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Italia-Cina: imprese ed esperti esplorano possibile cooperazione sulla Belt and Road Initiative

07-07-2019 17:06 - Economia
GD – Milano, 7 lug. 19 - Incontro tra rappresentanti italiani e cinesi a Milano sulla Via della Seta. Pochi mesi dopo che l'Italia ha firmato un memorandum d'intesa con la Cina sulla Belt and Road Initiative (BRI), gli esperti di entrambi i Paesi si sono incontrati a Milano per affrontare le sfide future comuni nella prospettiva di una crescita nelle possibilità di cooperazione. L’incontro si è svolto nel palazzo della Borsa di Milano in occasione della seconda edizione del convegno «L'Italia e le nuove Vie della Seta», nel corso del quale imprenditori, funzionari ed esperti si sono scambiati punti di vista e previsioni.
Il dibattito, come riferisce l’agenzia cinese Xinhua, si è sviluppato su un'ampia gamma di settori, tra cui infrastrutture, economia digitale, cultura e turismo, investimenti, banche e consulenza legale a società che intendono espandersi in Paesi terzi coinvolti nella BRI.
«Dal punto di vista del Governo, crediamo che questa sia stata la cosa giusta da fare per le nostre aziende e le nostre esportazioni», ha detto il sottosegretario del Ministero dello Sviluppo Economico, Michele Geraci. «Anche se è ancora presto per parlare degli effetti (del memorandum), stiamo vedendo alcuni risultati iniziali. Come un crescente interesse da parte delle aziende cinesi a impegnarsi con le controparti italiane per fare affari», ha aggiunto Geraci.
Complessivamente, i settori in cui le autorità italiane si sono dette intenzionate a rafforzare i legami economici con la Cina sono molto vari. «Siamo interessati al settore energetico, alimentazione e bevande, tecnologia, turismo, compagnie aeree con l'apertura di nuove rotte, assicurazioni, finanza e, ovviamente, il manifatturiero, dove l'Italia e la Cina possono competere o cooperare», ha spiegato Geraci.
Cina e Italia hanno firmato il memorandum d'intesa per promuovere congiuntamente la realizzazione della Belt and Road a fine marzo a Roma. Proposta dalla Cina nel 2013, la BRI mira a costruire una rete commerciale e infrastrutturale che colleghi l'Asia con l'Europa e l'Africa. Durante l'evento, il giornalista Paolo Panerai, fondatore, amministratore delegato e direttore della casa editrice Class Editori, ha osservato che Cina e Italia hanno entrambi sistemi industriali fortemente focalizzati sulle piccole e medie imprese. «Questo è un possibile fattore cruciale nel futuro sviluppo delle relazioni sino-italiane sotto la BRI», ha detto Panerai ai partecipanti alla conferenza.
L'ambasciatore cinese in Italia Li Junhua e il suo omologo italiano Ettore Sequi da Pechino hanno contribuito al dibattito con interventi videotrasmessi, sottolineando la portata complessiva del progetto BRI e ricordando gli antichi legami culturali e commerciali che hanno collegato la Cina e l'Italia nel corso della storia.
Uomini d'affari ed esperti hanno affrontato aspetti specifici della partnership che potrebbe emergere ulteriormente come risultato di una cooperazione rafforzata nell'ambito della BRI.
«Con la BRI, un'importante spinta verrà data alle infrastrutture logistiche che oggi non esistono nemmeno», ha sottolineato Paolo Romiti, direttore esecutivo di Business Development del gruppo infrastrutturale Salini Impregilo. La mancanza di infrastrutture è infatti considerata una delle principali debolezze che ostacolano lo sviluppo ulteriore dell'Italia, in particolare in alcune regioni centrali e meridionali.
Da parte loro, anche gli imprenditori cinesi sono sembrati desiderosi di trovare nuove opportunità in Italia, contando sui cambiamenti che la cooperazione nell'ambito della BRI potrebbe fornire.
«Ora, dal punto di vista logistico, i nostri principali aeroporti per le spedizioni cargo in Europa sono ancora Amsterdam e Francoforte», ha detto Fan Erning, vicepresidente della Eastern Air Logistics con sede a Shanghai. «Eppure, stiamo cercando opportunità per espanderci in Italia nel futuro; Milano potrebbe ad esempio essere potenzialmente una nuova porta d'ingresso per le spedizioni cargo. Non vediamo l'ora di farlo», ha aggiunto.
Tra i vari soggetti interessati che hanno preso parte all'evento di Milano, ci sono state le aziende italiane di e-Commerce e vendita al dettaglio digitale che sembra guardinoa un progetto comprensivo come la BRI come un'opportunità per migliorare la propria performance.
«Un problema rilevante per l'Italia è di assicurarsi che lo sviluppo logistico e infrastrutturale collegato alla BRI si traduca in un'opportunità per noi di riequilibrare lo scambio commerciale online con la Cina» ha detto Roberto Liscia, presidente del consorzio italiano di e-commerce Netcomm. Il consorzio rappresenta circa 400 aziende italiane di e-Commerce, e Liscia è stato tra i fondatori di Ecommerce Europe, l'Associazione Europea del Commercio elettronico che raccoglie oltre 70.000 aziende in 20 Paesi. L'imprenditore ha sottolineato che la Cina oggi fornisce un esempio in termini di innovazione digitale, anche al di fuori del progetto BRI.
«La Cina ha sviluppato modelli in termini di comportamenti, acquisti e sviluppo tecnologico dei consumatori che l'Italia dovrebbe assolutamente cercare di seguire, come esempio di processi innovativi che potrebbero consentire alle piccole imprese italiane di fare un salto di qualità», ha spiegato Liscia.


Fonte: Redazione
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