesi che comprano petrolio dall'Iran, con l'obiettivo di azzerare – con queste misure indirette – gli introiti da petrolio dell'Iran.
Le noiose statistiche del commercio estero, egregiamente compilate dalla ITC-International Trade Center, l'Agenzia delle Nazioni Unite e della Organizzazione Mondiale del Commercio, informano che le importazioni italiane di petrolio provenivano dal'Iran per il 4% nel 2016, per il 14% nel 2017, per il 10% nel 2018, ma a zero a novembre 2018. Infatti, l'Italia aveva deciso sin da subito di aderire all'“invito” a non importare petrolio dall'Iran.
Del resto, fra riorganizzare i nostri approvvigionamenti di petrolio sui mercati internazionali e rischiare di compromettere le nostre esportazioni verso gli USA di prodotti agroalimentari, moda di lusso, Ferrari e quant'altro, la scelta per l'Italia era facile.
E per la Cina? Le statistiche dicono che nel 2018 le importazioni di petrolio dall'Iran rappresentano una quota inferiore al 5% del totale del fabbisogno cinese.
Al livello mondiale. la riduzione della quantità di petrolio per effetto di queste sanzioni all'Iran eè stata stimata in circa 1.2 mil/bbd.
Non molto, ma ….. Ci saranno effetti sul prezzo del petrolio? Khalid Al-Falih, ministro per l'energia dell'Arabia Saudita e presidente dell'Aramco,durante la Conferenza del settore finanziario a Riyadh (24-25 Aprile) ha detto che la sua strategia guarda ai fondamentali del mercato petrolifero e non ai prezzi: dato che le scorte globali di petrolio hanno continuato a salire, il nostro intento è di rimanere all'interno del nostro limite di produzione deciso in sede OPEC. Ha poi aggiunto – come battuta off record in sala – che “se c'è bisogno di petrolio, basta chiamare, ecco il mio numero di telefono!”.
In realtà, il buonumore saudita in questo periodo è determinato da tre fatti.
Primo, il bilancio pubblico saudita è tornato in equilibrio, come ha dichiarato il Ministro del Tesoro.
Secondo, il successo del prestito obbligazionario internazionale da 12 miliardi di dollari di Aramco, che ha attirato più di otto volte quella somma di interesse da parte degli investitori, ha dato ad Aramco una nuova fiducia nei mercati dei capitali internazionali.
Terzo, il successo della prevista acquisizione del gigante petrolchimico SABIC da parte Aramco (attraverso il Fondo per gli investimenti pubblici) aumenterebbe anche la capacità di Aramco di aumentare il capitale. E quindi rispettare l'obiettivo della famosa quotazione IPO di Aramco, che rimane incerto nei tempi.
Ovviamente, l'IPO dovrà attendere il completamento completo della fusione con SABIC.
Sempre Al-Falih: "Una volta fatto ciò, i dati finanziari saranno consolidati ed esposti agli investitori ed essenzialmente tutti i passaggi pratici per l'IPO saranno risolti sia dalla compagnia che dal governo. Quindi penso che possiamo andare a fondo quando saremo chiusi su SABIC".
"Quando verrà completata l'acquisizione di Aramco-SABIC, speriamo entro la fine di quest'anno, non sarà solo la più grande compagnia petrolifera e di gas con un ampio margine, ma anche con la società combinata sarà una società molto grande nella raffinazione e petrolchimici. Quindi, la sua base di capitale crescerà e penso che il suo bilancio abbia un livello di debito adeguato.
Dunque, per il Governo della Arabia Saudita, sul fronte macroeconomico e di finanza pubblica, ci sono ottimi risultati. Sul fronte della politica industriale, c'è all'orizzonte una grande integrazione fra industria del petrolio e industria petrolchimica. Che è una strategia portante della diversificazione economica disegnata nella Vision 2030.
Che offre opportunità alle competenze e capacità italiane anche in questo campo: la nostra nuova chimica – penso ad esempio, a Tecnimont, Novamont – ha eccellenze tecnologiche, che fanno della chimica italiana un settore leader in tutte e tre le componenti dello sviluppo sostenibile: benessere economico, sociale e ambientale.
Sono basi solide che potrebbero costituire l'occasione per lanciare un dialogo immediato con le controparti saudite.
Nel frattempo, tutto questo suggerisce che vedremo stabilità nel mercato internazionale del petrolio …… grazie all'ottimo funzionamento delle linee telefoniche internazionali!

del prof. Carlo Andrea Bollino, economista dell'energia


Fonte: Andrea Bollino
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