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La cryptoart dalla Carnia èsbarcata al Circolo degli Esteri
13-09-2018 08:43 - Arte, cultura, turismo


I due artisti, che prima di ricercare la solitudine in quel di Ampezzo facevano a Milano il mestiere di creativi pubblicitari, si firmano Hackatao, nome derivato da hacker e tao, termini che fondono la voglia di una sfida intellettuale e il Tutto vivente in continua trasformazione. Presentati dall´ambasciatore Umberto Vattani, gli Hackatao hanno esposto 16 opere sulle grandi paure contemporanee - dall´allarme alimentare all´emergenza climatica al rischio del terrorismo - viste non senza ironia e umorismo perché il loro messaggio è positivo, dalle paure si può fuggire.
Scalet ha spiegato poi ai diplomatici come, grazie alla tecnologia, riescono, da Oltris, non solo a rimanere in contatto con movimenti artistici d´avanguardia di tutto il mondo ma anche a essere protagonisti della cryptoart nata dalla tecnologia blockchain, un processo in cui un insieme di soggetti condivide risorse informatiche (memoria, CPU, banda) per rendere disponibile alla comunità di utenti un database virtuale in cui ogni partecipante ha una copia dei dati. Questo, ha precisato, permette per esempio di condividere la proprietà opere d´arte che il proprietario non potrà però ammirare sulla parete del suo studio o del salotto ma sullo schermo del telefonino o del pc.
La mostra - che rimarrà aperta due mesi - è la prova di come il Circolo degli esteri, grazie all´azione del presidente Alessandro Vattani, scomparso lo scorso marzo (e a cui l´11 ottobre verrà dedicata la Biblioteca), è ormai diventato un´importante istituzione culturale nel panorama della Capitale. "Quest´anno sono previste nove mostre" ha indicato Umberto Vattani, "tanto da far concorrenza a una galleria d´arte".
di Carlo Rebecchi
Fonte: Carlo Rebecchi