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Osservatorio Cultura e Lavoro e FeBAF: il futuro del lavoro con androidi? Parte dalla scuola

23-12-2019 16:42 - Economia
GD - Roma, 23 dic. 19 - I rapporti tra formazione e futuro del lavoro tra automazione e intelligenza artificiale sono stati al centro dell'incontro promosso da "Lettera f" e dall'Osservatorio Cultura e Lavoro. In un'epoca di grandi cambiamenti, la tavola rotonda ha approfondito l'attuale, "quarta" rivoluzione industriale, che fa i conti con l'affermarsi degli algoritmi nel mercato del lavoro.
Al panel hanno partecipato la giornalista Anna La Rosa; la fondatrice dell'Osservatorio Cultura e Lavoro, Antonella Salvatore; il prorettore e direttore del Master in Intelligenza Artificiale dell'Università Europea di Roma, Alberto Gambino; il direttore dell'European Institute for Innovation and Sustainability, Andrea Geremicca; Gianfrancesco Rizzuti, direttore di "Lettera f".
I cambiamenti nel mondo del lavoro sono continui e impetuosi, è stato sottolineato, ed è essenziale regolamentare molte delle innovazioni in modo che esse non generino disparità di condizioni dal lato dell'offerta e della domanda di lavoro. Un ruolo fondamentale deve essere giocato dai percorsi di formazione, a cominciare dalla scuola e dagli insegnanti.
Numerose ricerche stimano che la maggior parte delle professioni per cui gli studenti si stanno preparando nei loro percorsi scolastici ed universitari potrebbe non esistere più una volta entrati nel mercato del lavoro. L'Italia deve poter contare, dunque, su una formazione adeguata, anche durante la vita lavorativa, che consenta a giovani e meno giovani di attrezzarsi rispetto a nuove professioni altamente qualificate.
Importanti sempre di più le cosiddette “soft skills”, le competenze trasversali e non specialistiche - come quelle relazionali e di “intelligenza emotiva” - che sono sempre più richieste dalle imprese nelle fasi di selezione e valorizzazione del personale.
Il futuro del lavoro, in sostanza, potrà essere tanto più positivo quanto più saremo in grado di fornire alle nuove generazioni i mezzi per gestire, con flessibilità e nel rispetto di principi etici e relazionali, automazione e intelligenza artificiale.
Tra gli auspici evocati durante il dibattito, quello di un sensibile avanzamento nei ranking internazionali di digitalizzazione del Bel Paese. Secondo l'indice “Desi” (Digital economy and society index), che misura le performance dei Paesi europei rispetto alla transizione verso il digitale, l'Italia è al 24esimo posto. Era al 25mo nel 2018. Ai primi posti, come da tradizione, i Paesi scandinavi. Qualcosa si muove, ma molto lentamente.


Fonte: FeBAF
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